L’Osservatore Romano compie 160 anni

Da domani cinque numeri speciali e poi un anno di iniziative

Osservatore Romano
La prima pagina del primo numero dell'Osservatore Romano

«Io lo leggo tutti i giorni e, quando non esce la domenica, mi manca qualcosa». È Papa Francesco che parla e si riferisce a L’Osservatore Romano che domani, giovedì 1° luglio, compie 160 anni. In questo testo inedito che sarà pubblicato proprio domani, il Papa aggiunge che la sua passione per “il giornale di partito” – così lo ha definito anche all’Angelus di ieri, solennità dei Santi Pietro e Paolo, annunciando proprio l’anniversario del 160° – è antica: «Anche in Argentina l’edizione in lingua spagnola settimanale la leggevo tutta perché so che è un legame con la Santa Sede, con il magistero e con la vita della Chiesa, con la storia della Chiesa».

Lo aveva già detto ai giornalisti il 2 giugno 2019, tornando in aereo dalla Romania: «Io leggo il giornale di partito e dovreste farlo anche voi, perché è un giornale che offre chiavi interpretative e quello che io penso sta lì, in quelle pagine».

In due parole è riassunta la missione che da 160 anni questo “singolarissimo quotidiano” (come lo definì il cardinale Montini nel centenario del 1961) porta avanti: documentare il pensiero, le parole, le opere del Papa e della Santa Sede e offrire al lettore chiavi interpretative della realtà storica e spirituale del cattolicesimo e del tempo che ci è donato vivere, un tempo letto, “osservato”, da Roma, con lo sguardo della Chiesa.

Cinque inserti speciali

Per festeggiare la ricorrenza dei 160 anni L’Osservatore Romano dal 1 al 5 luglio esce con cinque inserti “speciali” che inaugurano una serie di iniziative in programma lungo tutto l’anno di questo anniversario, con altre edizioni speciali ed eventi. Lo spirito che muove la redazione non è quello della celebrazione nostalgica di un passato glorioso: è piuttosto uno slancio propositivo, aperto alle sfide del futuro su cui si è voluto aprire una discussione, porre una domanda: se è vero che viviamo un “cambiamento d’epoca”, come sta mutando e come vogliamo che si trasformi il giornalismo? Può essere l’enciclica Fratelli tutti un’indicazione per la via di un “giornalismo di fratellanza” come risposta alla crisi che l’irruzione della pandemia ha riproposto in modo drammatico e ineludibile?

Le opinioni di autorevoli direttori

La questione è stata posta ai direttori di diverse testate giornalistiche, italiane e internazionali, e le risposte, notevoli per quantità e qualità, sono state raccolte negli inserti speciali che da domani verranno pubblicati: i direttori di El Pais e Le Monde, di Avvenire, Corriere della Sera e La Repubblica, della Fohla de S.Paulo e di Limes, de La Semaine Africaine e di Scarp de’ tennis non si sono sottratti e hanno riflettuto e immaginato in modo concreto, costruttivo.


Mentre festeggia, L’Osservatore Romano continua parallelamente il suo programma di sviluppo, segnato dall’integrazione tra l’edizione cartacea e quella digitale in forte e promettente crescita che apre a nuovi progetti futuri. Uno sforzo di ammodernamento che ha conosciuto negli ultimi due anni un’accelerazione con il lancio, lo scorso 4 ottobre in occasione dell’uscita di Fratelli tutti, del giornale riconcepito, rinnovato nei contenuti, nel formato e nella grafica.

Firme femminili

Proprio da domani 1° luglio, per la prima volta, la rubrica in prima pagina “La buona notizia”, meditazione settimanale del Vangelo della domenica, viene affidata alla firma autorevole di cinque donne esperte di Bibbia e spiritualità, alcune delle quali già collaboratrici di Donne Chiesa Mondo. Il mensile femminile lo scorso maggio ha superato la tappa dei cento numeri e continua con forza la sua avventura sotto la guida del comitato di redazione coordinato da Rita Pinci. Inizia la serie delle meditazioni scritte da donne suor Maria Ignazia Angelini, badessa dell’abbazia benedettina di Viboldone, seguiranno Lucia Vantini, Rosalba Manes, Rosella Barzotti e suor Fulvia Sieni. Apertura al futuro quindi insieme ad una consapevolezza di un passato forte di 160 anni che ha visto L’Osservatore Romano vivere da protagonista le piccole e grandi vicende della storia degli uomini.

La storia della nascita

L’Osservatore Romano è, infatti, il più antico quotidiano in attività tra quelli che si stampano nella Città eterna. Il primo numero uscì infatti il 1° luglio 1861, subito dopo la proclamazione del Regno d’Italia, e riprendeva il nome di un precedente foglio privato (settembre 1849-1852), finanziato da un gruppo cattolico legittimista francese. Tra i giornali più famosi e citati nel mondo, ha una foliazione ridotta e una tiratura limitata rispetto ai quotidiani più diffusi, ma le sue caratteristiche uniche ne fanno una fonte di primaria importanza, soprattutto per la storia della Chiesa e del papato in età moderna e contemporanea.