Libertà di Educazione
In omaggio a Edistio Cámere, ricordiamo la sua difesa della libertà di educazione come pilastro di una società plurale e libera

Edistio Cámere è mancato martedì 27. Ero a Chiclayo per questioni familiari. Era una persona eccellente, un vero professionista, un gentiluomo di fede, come la intendeva Kierkegaard, un grande amico. L’anno scorso, è stato così gentile da invitarmi a presentare uno dei suoi libri. In segno di apprezzamento e sincero affetto pubblico, ecco alcuni passaggi del suo libro “Iniziativa privata nell’educazione. Sfide e realtà” (Lima, USIL, 2023), in cui riflette sul diritto fondamentale alla libertà di educazione, riconosciuto dall’articolo 13 della Costituzione politica peruviana del 1993, ponendo particolare enfasi sul diritto dell’impresa privata a creare e gestire servizi educativi nelle diverse modalità e livelli stabiliti. Allo stesso modo, “il libro mira a sradicare il pregiudizio – profondamente radicato nella mente dei governi e di molti cittadini – che solo lo Stato sia in grado di rispondere ai bisogni sociali e che l’impresa privata – sempre e ovunque – persegua esaustivamente i propri interessi individualistici (p. 18).”
Edistio ritiene che “la libertà di istruzione si presenti come la migliore piattaforma per il pluralismo sociale. L’esistenza di una varietà e ricchezza di possibilità di scelta a disposizione dei cittadini è una delle caratteristiche fondamentali di qualsiasi sistema educativo libero (p. 30).” Questa gamma di possibilità apre ai genitori la possibilità di scegliere l’istruzione che desiderano per i propri figli e, allo stesso tempo, questa sana pluralità di opzioni “impedisce un approccio univoco imposto da chi detiene il potere (p. 38).” È una decisione saggia collegare la libertà di istruzione al diritto fondamentale alla libertà di coscienza e di pensiero (art. 2, commi 3 e 4 della Costituzione). Edistio sostiene che “la libertà di creare centri educativi include due elementi costitutivi: dotarli di un insieme di principi e organizzarli e gestirli secondo i principi e i valori incarnati in tale insieme di principi (p. 34)”. L’intervento statale è ingiustificato quando cerca di standardizzare e controllare l’attività educativa. Garantire il corretto funzionamento dell’istruzione in tutte le sue forme è auspicabile, ma non a costo di vanificare la diversità dell’offerta: l’eccessiva regolamentazione burocratica soffoca l’innovazione e la creatività. In questo ambito, è fondamentale applicare il principio di sussidiarietà, in base al quale gli attori civili esercitano il diritto di creare istituzioni educative, assumendosi le responsabilità che la gestione della qualità esige. La mentalità collettivista generata dall’intervento statale priva di responsabilità i cittadini e i diversi attori della società civile. Nel campo dell’istruzione, come in molti altri, non abbiamo bisogno di più Stato, ma di più società.
L’autore sottolinea inoltre la facilità con cui l’iniziativa privata in ambito educativo viene delegittimata quando viene ridotta al solo scopo di lucro. “In questo modo, si elimina la possibilità che qualsiasi altra motivazione ne sia guidata: solidarietà, altruismo, bene comune, aiuto, integrità, valori umani, educazione e sviluppo integrale dei bambini e dei giovani (p. 49).” Un’organizzazione, inclusa una scuola privata, non si limita al desiderio di massimizzare i profitti. Esiste anche un desiderio di servizio che risponde ai bisogni reali degli studenti e delle loro famiglie. Il servizio non è una dimensione umana monopolizzata da enti statali. Anche la società civile ha la capacità di intervenire nella risoluzione dei problemi che affliggono la convivenza sociale, unendosi allo sforzo per migliorare la qualità dell’istruzione. D’altra parte, in risposta agli slogan frettolosi che gli enti statali di tanto in tanto lanciano, Edistio afferma che “le scuole non possono essere trattate come laboratori in cui vengono occasionalmente sperimentate ‘idee felici’ organizzate da burocrazie lontane dalla realtà ma vicine all’ideologia di moda. Le scuole – ovvero genitori, insegnanti e studenti – meritano rispetto e considerazione. L’imposizione volontaria di idee e comportamenti incide radicalmente sulla natura squisita delle cose, sulla dignità e la libertà degli individui e sull’essenza della scuola, che è la trasmissione di conoscenze e valori a persone libere (p. 76)”. Certamente, la fretta e l’improvvisazione non sono accettabili nel delicato mondo dell’istruzione.
In breve, un libro ricco di spunti e un meritato elogio della forza creativa della libertà nel campo dell’istruzione.
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