Cammino sinodale, le indicazioni del Papa alla Cei

Aperta l’assemblea dei vescovi: un percorso che coinvolga tutti illuminato dal convegno di Firenze

Cammino sinodale
Il Papa all'assemblea dei vescovi Copyright: CEI

Cammino sinodale, tribunali ecclesiastici, seminari. Sono i tre punti che Papa Francesco ha indicato per i lavori della 74^ Assemblea della Conferenza episcopale italiana, aperta dall’intervento del S. Padre.

Che non ha mancato di scherzare sulla sede scelta per svolgere la riunione, ovvero l’Ergife Palace, un grande albergo romano, noto per essere stato in passato sede di molti concorsi pubblici: “Quando sono entrato mi è venuto in mente un cattivo pensiero, scusatemi: ma siamo ad una assemblea dei Vescovi o ad un concorso per eleggere il vescovo più bello? Perché qui si fanno concorsi mondiali ma speriamo che questa assemblea vada bene avanti. So che non è facile fare una cosa domestica in una casa che non è nostra ma possiamo fare che diventi nostra col nostro atteggiamento e la preghiera”.

Il Papa è stato accolto dal presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia, e dai vicepresidenti monsignor Mario Meini, vescovo di Fiesole, e monsignor Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara. Assente, invece, il vescovo di Acireale, mons. Antonino Raspanti, perché colpito dal Covid. Con loro anche il segretario generale della Cei mons. Stefano Russo.

I tribunali ecclesiastici

Nel suo discorso a braccio, seguito come sempre da un dibattito a porte chiuse con domande e risposte, il S. Padre si è detto soddisfatto del cammino compiuto dalla Chiesa italiana per quanto riguarda la riforma dei tribunali ecclesiastici, annunciando una visita di due giudici rotali.

I seminari

La formazione è senza dubbio una delle grandi preoccupazioni del Papa. “C’è un pericolo molto grande – ha messo in guardia – sbagliare nella formazione e anche nella prudenza nell’ammettere i seminaristi. Abbiamo visto con frequenza seminaristi che sembravano buoni, ma rigidi. E la rigidità non è del buono spirito”. E dietro quella rigidità “poi ci siamo accorti che c’erano dei grossi problemi. Seminaristi accolti senza chiedere informazioni, che sono stati mandati via da una congregazione religiosa o da una diocesi”. Oltre all’accoglienza, la formazione: “Credo che sulla preoccupazione circa la formazione sacerdotale il cardinale presidente ha ricevuto una lettera dal prefetto della Congregazione per il clero. Non possiamo scherzare con i ragazzi che vengono da noi per entrare in seminario”.

Cammino sinodale

È stato l’ultimo argomento toccato dal Papa ma probabilmente quello che più gli sta a cuore. E ha invitato tutti da una parte a far partire questo processo dal basso, dall’altro a riscoprire la luce del convegno di Firenze di cinque anni fa: “Sono passate tante cose dal primo incontro che abbiamo avuto in San Pietro a oggi”. Qui il Papa non ha risparmiato un rimprovero: “Un atteggiamento che abbiamo tutti, io l’ho visto nella Cei, succede: è l’amnesia. Perdiamo la memoria di quello che abbiamo fatto. E andiamo avanti. E una delle cose sulle quali abbiamo perso la memoria è Firenze”.


Poi, riferendosi al titolo dell’Assemblea, “Annunciare il Vangelo in un tempo di rinascita ‐ Per avviare un cammino sinodale”, il Papa ha aggiunto: “E questo è stato un passo avanti, almeno nella formulazione. Io direi che Il Sinodo deve svolgersi sotto la luce di questo incontro di Firenze. Questo è un patrimonio vostro che deve illuminare questo momento. Dall’alto in basso Firenze. E dal basso in alto il popolo di Dio, la più piccola parrocchia, la più piccola istituzione diocesana.

La luce viene dalla dottrina della Chiesa, ma diciamo viene da Firenze, da quell’incontro, invece il Sinodo deve incominciare dal basso in alto, delle piccole comunità, delle piccole parrocchie e questo ci chiederà pazienza, lavoro, far parlare la gente, che esca la saggezza del popolo di Dio”. Francesco ha fatto riferimento alla Lumen Gentium: “Un Sinodo non è altro che (…) la totalità del popolo di Dio, tutto, dal vescovo via via in giù che è infallibile in credendo. Cioè non può sbagliare. Quando c’è armonia nella totalità. Ma deve esplicitare quella fede”.

Il saluto di Bassetti

Il cardinale Bassetti, parlando del coraggio necessario per intraprendere la strada del sinodo, ha citato Manzoni. Ecco il testo del suo saluto:

Padre Santo, grazie di essere venuto! Di solito, Lei ci accoglieva con gioia nella Sua casa, che ormai sentiamo anche nostra. Per la pandemia invece abbiamo dovuto cambiare sede: come vede, la nostra assemblea è in parte rinnovata e soprattutto ringiovanita. Siamo una famiglia numerosa, anche se non completa a causa del Covid. In questo momento, ci stringiamo insieme a Lei, al dolore di quanti sono stati colpiti dal tragico incidente alla funivia Stresa-Mottarone, assicurando vicinanza al piccolo sopravvissuto e ai familiari delle quattordici vittime. A tutti loro la nostra preghiera.

Il fuoco della Pentecoste

Padre Santo, in questi giorni rifletteremo sul tema “Annunciare il Vangelo in un tempo di rinascita – Per avviare un cammino sinodale”. La recente Nota del Sinodo dei Vescovi ci conforta e sostiene nel processo che intendiamo avviare. Un processo che parte dal basso per coinvolgere il Santo Popolo di Dio nei nostri territori, nelle nostre Chiese. In questi giorni mi è tornata spesso alla mente una frase del Manzoni nei “Promessi Sposi”, quando don Abbondio al cospetto del Cardinale Federigo Borromeo chiosa candidamente: “Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare”. Invece, siamo convinti che se uno non ha coraggio, può essere che gli venga se è mosso da un desiderio più grande delle proprie paure. L’importante è avere sogni e desideri più grandi delle paure. È quel fuoco sacro che abbiamo ricevuto ieri con la Pentecoste.

Il nostro percorso sinodale vuole camminare in sintonia con quello del Sinodo dei Vescovi. È un’opportunità anche per le nostre Chiese in Italia. In ogni Chiesa particolare, infatti, “è veramente presente e opera la Chiesa di Cristo, una santa cattolica e apostolica”.