“La sicurezza e la stabilità non si otterranno mai con le armi”

Le parole del Santo Padre dopo il Regina Coeli

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Questa sesta domenica di Pasqua, dopo aver recitato il Regina Coeli, il Santo Padre ha alzato la voce per la fine della violenza tra israeliani e palestinesi, “perché la sicurezza e la stabilità non si raggiungeranno mai con le armi”. Il Pontefice ha rivolto il suo pensiero anche al popolo ucraino, ferito dalla guerra e dalla violenza.

Queste le parole del Papa dopo la preghiera mariana, fornite dalla Sala Stampa della Santa Sede:

Dopo il Regina Caeli

Cari fratelli e sorelle,

in questi giorni abbiamo assistito di nuovo a scontri armati tra israeliani e palestinesi, nei quali hanno perso la vita persone innocenti, anche donne e bambini. Auspico che la tregua appena raggiunta diventi stabile, che le armi tacciano, perché con le armi non si otterrà mai la sicurezza e la stabilità, ma al contrario si continuerà a distruggere anche ogni speranza di pace.

Saluto di cuore tutti voi, romani e pellegrini d’Italia e di tanti Paesi, in particolare i fedeli provenienti dal Canada, da Singapore, dalla Malesia e dalla Spagna.


Saluto i Responsabili della Comunità di Sant’Egidio di 25 Paesi africani; come pure le Autorità e i docenti dell’Università di Radom in Polonia. Saluto la Caritas Internationalis, che si è riunita e ha eletto il nuovo presidente. Avanti, con coraggio, sulla via della riforma!

Saluto i fedeli di Scandicci e quelli di Torrita di Siena; i ragazzi del Decanato di Appiano Gentile, gli Scout Agesci di Alghero e i giovani di Senigallia; l’Istituto scolastico “Giovanni XXIII” di Cammarata; e i partecipanti alla staffetta podistica solidale a sostegno della Fondazione per la Ricerca sul Cancro.

Oggi in tanti Paesi si celebra la Festa della mamma; ricordiamo con gratitudine e affetto tutte le mamme, quelle che ancora sono tra noi e quelle che sono andate in cielo. Affidiamole a Maria, la mamma di Gesù. E un forte applauso!

A Lei ci rivolgiamo chiedendo di alleviare le sofferenze della martoriata Ucraina e di tutte le nazioni ferite da guerre e violenze.

A tutti auguro una buona domenica. E saluto i ragazzi dell’Immacolata, che sono bravi. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!