Il Papa celebrerà la Messa all’Università Cattolica

Il 5 novembre in occasione del 60° anniversario dell’inaugurazione della Facoltà di Medicina e Chirurgia

università cattolica
Il policlinico Gemelli

La Prefettura della Casa Pontificia ha reso noto che venerdì 5 novembre, alle 10,30, Papa Francesco celebrerà la Santa Messa presso la sede romana dell’Università Cattolica del Sacro Cuore in occasione del 60° anniversario dell’inaugurazione della Facoltà di Medicina e Chirurgia.

Il ringraziamento del S. Padre dopo l’intervento

Lo scorso luglio Papa Francesco aveva inviato una lettera al rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. In essa rinnovava la sua gratitudine per le cure ricevute: “La cura è espressione del cuore. L’Università Cattolica del Sacro Cuore porta nel suo nome la vocazione alla cura della persona umana”. Così aveva scritto il Santo Padre dopo il ricovero al Policlinico Agostino Gemelli, il 4 luglio, dove aveva subito una delicata operazione al colon che lo aveva costretto a circa una settimana di degenza in ospedale.

Nella lettera, Francisco ha incoraggiato il prestigioso centro universitario ad andare avanti nella “promozione culturale e integrale della persona umana che apre le porte al futuro”. Allo stesso modo, il Pontefice ha espresso la sua gratitudine e il suo affetto “per la vicinanza che ho sperimentato, per la sincera cordialità e solidarietà che ho visto su ogni volto, per la professionalità di tutti coloro che lo hanno assistito”.


Il Santo Padre ha anche sottolineato che il suo ricovero al Policlinico Gemelli “è avvenuto proprio nell’anno in cui l’Università Cattolica ha compiuto un secolo di vita, celebrando l’anniversario con una frase che mi ha colpito: Un secolo nel futuro”.

Il sogno di padre Gemelli

Il fondatore dell’Università Cattolica, padre Agostino Gemelli, aspirava a creare una Facoltà di Medicina e Chirurgia non appena l’Università fosse stata fondata. Espose le idee fondamentali in un articolo di grande risonanza intitolato “Perché i cattolici italiani vogliono avere una Facoltà di Medicina” (Vita e Pensiero, 1958). In esso precisava: “I cattolici sono sempre più consapevoli della necessità di medici che, nell’esercizio della loro professione, vivano il loro ideale cristiano. In altre parole, abbiamo bisogno di medici la cui anima sia educata all’osservanza delle norme dettate dal cattolicesimo, e che vedano nel malato un fratello da aiutare”.