Myanmar, appello del S. Padre per la riconciliazione

L’augurio alla vigilia delle Olimpiadi invernali: siano un’esperienza unica di fratellanza e di pace

Myanmar
(C) Vatican Media

Al termine dell’udienza generale del mercoledì, Papa Francesco è tornato a far sentire la sua voce per il Myanmar, a un anno dal golpe militare. Ieri i vescovi del Paese avevano proposto una giornata di preghiera per la pace, che era stata ripresa e rilanciata dalla fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre. Oggi il S. Padre ha ribadito che di fronte alle violenze non si può rimanere indifferenti. Ecco le sue parole:

Da un anno a questa parte, ormai, assistiamo con dolore alle violenze che insanguinano il Myanmar. Faccio mio l’appello dei Vescovi birmani affinché la Comunità Internazionale si adoperi per la riconciliazione tra le parti interessate. Non possiamo voltare lo sguardo da un’altra parte, di fronte alle sofferenze di tanti fratelle e sorelle. Chiediamo a Dio, nella preghiera, la consolazione per quella popolazione martoriata; a Lui affidiamo gli sforzi di pace.

Gli auguri per le Olimpiadi

E sempre in tema di pace, il Papa l’ha indicata come augurio per le Olimpiadi invernali che si apriranno venerdì in Cina:


Stanno per aprirsi a Pechino i Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali, rispettivamente il 4 febbraio e il 4 marzo prossimi. Rivolgo di cuore il mio saluto a tutti i partecipanti; auguro agli organizzatori il miglior successo e agli atleti di dare il meglio di sé. Lo sport, con il suo linguaggio universale, può costruire ponti di amicizia e di solidarietà tra persone e popoli di ogni cultura e religione.

La vera medaglia d’oro

Ho apprezzato, pertanto, che allo storico motto olimpico Citius, Altius, Fortius – Più veloce, più in alto, più forte – il Comitato Olimpico Internazionale abbia aggiunto la parola Communiter, cioè Insieme, perché i Giochi Olimpici facciano crescere un mondo più fraterno. Con un particolare pensiero abbraccio tutto il mondo paralimpico. La medaglia più importante la vinceremo insieme se l’esempio delle atlete e degli atleti con disabilità aiuterà tutti a superare pregiudizi e timori e a far diventare le nostre comunità più accoglienti e inclusive. Questa è la vera medaglia d’oro!

Esperienza di fratellanza e pace

Inoltre, seguo con attenzione ed emozione le storie personali di atlete e atleti rifugiati. Le loro testimonianze contribuiscano a incoraggiare le società civili ad aprirsi con sempre maggiore fiducia a tutti, senza lasciare nessuno indietro. Alla grande famiglia olimpica e paralimpica auguro di vivere un’esperienza unica di fratellanza umana e di pace. Beati gli operatori di pace!