Afghanistan e Haiti, l’impegno di Caritas Italiana

Sacerdoti e volontari costretti a lasciare il Paese mediorientale. Aiuti nell’isola caraibica colpita dal terremoto

Afghanistan e Haiti
La devastazione del terremoto ad Haiti © Vatican Media

Afghanistan e Haiti sono due fronti aperti anche per la Chiesa italiana che attraverso la Caritas è impegnata a soccorrere le popolazioni. Nel martoriato Paese mediorientale, purtroppo, la situazione è precipitata rapidamente. I talebani hanno riconquistato il potere nel giro di poche settimane e per gli occidentali l’Afghanistan è diventato un luogo assai poco sicuro. Al punto che anche i pochissimi sacerdoti e religiosi presenti sono costretti ad abbandonare il Paese. Papa Francesco domenica durante l’Angelus ha lanciato il suo appello per chiedere che “cessi il frastuono delle armi”, invocando soluzioni attraverso il dialogo. Ma le scene giunte da Kabul non sembrano molto incoraggianti.

In Afghanistan da 30 anni

La Caritas Italiana è presente in Afghanistan fin dagli anni Novanta del secolo scorso. “Nei primi anni Duemila – si legge sul sito dell’associazione – Caritas Italiana ha sostenuto un ampio programma di aiuto di urgenza, riabilitazione e sviluppo, la costruzione di quattro scuole nella valle del Ghor, il ritorno di 483 famiglie di rifugiati nella valle del Panshir con la costruzione di 100 alloggi tradizionali per le famiglie più povere e assistenza alle persone disabili”. Inoltre, “tra giugno 2004 e dicembre 2007, due si sono alternati nel Paese con l’obiettivo di coordinare e facilitare le attività in loco. Attualmente l’ambito di attenzione principale è costituito dai minori più vulnerabili. Ma l’instabilità della situazione comporterà la sospensione di tutte le attività, mentre crescono i timori per la possibilità di mantenere una presenza anche per il futuro, oltreché per la sicurezza dei pochi Afghani di confessione cristiana”.

Ad Haiti popolazione allo stremo

Il Papa ha lanciato un appello anche per la popolazione di Haiti, colpita da un nuovo devastante terremoto dopo quello del 2010 che causò tra 200.000 e 300.000 vittime. Il bilancio del sisma che si è verificato sabato mattina è in continuo aggiornamento ma i morti sono già oltre 1.300 e migliaia i dispersi e i feriti. Tra questi ultimi anche il cardinale Chibly Langlois, vescovo di Les Cayes, dove è rimasto seriamente danneggiato il vescovado. Come se non bastasse, sull’isola sta per abbattersi una tempesta tropicale.


Dopo il terremoto di undici anni fa, Caritas Italiana è presente ad Haiti con propri operatori, sostenendo la Caritas nazionale e le Caritas diocesane e parrocchiali con interventi di emergenza e ricostruzione, ma soprattutto garantendo un accompagnamento volto allo sviluppo di capacità locali, in uno dei Paesi più poveri del mondo.

Avviata una raccolta di fondi

Anche in questa occasione Caritas Italiana ha espresso immediatamente vicinanza nella preghiera e solidarietà ai suoi partner locali, alla Chiesa Haitiana e alla popolazione colpita. Sta seguendo da vicino la crisi e coordinando insieme alle altre Caritas nazionali, interventi efficaci per rispondere alle numerose emergenze in corso. In questo caso Caritas Internationalis ha già avviato una raccolta di fondi con uno stanziamento iniziale di 50.000 euro. È possibile effettuare donazioni attraverso il sito:  www.caritas.org/donate-now/haiti-earthquake-2021/ : mancano cibo, acqua, tende, kit igienici e di primo soccorso. La situazione, riferiscono fonti locali, è “caotica, la portata del disastro non è ancora prevedibile”.