INTERVISTA: Consensi crescenti per San John Henry Newman dottore della Chiesa

Lo studioso ed esperto Paul Shrimpton, condivide gli ultimi risultati di una ricerca all’avanguardia

Newman doctor Iglesia
San John Henry Newman © Dr. Shrimpton

C’è un crescente consenso sul fatto che un giorno San John Henry Newman sarà proclamato Dottore della Chiesa, dice Paul Shrimpton, studioso ed esperto della figura di Newman, in questa intervista ad Exaudi, sulla base delle sue ricerche all’avanguardia sul tema.

Shrimpton ha recentemente pubblicato l’edizione critica delle carte universitarie di Newman, “My Campaign in Ireland, Part I” (“La mia campagna in Irlanda – Parte I”), finora inedite, che dunque forniscono nuovo materiale prezioso agli studiosi di Newman. Lo studioso parla del “genio educativo” di Newman, che il suo lavoro ha evidenziato meglio ancora, e del perché sia persone di fede sia persone senza fede sembrano essere affascinate da Newman. Dal 2019, anno della canonizzazione, Shrimpton gestisce un gruppo di lettura di Newman per studenti laureati all’Università di Oxford, perché “c’è un anello di verità in tutto ciò che Newman scrive sull’educazione – e la verità ispira! Ispira me e ispira gli altri”.

Ecco l’intervista dello studioso a Exaudi:

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EXAUDI: Dr. Shrimpton, vorrei chiederle della recente edizione critica, a sua firma, delle carte universitarie di Newman, “My Campaign in Ireland, Part I” (“La mia campagna in Irlanda – Parte I”). Dato che quelle carte non erano mai state pubblicate prima, sarebbe giusto dire che questo volume rappresenta una novità nel mondo degli studi di san John Henry Newman? E come?

SHRIMPTON: Per ragioni spiegate nell’introduzione del mio editore, queste carte furono “stampate per la circolazione privata” solo nel 1896, sei anni dopo la morte di Newman. Ma prima di oggi non erano mai state pubblicate, anche se riproduzioni in facsimile furono fatte e furono ampiamente utilizzate dagli studiosi di Newman. Ora, per questa edizione critica, il testo è stato completamente reimpostato, in modo che le note a piè di pagina appaiano sotto il testo di Newman, pur rispettando il formato e l’impaginazione della versione originale. Questo mi ha consentito di fornire note a piè di pagina complete che chiariscono il significato dei vari documenti del volume, fornendo così anche il contesto storico dell’opera educativa di Newman a Dublino.

EXAUDI: Cosa c’è da aspettarsi di imparare che non fosse conosciuto prima, riguardo questo grande santo?

SHRIMPTON: La fama di Newman nel campo dell’educazione è dovuta quasi interamente al suo classico “The Idea of a University” (“L’idea di Università”), considerato da molti il più grande libro sulla natura e lo scopo di un’università. Ma pochi si rendono conto che egli ha istituito la seconda università cattolica nei tempi moderni – e quasi da solo. I rapporti contenuti in “La mia campagna in Irlanda – Parte I” mostrano come svolse questo compito e come fu capace di passar dalla teoria alla pratica. Dalla lettura di essi è chiaro che non abbiamo a che fare con un amministratore accademico lontano dagli studenti, ma con qualcuno che ha una profonda comprensione della condizione umana e riesce a intrecciare insieme i fili di tutto ciò che fa prosperare ciò che è umano all’università.

Ecco perché chiunque abbia un interesse nell’istruzione superiore dovrebbe prender nota di ciò che Newman fece fondando l’Università Cattolica di Dublino, quella che, dopo una storia complicata, è diventata l’University College Dublin, la seconda università più grande d’Irlanda.

EXAUDI: In che modo queste carte danno un’idea, se vogliamo, del genio educativo di Newman?

SHRIMPTON: Ci sono intuizioni di ogni tipo in queste carte universitarie. Per esempio, le lunghe regole e i regolamenti che Newman ideò includono passaggi meravigliosamente ispirati su come un’università dovrebbe stabilire il giusto tono nel trattare coi suoi studenti: sia quelli più indietro nella preparazione, sia i pigri, sia i più motivati. Nello scriverli, Newman attinse alla sua esperienza di tutor all’Oriel College di Oxford. Egli colse la necessità di una gradazione di libertà, man mano che il giovane si avvicina all’età adulta, attraverso la giusta miscela di libertà e di disciplina; quel che si potrebbe definire una progressiva “educazione alla libertà”

Molti lettori de “L’idea di università” lodano Newman per la sua splendida prosa e il suo idealismo, ma lo liquidano come inapplicabile al mondo moderno, presumendo che Newman sia un puro teorico. Altri suppongono che Newman fosse interessato solo alle discipline umanistiche. Queste e altre supposizioni vengono spazzate via quando si legge “La mia campagna in Irlanda – Parte I”, poiché quel che osserviamo è uno schema praticabile per un’università moderna che prevede la scienza e la medicina accanto al latino e al greco. Quel che Newman ricerca è un equilibrio tra il salvaguardare l’educazione liberale degli anni iniziali e un certo livello di specializzazione in linea con i futuri orientamenti di studio per chi presto sarà attivo negli impegni della vita professionale; tutto questo senza sacrificare però né una struttura ben definita, né la completezza, né le esigenze del sistema accademico, per tutti coloro per i quali la conoscenza stessa è una professione.

Questo volume di recente pubblicazione include in aggiunta anche il discorso V, quello “mancante” de “L’idea di università”. Come dice il principale studioso di Newman, Ian Ker, il Discorso V evidenzia “un contrasto devastante tra la frammentata educazione secolarista moderna e un’educazione liberale integrata nella tradizione cristiana, ed è quindi una delle parti più eloquenti dei Discorsi”. E’ il discorso che ha ispirato, tra gli altri, importanti intellettuali come Alasdair McIntyre.

EXAUDI: Cosa l’ha spinta a iniziare questa impresa? Come spiegherebbe brevemente questo lavoro?

SHRIMPTON: Sono stato contattato dal mio editore, Tom Longford, al momento del lancio di due volumi che fan parte della Gracewing Millennial Series di edizioni critiche delle principali opere di Newman. E’ stato suo il suggerimento che l’inedito “La mia campagna in Irlanda” avrebbe potuto far parte di questa serie, quindi mi ha proposto di intraprenderne l’editing, sapendo che io avevo da poco pubblicato con Gracewing il volume “The ‘Making of Men’: the Idea and Reality of Newman’s University in Oxford and Dublin” (2014). Sono stata felice e onorato di accettare l’incarico. Avevo passato nove anni a ricercare e scrivere quel libro, quindi ero ben preparato per il compito di editare “La mia campagna in Irlanda”.

EXAUDI: Allora lo chiedo a lei proprio come esperto di Newman; qual è la rilevanza della figura di Newman per l’oggi?

SHRIMPTON: Io ho trascorso tutta la mia vita lavorativa – quattro decenni – nell’ambito dell’educazione, e posso veramente dire che non c’è nessuno paragonabile a Newman per le sue intuizioni sull’educazione. Le sue idee forniscono in molti modi un potente antidoto a varie carenze nelle scuole e nelle università di oggi, che si tratti della necessità di un’educazione alla virtù oltre che all’intelletto, dell’importanza dell’influenza personale – Cor ad cor loquitur (“Il cuore parla al cuore”) – e dell’attenzione individuale nel processo di maturazione, della comprensione del ruolo dell’educazione sociale e di come essa opera, per non parlare di una serie di intuizioni che Newman sviluppa nell’“Idea” stessa.


Leggere Newman non è facile, anche perché lancia continuamente sfide al lettore, subissandolo di idee. Ma anche se il linguaggio è ridondante – ed egli è considerato da alcuni come il miglior scrittore di prosa del XIX secolo – la ricompensa è abbondante.

Newman vide l’inizio dei tempi post-illuministi, quando le idee razionaliste si stavano già facendo strada nella società e nell’università; ed è degno di nota quanto egli fosse attento alle tendenze contemporanee e quanto fosse preciso nella sua diagnosi delle politiche educative che distorcevano la vera natura dell’educazione. Lo storico Christopher Dawson commenta che “Newman fu il primo pensatore cristiano nel mondo anglofono a rendersi conto pienamente della natura del secolarismo moderno e dell’enorme cambiamento che era già in fase di sviluppo, benché dovesse passare ancora un secolo prima che producesse il suo pieno raccolto di distruzione”.

Quel che è stupefacente è che sia persone di fede, sia persone senza fede sono affascinate da Newman.

EXAUDI: E perché questo avviene, secondo lei?

SHRIMPTON: La ragione è che Newman elaborò, parlando di educazione, una visione davvero necessaria ai tempi moderni. Ed è generalmente riconosciuto che i suoi scritti educativi forniscono un’alternativa attraente alle visioni informi, relativistiche e poco stimolanti delle università contemporanee. Il concetto di università come istituzione con uno scopo unico si è dissolto. Le università contemporanee funzionano sempre più come organizzazioni orientate alla performance, pesantemente burocratiche e imprenditoriali, impegnate a perseguire una concezione strettamente economica dell’eccellenza umana. La letteratura recente che richiama l’attenzione – esplorandola – sulla perdita di direzione dell’università moderna è indicativa della perdita di una visione coerente. Nel tentativo dunque di recuperare il senso di uno scopo, molte di queste critiche moderne si rifanno a “L’idea di università” di Newton come punto chiave di riferimento, e per alcune di queste analisi Newton è la figura centrale. Non è affatto sorprendente che la visione di Newman dell’educazione, con l’idea pastorale alla sua radice, si ponga in contrasto con gli schemi dei pianificatori moderni, poiché la burocrazia è disinteressata alla caritas, vale a dire il motore della vera educazione.

EXAUDI: Qual è stata la sua più grande sfida nell’impegnarsi in questo progetto? E cosa le ha permesso di superarla?

SHRIMPTON:Sorprendentemente, forse, devo ammettere che la mia più grande sfida è stata tradurre in inglese una decina di pagine di latino, come le lettere di Roma ai vescovi irlandesi sull’Università e i decreti del sinodo dei vescovi di Dublino del 1854 che istituiscono l’Università. Mentre le persone istruite nel diciannovesimo secolo sarebbero state in grado di leggere la prosa latina, non è più così!

Dovrei anche aggiungere che la mia ansia, a volte, nel trattare questo grande umanista cristiano, è stata non travisare né distorcere il suo pensiero in alcun modo. Oltre a prendere tutte le precauzioni umane per assicurarmi di non ingannare i lettori, ho anche sviluppato l’abitudine di pregare Newman, per avere aiuto nel mio lavoro di ricerca e di scrittura su di lui.

EXAUDI: Quale ispirazione personale le comunica Newman? E lei crede che anche altri, imparando di più tramite il lavoro da lei compiuto, si sentiranno ispirati allo stesso modo?

SHRIMPTON: C’è un anello di verità in tutto ciò che Newman scrive sull’educazione – e la verità ispira! Ispira me e ispira gli altri.

Dalla canonizzazione di San John Henry Newman, nell’ottobre 2019, io gestisco un gruppo di lettura di Newman per studenti laureati all’Università di Oxford. Io comunico quale materiale leggere una settimana prima, poi ci incontriamo per discuterne per un’ora. Per i primi due mesi ci siamo incontrati ogni settimana, poi ogni quindici giorni, infine gli incontri sono stati spostati online quando siamo entrati in ‘isolamento’ per la pandemia. Ma anziché dissolversi, il gruppo di lettura è cresciuto con l’arrivo di studenti da Harvard, Princeton, Cambridge e Leiden (Olanda). Dopo aver letto l’intera “Idea”, abbiamo affrontato alcuni degli schizzi dell’università in “Historical Sketches vol. III” [“Schizzi storici”], poi le lettere della Tamworth Reading Room a The Times nel 1841, e ora stiamo leggendo sezioni del primo romanzo di Newman, “Loss and Gain” (“Perdita e guadagno”), ambientato a Oxford. Il gruppo di lettura ha superato le mie aspettative: gli studenti sono affascinati da Newman e ogni due settimane tornano per saperne di più.

EXAUDI: Come può essere acquistato il volume?

SHRIMPTON:“My Campaign in Ireland, Part I” (pp. xli + 614) è pubblicato da Gracewing ad un prezzo, 35 sterline, accessibile anche ai privati, non solo alle biblioteche.

EXAUDI: C’è una ragione per cui il titolo dice Parte I? Esiste anche una Parte II?

SHRIMPTON: Nove mesi fa, durante una visita all’archivio di Newman a Birmingham ho scoperto due documenti destinati ad una “Parte II”: un lungo memorandum (172 pagine) intitolato ‘My Connection with the Catholic University’, che fu pubblicato nel 1956; e un’appendice ad esso (657 pagine di lunghezza) che non è mai stata pubblicata, tutta scritta dalla mano di Newman stesso! Ho anche scoperto la prima bozza del memorandum (156 pagine), che non è stata pubblicata. Ora sto realizzando un’edizione critica di tutto questo materiale, e il volume dovrebbe uscire intorno alla Pasqua del 2022.

EXAUDI: Dopo la sua canonizzazione, è cresciuto l’interesse per Newman e le sue idee attorno all’educazione?

SHRIMPTON: Sì, a me sembra evidente che c’è un accresciuto interesse per Newman, anche se – come qualunque altra cosa – questo interesse è stato fiaccato dalla pandemia di covid e dalle sue conseguenze. Aggiungerei anche che sembra esserci un crescente consenso sul fatto che un giorno Newman sarà riconosciuto Dottore della Chiesa.