I missionari orionini in Ucraina: “Non abbandoniamo il campo”

Anche le suore hanno scelto di rimanere accanto alle mamme, ai bambini e ai poveri che assistono. ACS stanzia un milione per le diocesi

Ucraina
Bombardamenti in Ucraina (foto da Twitter)

Le notizie che arrivano dall’Ucraina sono drammatiche. La testimonianza è quella dei missionari orionini. Don Giovanni Carollo, direttore della provincia religiosa “Madre della Divina Provvidenza” da cui dipende la missione orionina in Ucraina, è in contatto da questa notte con i sacerdoti di Don Orione presenti a Kiev e a Leopoli.

Don Moreno Cattelan, che si trova a Kiev, riferisce che “è in vigore la legge marziale. Si raccomanda di mantenere la calma e se suona l’allarme raggiungere i rifugi. Nella notte è stato bombardato l’aeroporto militare della città, situato nei pressi della casa orionina. Molte persone stanno lasciando la capitale formando lunghi incolonnamenti di auto. Non è semplice reperire carburante”.

“I nostri ragazzi disabili hanno solo noi”

“Anche a Leopoli (L’viv) sono suonate più volte le sirene, – fa sapere Don Fabio Cerasa – c’è un traffico pazzesco, perché tutti stanno scappando. Noi siamo qui in casa. I distributori di carburante sono presi d’assalto, così come i bancomat. L’aeroporto è stato già chiuso”. Don Egidio Montanari, sempre da L’viv, riferisce che “l’attacco è su tutta la nazione, da questa mattina continuano a suonare le sirene antiaeree, non abbiamo ancora sentito esplosioni ma credo che ci sia un pericolo di bombardamento dell’aeroporto della città perché stanno facendo questo in varie città dell’Ucraina. Noi restiamo qui, non possiamo abbandonare il campo, la casa e soprattutto i nostri ragazzi disabili perché hanno solo noi. Vediamo come evolverà la situazione”.

Nel frattempo, si è deciso che Don Moreno Cattelan lasci Kiev per raggiungere i confratelli a L’viv così da stare tutti insieme. Ma avendo solo metà serbatoio, si incontreranno a metà strada per poi rientrare a L’viv.

Le suore: “Svegliate dagli spari”

Questa mattina anche le Piccole Suore Missionarie della Carità (Don Orione) sono riuscite a mettersi in contatto con le suore che si trovano a Kharkiv, città tra le più colpite dall’attacco russo, e nella vicina Korotycz. Suor M. Kamila da Kharkiv ha riferito che sono state svegliate nella notte dal rumore degli spari. La situazione è molto delicata. Il Cardinale ha chiesto alle Suore orionine delle due comunità di riunirsi tutte a Korotycz, perché ritenuta più sicura e dove tra l’altro le religiose hanno uno spazio sotterraneo che in caso di pericolo useranno come rifugio.

Alle Suore, appartenenti alla provincia polacca, è stato chiesto se preferissero rientrare in Polonia, ma tutte hanno scelto di rimanere accanto alle mamme, ai bambini e ai poveri che assistono. Come i sacerdoti orionini anche le suore hanno chiesto di pregare tanto.


I superiori generali dei Figli della Divina Provvidenza (Don Orione) e delle Piccole Suore Missionarie della Carità, don Tarcisio Vieira e Madre M. Mabel Spagnuolo hanno manifestato alle religiose e ai sacerdoti orionini e alla popolazione ucraina la vicinanza di tutta la Famiglia Carismatica Orionina, assicurando preghiere per la pace.

ACS stanza un milione per le diocesi

Intanto la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) ha deciso di impegnare 1 milione di euro per la Chiesa ucraina. ACS intende sostenere i 4.879 sacerdoti e religiosi e le 1.350 religiose presenti in Ucraina, affinché possano a loro volta aiutare le famiglie che, da oggi, si trovano coinvolte in un conflitto armato. ACS fornirà aiuti d’urgenza anche ai quattro esarcati greco-cattolici e alle due diocesi latine dell’Ucraina orientale, i quali coprono Kharkiv, Zaporizhya, Donetsk, Odesa e Krym.

«Soprattutto ora, ACS deve assicurare la presenza di sacerdoti, suore e religiosi fra la loro gente, nelle parrocchie, con i profughi, negli orfanotrofi e nelle case per madri sole e per anziani, i quali affronteranno la sfida di sopravvivere in un contesto di aumento vertiginoso dei costi a causa della guerra» ha affermato Thomas Heine-Geldern, presidente esecutivo di ACS Internazionale.

Il vescovo di Kharkiv: “Sempre peggio”

Mons. Pavlo Honcharuk, vescovo di Kharkiv, una delle diocesi dell’Ucraina orientale che ACS sosterrà, ha dichiarato: «La situazione peggiora di giorno in giorno. I prezzi sono in aumento, soprattutto per i beni di prima necessità. La situazione nella diocesi è molto difficile. Il numero dei fedeli è diminuito e quelli rimasti, purtroppo, non possono mantenere le parrocchie né sostenere i sacerdoti. Vengono loro stessi e chiedono aiuto ai sacerdoti e alle suore». ACS sosterrà i 57 sacerdoti e 54 religiosi della diocesi affinché possano soddisfare i propri bisogni quotidiani e aiutare i fedeli che ricorrono a loro perché non hanno nulla.

«Il sostegno di ACS all’Ucraina non è improvvisato, risale al 1963» commenta il direttore di ACS Italia Alessandro Monteduro. «Oggi noi abbiamo il dovere di sostenere sacerdoti, religiosi e suore che sono accanto alla popolazione scossa e terrorizzata. Da questo deriva la nostra tempestiva decisione di impegnare 1 milione di euro per aiuti di emergenza. I nostri benefattori risponderanno con la consueta generosità per essere concretamente accanto ai fratelli di questa grande nazione cristiana, da oggi in guerra», conclude Monteduro.