01 Maggio, 2025

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Il Papa: la speranza apre la vita umana a una finestra sull’Eterno

Pubblichiamo l'introduzione del Papa al libro di Padre Tommaso Giannuzzi, "Profeti di speranza: Don Tonino Bello e Papa Francesco". Nel testo, pubblicato da Àncora Editrice, il sacerdote salentino prende come riferimento le parole del Papa argentino e del Vescovo di Molfetta per provare a dare un volto alla virtù della speranza, sorgente che sgorga nel cuore dell’umanità

Il Papa: la speranza apre la vita umana a una finestra sull’Eterno

Tra i tanti interrogativi che l’uomo si è posto nel corso della storia, uno più di tutti ha sempre trovato una risposta incerta, ma che può permetterci di confrontarci con l’evento da cui nasce la domanda primordiale, cioè la vita oltre la morte; Cosa ne sarà dell’uomo dopo la morte? Che ne sarà di me? Siamo tutti consapevoli che nessuno sfugge al mistero della morte e che i molteplici interrogativi che sorgono da questo evento non possono che coinvolgere quella virtù che, più di ogni altra, consente a ogni uomo e a ogni donna di guardare oltre il limite umano: la speranza! Perché l’attesa è vita, è vivere, è dare un senso al cammino, è trovare le ragioni per andare avanti, è motivare il senso della nostra esistenza, del nostro presente, del nostro essere qui, ora. Il Catechismo della Chiesa Cattolica descrive come la virtù teologale della speranza trovi il suo fondamento nelle parole di Gesù, affermando che:

La speranza è la virtù teologale con la quale aspiriamo al Regno dei cieli e alla vita eterna come nostra felicità, riponendo la nostra fiducia nelle promesse di Cristo e appoggiandoci non sulle nostre forze, ma sull’aiuto della grazia dello Spirito Santo (1). Inoltre, essa corrisponde al desiderio di felicità posto da Dio nel cuore di ogni uomo; assume le speranze ispirate dalle attività degli uomini; li purifica per ordinarli al Regno dei Cieli; protegge dallo scoraggiamento; sostiene in ogni debolezza; espande il cuore in attesa della beatitudine eterna (2).

La speranza offre alla vita dell’uomo una finestra sull’Eterno. Sappiamo bene, però, che la risposta alla domanda sulla meta del cammino cristiano può trovare riscontro negativo, a causa dei tanti influssi sbagliati che provengono dal mondo; Inoltre, di fronte alla paura di pensare che non ci sia un dopo la fine del viaggio, l’umanità potrebbe cadere nella disperazione. Se manca la virtù della speranza, crollano anche le altre virtù che su di essa si fondano. Oggi questo pilastro della fede viene spesso ridicolizzato ed è così fuorviante che il detto popolare “Chi vive di speranza muore di disperazione” domina l’argomento. C’è un rischio sempre più pressante di pensare che la speranza sia:

Una specie di deposito per i desideri insoddisfatti […]. Tuttavia, è necessario chiarire che la speranza è strettamente correlata al realismo. È la tensione di chi, camminando per una strada, ne ha già percorso un tratto e dirige i suoi passi, con amore e trepidazione, verso la meta non ancora raggiunta. Si tratta di un impegno robusto, insomma, che non ha nulla a che vedere con la fuga (3).

Tuttavia, è importante tenere presente che la speranza non è un dono che deriva solo dai meriti umani, bensì una grazia che nasce dal desiderio innato di essere felici. Per mezzo di Cristo morto e risorto, tale grazia, per la potenza dello Spirito Santo, viene inserita nel cuore di ogni uomo e di ogni donna: «questo desiderio è di origine divina»; Dio l’ha posta nel cuore dell’uomo per attirarlo a Sé, l’unico che può appagarlo (4). Scrivo nella Bolla di Invocazione per il Giubileo del 2025:

Tutti aspettano. Nel cuore di ogni persona risiede la speranza come desiderio e attesa di bene, anche se non sappiamo cosa ci riserva il domani. Tuttavia, l’imprevedibilità del futuro suscita spesso sentimenti contrastanti: dalla fiducia alla paura, dalla serenità allo scoraggiamento, dalla certezza al dubbio. Spesso troviamo persone scoraggiate, che guardano al futuro con scetticismo e pessimismo, come se nulla potesse offrire loro la felicità (5).

Prendendo spunto dal pensiero di don Tonino Bello e dalle mie parole e catechesi sulla virtù della speranza, don Tommaso Giannuzzi ha cercato di reinterpretarne alcuni aspetti, che, attraverso le nostre parole, diventano per il lettore un invito a lasciarsi sorprendere da questa forza che trova nel Risorto il suo inizio e il suo culmine. Attraverso l’analisi di alcuni scritti di monsignor Bello e, soprattutto, attraverso le catechesi che ho tenuto su questo tema durante le udienze del mercoledì del 2017, l’autore di questo testo cercherà di dare un volto a questa sorgente che scaturisce nel cuore dell’umanità. Questo invito diventa allora un impegno a far crescere in noi questo “bambino”, come anche monsignor Bello era solito definire questa grande virtù, facendo proprie le parole e il pensiero del grande poeta e scrittore Charles Péguy:

Quale grazia e forza della mia grazia devono essere necessarie affinché questa piccola speranza, vacillante di fronte al soffio del peccato, tremante di fronte hai venti, morente al minimo respiro, rimanga viva, rimanga così fedele, così salda, così invincibile, pura, immortale e impossibile da estinguere […]. Ciò che mi stupisce, dice Dio, è la speranza, e non posso smettere di stupirmi. Questa piccola speranza che sembra una cosa minuscola, questa piccola speranza di bambina, immortale. (6).

Gradi

(1) Catechismo della Chiesa Cattolica, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1992, n. 1817 (di seguito: CCC).

(2) Ib, n. 1818

(3) A. Bello, Squilli di trombe e rintocchi di campane, in Escritos 3, Ed. La Nuova Mezzina, Molfetta (BA) 2014, p. 231. Le opere di Mons. Bello sono raccolti nei sei volumi editi da La Nuova Mezzina. Citeremo le opere nel testo, facendo riferimento al volume in cui sono contenute, con la voce Scritti 1, 2, ecc. [Nota dell’autore].

(5) Francesco, Spes non confundit, Bolla di invocazione del Giubileo ordinario dell’anno 2025, 9 maggio 2024, n. 1.

Exaudi Redazione