“Fortunata Bakhita Quascè – Una donna libera contro la schiavitù”

Maria Tatsos: Che porta alla scelta missionaria tante donne?

Comboniane.org

Comunicato Stampa

Le Suore Missionarie Comboniane, in collaborazione con la rivista Donne Chiesa Mondo che a febbraio dedica l’intero numero alla missione femminile, presentano il libro di Maria Tatsos “Fortunata Bakhita Quascè – Una donna libera contro la schiavitù”, la prima Suora Missionaria Comboniana di origine africana (Monti Nuba – Sud Sudan).

L’evento si terrà a Roma il 25 gennaio 2023 alle ore 11.30 presso la Sala Marconi, Palazzo Pio (Piazza Pia, 3).

Intervengono Maria Tatsos, autrice del libro che racconta in forma di romanzo la straordinaria vicenda spirituale e umana di suor Fortunata Quascè; Suor Anne Marie Quigg superiora generale delle Suore Missionarie Comboniane; Raffaella Perin, docente di Storia della Cristianità presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Lucia Capuzzi, giornalista di Avvenire e Direttrice artistica del Festival della Missione Milano 2022, nonché collaboratrice di Donne Chiesa Mondo; e Rita Pinci, coordinatrice del Comitato di direzione del mensile femminile dell’Osservatore Romano. Modera l’evento Suor Gabriella Bottani, Suora Missionaria Comboniana, già coordinatrice internazionale di Talitha Kum.
Con questo numero, dice Rita Pinci, “abbiamo deciso di parlare di missione e di missionarie domandandoci che cosa è che porta alla scelta missionaria tante donne. Ripercorriamo la storia di due millenni, partendo dalla Maddalena che per prima annunciò la risurrezione dando così inizio al movimento missionario e analizziamo come si è superata, dopo il Concilio, l’idea di “piantare” la Chiesa in altri popoli, luoghi, spazi, culture, riscattando l’origine della missione, che è la chiesa in uscita. Con il titolo di copertina “Siamo tutte missionarie” – continua Pinci – intendiamo sottolineare l’advocacy oggi di donne religiose e laiche, che è fede, impegno umano e sociale, generosità e gratuità totale. La missione è un principio, è un modo con cui si entra in contatto con gli altri, con l’Altro. E’
inquietudine per chi è escluso”.

Fortunata Bakhita Quascè è stata per me una sorella nell’ impegno contro la tratta” – afferma Sr. Gabriella Bottani – la sua vita libera, la sua fede, la sua perseveranza coraggiosa, mi hanno sostenuto nei momenti difficili”.


Nel 1853 all’età apparente di nove anni, giunge a Verona una bambina nubana riscattata dalla schiavitù, Fortunata Bakhita Quascè: senza avere a disposizione documenti scritti, perché Fortunata non ne ha lasciati, ma con lo scrupolo di una ricerca storica, Maria Tatsos la racconta in un romanzo storico in coordinamento con le suore comboniane impegnate contro la tratta di persone. Suor Fortunata Bakhita Quascè viene educata in Italia, presso l’Istituto Mazza di Verona, dove conosce San Daniele Comboni.

Aderendo al piano di rigenerazione dell’Africa con l’Africa, la giovane Fortunata ritorna in Africa nel 1873, con una carovana di 30 persone guidata dallo stesso Comboni, che include un gruppo di 14 istitutrici africane. E’insegnante, conosce perfettamente arabo e italiano. Per tutta la sua vita missionaria, prima da laica e poi da religiosa, si dedica all’educazione delle giovani riscattate dalla schiavitù. Il 7 agosto del 1879, ad El-Obeid, Fortunata chiede di entrare nell’Istituto delle Pie Madri della Nigrizia, oggi conosciute come Suore Missionarie Comboniane. Emette i primi voti nel 1882, dopo la morte di San Daniele. Dal 1883 al 1885 vive la prigionia mahdista, e dopo essere riuscita a fuggire insieme a Maria Caprini, nel 1888 fa parte della prima comunità di suore della Colonia antischiavista
Leone XIII alla Gesira (Egitto) fondata da Mons. Francesco Sogaro, provicario apostolico del vicariato dell’Africa Centrale, per accogliere i profughi del Sudan, riscattati dalla schiavitù. Sr. Fortunata muore in terra africana il 12 ottobre 1899, a poco più di 50 anni.

La vita di Sr. Fortunata Bakhita Quascè ci ricorda che la missione ha la sua origine nell’incontro con Cristo ed avviene tramite la testimonianza e l’annuncio ricevuto da persone concrete. Da persone dalle quali Fortunata ricevette cura ed educazione. Fu così che riconobbe la dignità di essere figlia amata da Dio”, afferma Sr. Anne Marie Quigg, superiora generale delle Suore Missionarie Comboniane e continua.  “L’Amore ci raggiunge dove siamo, e ci chiama, anche oggi, come fu per Fortunata, che sentì rivolto a lei l’invito di partecipare al piano di rigenerazione dell’Africa di San Daniele Comboni e ritornò nella terra dove aveva vissuto la schiavitù, per essere educatrice di bambine che, come lei, furono liberate dalla schiavitù, per essere vicino a loro nel riscoprire il dono della dignità. Missione è lasciarsi amare da Cristo e, rimanere nel suo amore (Gv.15,9) compiendo gesti di cura, di solidarietà, di condivisione, di pace, in modo particolare verso chi è maggiormente ferito dall’ingiustizia e relegato ai margini della società a causa di tante situazioni inique, in ogni epoca ed in ogni luogo.”

Sarà possibile porre domande alle relatrici a conclusione degli interventi; dopo l’evento non saranno rilasciate interviste.

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