Draghi: “Il Mediterraneo può diventare un mare di opportunità”

All’incontro dei vescovi di Firenze il premier ha ribadito che in Ucraina “prevaricazioni e soprusi non devono essere tollerati”

Draghi
Il premier durante il suo discorso

Quanto sta accadendo in Ucraina dimostra che “le prevaricazioni e i soprusi non devono essere tollerati”. L’incontro di Firenze è un “messaggio di fratellanza in un momento di nuove tensioni in Europa”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi intervenendo alla giornata inaugurale del convegno dei vescovi “Mediterraneo frontiera di pace”.

Nel suo saluto, il premier ha toccato vari temi: i giovani, il fenomeno migratorio, la tutela delle minoranze, il cambiamento climatico. Ha ricordato come La Pira sostenesse che “il destino comune delle civiltà che si affacciano sul Mediterraneo” deve portare a un “ordine umano mediterraneo fondato sulla giustizia”.

I giovani

Ragionare su diritti e doveri, secondo Draghi, significa prima di tutto “riferirsi ai giovani”. Ha sottolineato le grandi differenze generazionali che esistono tra Medio Oriente-Nord Africa da una parte e Unione europea dall’altra. Un rapporto a tutto vantaggio dei Paesi emergenti, dove i giovani sono il doppio rispetto al Vecchio Continente e gli ultrasessantacinquenni appena un quarto. “Occuparsi del Mediterraneo, vuol dire prima di tutto occuparsi delle nuove generazioni. Tutti i giovani hanno la legittima aspirazione di realizzare appieno loro potenziale” ha ribadito Draghi, ricordando che occorre “investire in scuola e formazione, creare le condizioni per investimenti e posti di lavoro perché il Mediterraneo sia veramente un mare di opportunità”.

Cambiamento climatico

Riguardo al cambiamento climatico, il premier ha ricordato che il Mediterraneo conserva molta della sua bellezza ma è un “mare che in molti casi è anche inquinato”. Ha citato gli incendi dei boschi lo scorso anno in Spagna, Grecia, Sicilia e Sardegna. I “picchi di temperature mai registrati prima”, con un “aumento superiore alla media globale”. In questa prospettiva la “transizione ecologica è da accelerare” ma “in modo sostenibile”. Offre “grandi opportunità per chi ha coraggio di investire” e i Paesi del Mediterraneo devono coglierle.

Migrazioni

Cambiamenti climatici e instabilità politica costringono “centinaia di migliaia di persone, in gran parte giovani, a emigrare non solo per opportunità ma per necessità”, con enormi rischi. Questo provoca problemi ai paesi di origine che perdono molte delle loro energie e a quelli di arrivo “che faticano a integrarli e accoglierli con dignità”. Per questo serve “una gestione condivisa, umana ed equilibrata dell’emigrazione”. Insieme a una “responsabilità condivisa” occorre “contrastare i flussi illegali” ma anche “regolare l’accoglienza”. Una gestione umana perché “non possiamo essere indifferenti alla sofferenza dei migranti”.

Tutela delle minoranze religiose

Draghi ha evidenziato l’importanza delle religioni e la “tutela delle minoranze religiose, anche nel Mediterraneo”. Nel solco tracciato da Papa Francesco ha auspicato “di continuare in questa missione di dialogo”.

Oltre il Mediterraneo

Fondamentale l’apporto “dal basso”, sul territorio: “Stabilità e pace si costruiscono nelle città, è lì il contrasto quotidiano a povertà e ignoranza” ha sostenuto Draghi. Per questo “autorità civili e religiose sono importanti” per creare un clima “di responsabilità condivisa”. Un Mediterraneo di “pace e di libertà” sarà possibile nella misura in cui saranno tutelate la pluralità e le minoranze, “diritti e doveri come abitanti del grande mare”.


Infine, Draghi ha ricordato che “convivenza, fratellanza e tolleranza che celebriamo in questo incontro si proiettano oltre i confini” del Mediterraneo. Quanto sta accadendo in Ucraina dimostra che “le prevaricazioni e soprusi non devono essere tollerati”.