“L’Opus Dei vuole servire la Chiesa come essa desidera essere servita”
Padre José Tomás Martín de Agar analizza la presentazione degli statuti dell'Opus Dei alla luce del motu proprio Ad charisma tuendum e delle recenti modifiche canoniche

Dopo la presentazione degli statuti dell’Opus Dei alla Santa Sede, Exaudi ha intervistato don José Tomás Martín de Agar, professore emerito di Diritto ecclesiastico presso la Pontificia Università della Santa Croce, sacerdote e membro della Prelatura dell’Opus Dei.
Exaudi: Dopo tre anni di revisione, quali considerazioni fondamentali hanno motivato le modifiche degli statuti e in che modo riflettono la particolare forma di governo “basata sul carisma” promossa dal motu proprio Ad charisma tuendum?
In realtà, il cambiamento intervenuto è stato motivato innanzitutto dalla riforma della Curia Romana nel suo complesso (marzo 2022), che pone le Prelature Personali sotto la giurisdizione del Dicastero per il Clero, sottraendole al Dicastero per i Vescovi in cui si trovavano. Da lì in poi, giunge il Motu Proprio Ad Charisma Tuendum (luglio 2022), in cui, oltre a confermare questa dipendenza dal Dicastero per il Clero, si suggerisce di riformare o rivedere gli statuti dell’Opus Dei affinché la dimensione carismatica dell’Opera sia maggiore e lo spirito proprio dell’Opus Dei, che informa anche i suoi apostolati, possa essere meglio preservato, rivedendo la natura gerarchica del governo dell’Opera nel rispetto della natura secolare dei vincoli che uniscono i fedeli alla Prelatura.
Exaudi: In che misura la riforma dei canoni 295-296 (agosto 2023) potrebbe aver influito sulla configurazione giuridica della Prelatura e quali innovazioni specifiche apporta al nuovo testo?
Ebbene, la riforma dei canoni 295 e 296 menziona come precedenti nella sua nota esplicativa sia la riforma della curia, il già citato Praedicate Evangelium , sia il motu proprio Ad charisma tuendum. Questa riforma non si riferisce esclusivamente alla Prelatura dell’Opus Dei, ma sebbene si estenda a tutte le possibili Prelature, quanto ora affermato nei canoni 295 e 296 riguarda in realtà solo l’Opus Dei, essendo l’unica Prelatura eretta finora. Questa modifica stabilisce che la Prelatura, in quanto tale, è assimilata alle società clericali di diritto pontificio con diritto di incardinazione. Essa conserva inoltre la natura secolare del suo regime interno, poiché secondo il canone 295, il suo governo corrisponde al Prelato (titolo che rimane invariato), che la governa come Moderatore con poteri di Ordinario, secondo gli Statuti di ciascuna Prelatura. Il Prelato è responsabile, come in precedenza, dell’erezione del seminario della Prelatura, dell’incardinazione e della promozione dei suoi seminaristi agli Ordini, e della supervisione della formazione, del sostegno e del ministero dei sacerdoti in modo analogo a quello degli Ordinari diocesani. Questi sono sempre stati sacerdoti secolari. Allo stesso tempo, si ricorda che i fedeli laici che collaborano alla missione pastorale della Prelatura continuano a essere, come lo sono sempre stati, fedeli ordinari della diocesi e delle parrocchie a cui appartengono, normalmente in ragione del loro domicilio.
Exaudi: Come è stato il dialogo con la Santa Sede, in particolare con il Dicastero per il Clero? Qual è stato l’atteggiamento dell’Opus Dei?
San Josemaría diceva che dobbiamo essere fedelmente obbedienti al Santo Padre e ai vescovi diocesani, che dalla Santa Sede ci arriveranno sempre cose buone, il che mi sembra ovvio. Nel processo di riforma degli statuti, che sono stati finalmente sottoposti in bozza alla Santa Sede per l’approvazione definitiva, il ruolo guida è naturalmente spettato al Prelato, coadiuvato dai suoi collaboratori, che ha cercato di incontrare occasionalmente Papa Francesco, promotore ultimo di questo cambiamento. Su un altro piano, si sono svolti colloqui e incontri tra diversi membri, sia del Dicastero per il Clero che di alcuni canonisti dell’Opus Dei, per comprendere, da entrambe le parti, i desideri dell’altra. Soprattutto, naturalmente, da parte dell’Opus Dei, i desideri della Santa Sede e soprattutto del Santo Padre. Inoltre, i membri dell’Opera, dal primo all’ultimo, hanno obbedito e pregato per una soluzione adeguata e soddisfacente alle questioni sollevate dal motu proprio di Papa Francesco, poiché l’Opus Dei vuole e desidera servire la Chiesa come essa desidera essere servita. Pertanto, comprendere ciò che la Chiesa, attraverso la Sede Apostolica, desidera è di primaria importanza.
Exaudi: In questo periodo, lei ha dovuto affrontare un cambio di papato e la “sede vacante”: in che modo ciò ha influenzato il calendario del congresso ordinario dell’aprile 2025 e il processo di presentazione degli statuti?
Il processo di revisione degli statuti dell’Opus Dei si interruppe bruscamente a causa della morte del Santo Padre Francesco. Durante questo interregno, fino all’arrivo di Papa Leone XIV, l’Opus Dei partecipò con tutta la Chiesa, sia nel lutto che nell’attesa dell’esito del conclave. Era normale che in questo periodo la revisione degli statuti non venisse portata avanti in modo così deciso e aperto, nonostante al momento della morte di Papa Francesco fosse già stato convocato il Congresso Generale dell’Opera, che avrebbe dovuto studiare la bozza di statuto e infine darne l’approvazione. Il Prelato, saggiamente, considerò e preferì, consigliato dai suoi consigli, sospendere e non portare a termine l’intero ordine del giorno previsto per quel congresso, ma solo quegli aspetti che richiedevano il rinnovamento degli uffici centrali dell’Opus Dei. E questo fu il compito che fu esplicitamente svolto. Dal messaggio che il Prelato stesso ci ha inviato l’11 giugno, sappiamo che, nonostante il lutto per la scomparsa di Papa Francesco e l’attesa dell’elezione del nuovo Pontefice, i congressisti hanno potuto conoscere gli statuti che sarebbero stati presentati. Il Prelato osserva che “i congressisti hanno dato il loro parere positivo affinché, con il nuovo Consiglio e la Consulta, potessimo concludere la revisione degli Statuti e sottoporli all’approvazione della Santa Sede, cosa che abbiamo fatto oggi”. Ora dobbiamo attendere la risposta della Santa Sede, poiché il motu proprio sulla riforma degli statuti dell’Opera afferma esplicitamente che gli statuti devono essere approvati o consegnati dalla Santa Sede alla Prelatura. Vedremo come si svilupperà questa assegnazione dei nuovi statuti all’Opus Dei.
Exaudi: Una volta elaborati i nuovi statuti, quali cambiamenti pratici noteranno i membri (sacerdoti, numerari, soprannumerari) nella loro vita quotidiana e nella missione pastorale della Prelatura?
Non credo che i membri dell’Opus Dei, in base ai nuovi statuti, troveranno cambiamenti sostanziali nella loro vita quotidiana. Si sono impegnati, sia sacerdoti che laici, a ricercare la santità nelle attività della vita quotidiana e a cercare di diffondere questo stesso desiderio alle tante persone che li circondano. Ognuno secondo lo stato in cui vive, sacerdoti e laici di ogni ceto. Potrebbero esserci nuove modalità, di cui ignoro e quindi non posso specificare, di collegamento dei laici con l’Opus Dei, ma tenendo sempre presente che i canoni relativi a questo collegamento non sono cambiati affatto. Il canone 296 mantiene lo stesso tenore di prima, con un riferimento al canone 107. Quel canone parla di accordi o convenzioni con la Prelatura che sarebbero la base del loro collegamento con essa. I sacerdoti, da parte loro, continueranno a essere incardinati nell’Opus Dei come lo sono stati finora e manterranno il loro status di sacerdoti secolari. Credo proprio che questo accadrà: entrambi si impegneranno, come sempre è avvenuto, nella cura pastorale della diocesi e delle parrocchie in cui vivono, secondo lo spirito eminentemente laico dell’Opus Dei; conservando così la loro natura di cittadini comuni e di persone che si dedicano a Dio lì dove si trovano, senza cambiare status.
Related

Un peruviano ridisegna il sito web del Vaticano
Exaudi Redazione
11 Giugno, 2025
2 min

Leone XIV: un dono immeritato per l’America Latina e il mondo
Exaudi Redazione
10 Giugno, 2025
12 min

Vieni da me e ti darò sollievo
Albert Cortina
09 Giugno, 2025
9 min

I papi e i candidati papali religiosi
Alfons Gea
16 Maggio, 2025
18 min