Concerto per ricordare le vittime del nazismo e invocare la pace

L’evento a Roma nell’ambito del “Festival dei Salmi di Davide”

concerto
La famiglia Ulma

Nell’ambito del “Festival dei Salmi di Davide” si terrà a Roma, al Teatro Brancaccio il 14 dicembre il concerto “Salmi della Pace e della Riconciliazione”. Gli organizzatori hanno scelto di tenere il concerto a dicembre alla vigilia della Giornata della Pace, che ricorre il primo gennaio. Il Festival è stato ideato dalla Fondazione Famiglia Ulma “SOAR” in coincidenza dell’apertura, nel 2016, di un museo situato a Markowa, in Polonia, in ricordo di polacchi che aiutavano ebrei, e che porta il nome della Famiglia Ulma. In questo modo il Festival vuole ricordare le vittime, ebree e polacche, del nazismo e allo stesso tempo celebrare il valore della pace, della riconciliazione, del perdono, dell’amore, della cura dell’altro, del ringraziamento per la vita, della gioia e del rispetto.

Gli artisti

Al concerto, che si svolge sotto il patrocinio onorario del Presidente del Consiglio Pontificio della cultura, cardinale Gianfranco Ravasi, parteciperanno artisti polacchi ed ebrei. Saranno accompagnati da un coro e da un’orchestra sinfonica. Dalla Polonia l’Orchestra Sinfonica della Filarmonica di Rzeszow “Artur Malawski”, il Sienna Gospel Choir e i cantanti: Andrzej Lampert, Kuba Badach, Dominika Zamara, Dariusz Malejonek, Barbara Gąsienica-Giewont, Stanisław Plewniak. Da parte ebraica saranno presenti: Shulem Lemmer, tenore di fama internazionale, una star della musica tradizionale ebraica, cresciuto a New York, nel quartiere di Brooklyn; Yaakov Lemmer, cantore della Sinagoga di Lincoln Square, a New York, e Manachem Bristowski, un eminente pianista israeliano.

Il concerto sarà presentato da Magdalena Wolinska-Riedi dalla TV polacca e da Claudio Marchisio, ex calciatore della Juventus

L’ingresso al concerto è gratuito ma bisogna prenotare i biglietti al sito:  https://instytutpolski.pl/roma/2021/12/07/salmi-della-pace-e-della-riconciliazione/

La Famiglia Ulma: giusti tra le nazioni

L’aggressione armata della Germania di Hitler alla Polonia, il 1 ° settembre 1939, che segnò l’inizio della Seconda Guerra Mondiale, era finalizzata allo sterminio della nazione polacca per colonizzare le sue terre e la loro annessione al Terzo Reich. La Germania ha implementato gradualmente questi piani distruggendo l’élite intellettuale della nazione, appropriandosi delle risorse materiali, agricole e industriali polacche, trattando la Polonia come fonte di materie prime e manodopera a basso costo. Successivamente, cominciò il vero e proprio sterminio della popolazione polacca e ebraica.

La Polonia nei secoli fu uno dei Paesi più accoglienti per gli ebrei. Lo conferma il fatto che prima della Seconda Guerra Mondiale gli ebrei erano circa 3,5 milioni, il 10% della popolazione polacca. La popolazione ebraica della Polonia all’inizio fu colpita da numerosi atti di discriminazione: rimozione dal lavoro, divieto di frequentare scuole e università, obbligo di portare sui vestiti la stella gialla, costrizione al lavoro forzato, creazione dei ghetti, che facilitarono lo sterminio per fame e il saccheggio delle proprietà ebraiche. Ma nel 1941 i tedeschi decisero di “eliminare” gli ebrei e l’anno successivo svilupparono il “piano generale di sterminio” di 11 milioni di ebrei in Europa.


Nelle aree occupate della Polonia i tedeschi crearono campi di sterminio per gli ebrei, tra cui il famigerato campo di Auschwitz. La tragedia degli ebrei suscitò grandissima impressione ma anche una vera campagna di aiuti, condotta da organizzazioni e associazioni clandestine, tra cui il Consiglio per gli aiuti agli ebrei detto “Żegota” (1942). Senza parlare della semplice popolazione delle città e villaggi. Anche se rischiavano la propria vita, i polacchi salvarono tantissimi ebrei.

La storia della famiglia Ulma

Tra gli eroi polacchi che aiutavano gli ebrei c’erano Józef Ulma e la sua famiglia: Wiktoria Niemczak e 6 bambini (nel 1944 era incinta in attesa del settimo figlio). Abitavano nel villaggio di Marcowa nel sud-est della Polonia. Nell’estate e autunno del 1942 i tedeschi ammazzarono la maggior parte degli abitanti ebrei di Markowa. Sopravvissero soltanto gli ebrei che già prima si erano nascosti nelle case dei contadini polacchi. Una delle famiglie che prese l’eroica decisione di nascondere degli ebrei furono appunto gli Ulma.

Nella loro casa trovarono rifugio otto ebrei: 5 uomini della famiglia Szall (erano commercianti di bestiame provenienti dalla città di Łańcut) e Golda e Layka Goldman con la piccola figlia. Józef Ulma era conosciuto per la sua simpatia verso gli ebrei. Prima di ospitarli a casa sua, aiutò un’altra famiglia a fare un nascondiglio in una valle della zona. Sicuramente a spingere Ulma alla sua eroica decisione furono l’amore verso il prossimo e la compassione. Era infatti cosciente della sorte riservata agli ebrei catturati dai nazisti.

Purtroppo, un poliziotto locale avvisò i gendarmi tedeschi che gli Ulma nascondevano gli ebrei. I gendarmi organizzarono una spedizione punitiva: all’alba del 24 marzo 1944 entrarono nella fattoria degli Ulma, che si trovava ai bordi del villaggio. I tedeschi entrarono nella casa e fucilarono gli ebrei. Successivamente i nazisti fecero uscire Józef e Wiktoria Ulma e li trucidarono. Dopo l’esecuzione i gendarmi tedeschi cominciarono a discutere su cosa fare dei bambini: decisero di ammazzarli. Uno dei gendarmi fucilò 3 o 4 bambini. Un cocchiere polacco, obbligato ad assistere al massacro, ricorda bene le sue parole: “Guardate come finiscono i porci polacchi che nascondono gli ebrei”. In poco tempo ammazzarono 16 persone e la 17° nel grembo materno di Wiktoria.

“Giusti” e candidati agli altari

Gli abitanti di Markowa prima avevano eretto un monumento ai loro concittadini, polacchi ed ebrei, ammazzati barbaramente dai tedeschi. Nel 2016 è stato aperto a Markowa il Museo che prende il nome della Famiglia Ulma. E’ stata anche realizzata la Fondazione intitolata alla Famiglia Ulma “SOAR”.

Nel 2003 nella diocesi di Pelplin è cominciato il processo diocesano di beatificazione di 122 martiri polacchi della Seconda guerra mondiale, tra cui Józef e Wiktoria Ulma e i loro figli. Il 20 febbraio 2017, la Congregazione delle Cause dei Santi ha permesso all’arcidiocesi di Przemyśl di continuare la fase diocesana del processo della sola famiglia Ulma, tenendo conto che vivevano e avevano subito il martirio in quella diocesi. Non bisogna dmenticare che tanti cattolici polacchi, come proprio gli Ulma, aiutavano gli ebrei mossi da sentimenti religiosi e come gesto d’amore cristiano verso il prossimo.