Impagliazzo: “Le ferite del Covid sono ancora aperte”

Presentata la “guida Michelin dei poveri”. Le iniziative di S. Egidio per un Natale solidale: tornano i pranzi in presenza e il numero 45586 per le donazioni

Impagliazzo
Marco Impagliazzo (C) Acali / Exaudi

Le ferite del Covid sono ancora aperte, nonostante non manchino le buone notizie. Lo ha ricordato Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di S. Egidio, durante la conferenza stampa di presentazione della consueta guida “Dove mangiare, dormire, lavarsi” che contiene centinaia di indirizzi per i servizi a favore delle persone più vulnerabili. “Sono 264 pagine frutto del nostro lavoro ma anche di quello di associazioni e persone che ci segnalano i luoghi migliori” ha detto Impagliazzo riferendosi a quella che ormai è nota come “guida Michelin dei poveri”.

L’incontro è servito a lanciare anche l’iniziativa “Natale per tutti: per una ripresa che non escluda nessuno”. In quest’ambito tornano i pranzi di Natale in presenza, a tavola, sia pure con le limitazioni imposte dalla pandemia.

In arrivo i primi rifugiati afghani

Ma la prima buona notizia comunicata dal presidente di S. Egidio è che “stanno arrivando i primi afghani, dopo la grande evacuazione di agosto. I primi due sono già arrivati ieri e la prossima settimana ne arriveranno altri 10. Questo grazie al corridoio umanitario aperto poche settimane fa con altre associazioni, la Conferenza episcopale, le chiese evangeliche, in accordo con i ministeri dell’Interno e degli Esteri. Un regalo di Natale per quegli afghani riusciti ad attraversare la frontiera con l’Iran o il Pakistan e oggi accolti in Italia. È l’inizio di un processo che porterà qui 1200 persone. Si tratta di famiglie, anche appartenenti a minoranze come quella sciita hazara, perseguitata dai talebani. Qualche giorno fa – ha raccontato – un ragazzo mi ha detto che si va via non solo per non essere uccisi ma anche per non uccidere. Quando si entra in una logica di guerra queste sono le tragedie.”.

Corridoi umanitari: appello all’Europa

Impagliazzo ha fatto il punto sui corridoi umanitari. Da una parte “si stanno moltiplicando” e ha citato quello aperto da Cipro in occasione della visita di Papa Francesco. I rifugiati saranno ospiti della S. Sede che ha chiesto collaborazione a S. Egidio. Si aggiungono “ai 93 giunti dai campi di detenzione libici la scorsa settimana. Conosciamo le condizioni disastrose e inumane in cui vivono i profughi nei campi libici” ha sottolineato Impagliazzo. Notizie positive che tuttavia contrastano con la situazione che “resta drammatica in tante frontiere dell’Europa. I corridoi restano la via legale per giungere in Europa ma dispiace che siano sempre meno e sempre più ristretti. Facciamo appello perché i paesi europei aprano vie legali per coloro che soffrono le conseguenze di guerre, cambiamenti climatici e gravi crisi in tutto il mondo”.

Le conseguenze della pandemia

Il presidente di S. Egidio ha poi affrontato le “conseguenze del Covid sulla società italiana. Non dal punto di vista sanitario, sebbene da luglio la comunità ha aperto un hub vaccinale per le persone più vulnerabili e povere prive di copertura del Ssn”. Una struttura aperta due giorni a settimana, anche nel periodo di Natale, che ha permesso a tantissime persone che non hanno documenti validi di vaccinarsi, anche grazie al personale medico, infermieristico e tecnico e alla collaborazione con la struttura commissariale del generale Figliuolo, la Regione Lazio e la Asl Rm1 che fornisce i vaccini.

Le conseguenze più pesanti sono quelle economiche. “Dal periodo pre-covid a oggi 1 milione di persone in più sono in condizioni di povertà assoluta” che ormai riguarda “due milioni di famiglie, per un totale di 5,5 milioni di persone di cui 1,3 sono minori. I nuovi poveri del Covid sono famiglie con figli minori e redditi insufficienti per i bisogni primari. Tutto questo perché con le chiusure dovute all’emergenza tanti hanno perso il lavoro, tanti altri sono in condizioni di estrema precarietà”.

Lo spettro dell’inflazione

“Con la campagna vaccinale tanti lavori sono riemersi ma manca quello a tempo indeterminato, il lavoro stabile su cui ancora non si riesce a incidere – ha continuato Impagliazzo – La situazione si sta nuovamente aggravando per il caro vita, per l’aumento dell’inflazione non c’è solo il caro bollette, la spesa incide sui bilanci delle famiglie in difficoltà. I dati ci dicono che le ferite del Covid sono ancora aperte. La stagione dell’emergenza non si è conclusa, ha conseguenze di lungo periodo che non vanno mai dimenticate e si possono affrontare solo insieme. Società civile e istituzioni devono unirsi per una grande campagna di solidarietà”.


A questo proposito Impagliazzo ha lanciato la campagna del numero solidale 45586 attraverso cui è possibile effettuare donazioni sia da telefono fisso che da mobile. Donazioni che arrivano anche da altri fronti, che hanno permesso di distribuire 500.000 pacchi alimentari in Italia.

Ha poi ricordato la grande emergenza relazionale, sottolineando, ad esempio, l’iniziativa del “cohousing” che ha permesso, solo a Roma, di dare un tetto a 900 persone in un anno. “Per loro significa reinserirsi in società, magari trovare un lavoro e rimettersi in gioco. È possibile far uscire le persone da quella precarietà assoluta che è vivere per strada”.

I pranzi di Natale

Infine, l’emergenza freddo e i pranzi di Natale che “tornano insieme, a tavola, sia pure con limitazioni per il distanziamento”. Prima del Covid i partecipanti erano 240.000 in tutto il mondo: “Proveremo a raggiungere gli 80.000 in presenza e a distribuire agli altri il pacco. Solo a Roma e dintorni saranno coinvolte circa 20.000 persone. C’è stata anche una risposta forte da parte dei cittadini, stiamo ancora lavorando per capire quanti ospiti potremo avere in presenza”.

L’emergenza freddo

Quanto al piano freddo, Impagliazzo ha apprezzato l’impegno del neo-sindaco Gualtieri e dell’assessore alle politiche sociali Barbara Funari che hanno moltiplicato i finanziamenti ai vari municipi. Intanto, tra le altre strutture aperte si segnalano Palazzo Migliori, messo a disposizione dalla S. Sede accanto al Colonnato di S. Pietro, la Villetta della Misericordia presso il Policlinico Gemelli, la chiesa del Buon pastore a Trastevere e quella di San Calisto. “Dobbiamo superare l’inerzia, lo stordimento venuto da questo periodo che ci ha provato molto, tutti. Possiamo farlo se riusciremo a occuparci di chi ha più bisogno di noi. Per questo – ha concluso Impagliazzo – faccio appello a tutti i romani e agli italiani affinché in questo Natale si mobilitino perché fa bene a tutti e soprattutto a chi è più povero”.