«Osare rischiare per Dio e per l’umanità. La nostra fedeltà creativa»

Udienza con i membri del 38° Capitolo Generale dei Missionari Monfortani

Vatican Media

Questa mattina, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza i partecipanti al 38° Capitolo Generale della Compagnia di Maria (Monfortani) e ha rivolto loro il discorso che pubblichiamo di seguito:

Discorso del Santo Padre

 

Cari fratelli e sorelle, benvenuti!

Sono lieto di incontrarvi in occasione del vostro trentottesimo Capitolo Generale, negli anniversari della nascita e della canonizzazione del vostro Fondatore. Celebrando più di tre secoli di vita e di servizio, avete scelto come tema per i vostri lavori il motto: «Osare rischiare per Dio e per l’umanità. La nostra fedeltà creativa». È vero, non è una fedeltà mummificata, è creativa! Sono parole che ben richiamano i valori che hanno animato San Luigi Maria Grignion de Montfort agli inizi della vostra storia.

Egli è vissuto in un tempo segnato da sfide impegnative per la Chiesa e per la società: detto “epoca di razionalisti e di libertini” e al tempo stesso “culla del giansenismo”. Di fronte a queste provocazioni, San Luigi Maria si è chiesto prima di tutto quale ne fosse la radice comune, e l’ha individuata in una eccessiva fiducia degli uomini nella sapienza del mondo a scapito del primato della Sapienza di Dio. Per questo si è lanciato in un’intensa attività di predicazione, con creatività e senza paura, incontrando anche incomprensioni dentro e fuori della Chiesa: succede sempre così. E non si è mai arreso, continuando a predicare e a promuovere l’amore per la vera Sapienza, attraverso la devozione a Maria, fino alla sua morte, avvenuta a soli quarantatré anni, in Vandea, durante una missione. Del suo coraggio voi testimoniate i frutti: presenti in trentatré Paesi, con più di settecento religiosi, assieme ai Fratelli di San Gabriele, alle Figlie della Sapienza e ai Laici Associati. È bello, questo!

Anche oggi le sfide pastorali non mancano: ad esempio l’individualismo che chiude ciascuno nel suo piccolo mondo, il relativismo e l’edonismo che fanno del piacere o del tornaconto personale il metro di ogni scelta, l’egoismo consumistico che inaridisce il cuore dei ricchi e crea ingiuste sperequazioni a danno dei poveri.


Di fronte a tutto questo, San Luigi Maria vi ha lasciato un programma di vita e di azione che è sempre attuale: «cercare, contemplare, rivelare la Sapienza nel cuore del mondo e denunciarne la falsa sapienza» (Regola di vita, Introduzione), e questo sull’esempio e con l’aiuto di Maria. Vorrei sottolineare tre valori che ritengo importanti e attuali, vostri: l’accoglienza, l’internazionalità e la tenerezza.

Il Vangelo ci mostra Maria come colei che, per accogliere in sé Gesù, Sapienza del Padre, con coraggio ha accettato di cambiare completamente la sua vita, le sue abitudini, i suoi sogni e le sue scelte. Così ha custodito e donato ai fratelli l’amore che ha ricevuto, a Nazareth, sul Calvario e nel Cenacolo dove, nella luce della Pasqua, ha condiviso umilmente la vita della prima comunità. L’accoglienza – che è la prima cosa di cui vorrei parlare – è stata una dimensione fondamentale dell’esistenza di Maria e nella missione di lei. Sul suo esempio, esorto anche voi ad esercitarla nelle vostre case e verso le persone che Dio vi affida. Il nostro mondo ha tanto bisogno di accoglienza e, nell’accoglienza ha bisogno di creatività, che ci faccia vicini a tutti, anche in situazioni nuove, che richiedono risposte urgenti. Accogliere a cuore aperto per ricevere.

Per voi questo valore si arricchisce, come testimonia la vostra presenza qui, dei colori dell’internazionalità, della multiculturalità e del dialogo intergenerazionale. In un recente documento avete scritto che il volto vivo di San Luigi Maria oggi ha in voi «i tratti ben marcati dell’Europa, con accenti luccicanti dei Caraibi, dell’America Latina, dell’Africa e dell’Asia» (Lettera dei Capitolari ai Confratelli, Roma, 20 maggio 2017): è vero, è ben musicale, questo, è così; e che è ricco del sorriso, delle lacrime, degli occhi e della bocca di tutte le sorelle e di tutti i fratelli sparsi nel mondo (cfr ivi). E forse qualche canonista vi dirà: “Ma questo non serve, questa non è una definizione canonica di quello che è un istituto”: è una definizione vivace e questo mi piace. È una bella immagine di comunità evangelica, un vero dono per tutti! Fatene tesoro, coltivatela e diffondetela con la vostra testimonianza.

Infine vorrei ricordarvi che le virtù di cui abbiamo parlato fioriscono, ad ogni livello, quando le persone si sentono amate e rispettate. Il Montfort ce lo ha insegnato indicandoci le braccia tenere di Maria, che ci accoglie tutti come figli (cfr Trattato della vera devozione a Maria, n. 48). Lasciatevi stringere dal suo abbraccio materno e colla stessa tenerezza abbracciatevi gli uni gli altri; la tenerezza. Questo aiuterà voi e le persone che incontrerete a tirar fuori e a condividere il meglio di sé e, nella luce di tale condivisione, a discernere ciò che il Signore vi chiede per il vostro futuro. Se volete essere coraggiosi e creativi, dunque, fate vostra la tenerezza di Maria e donatela a tutti, sempre! Ma la tenerezza non è un dolce che si compra, la tenerezza fa dolcezza, ma è forte. Avere un cuore tenero indica fortezza nel cuore per diventare tenero. Non dimenticatevi che la tenerezza è uno dei tre tratti di Dio. Dio è vicino, tenero e compassionevole. Tenerezza, compassione e vicinanza. Fate l’esame di coscienza con questo: “Io, oggi, sono stato vicino o mi sono difeso un po’? Sono stato compassionevole o ho condannato mezzo mondo? Sono stato tenero?”. Portate avanti questi tre tratti di Dio: vicinanza, compassione e tenerezza.

Lo ha testimoniato padre Olivier Maire, Missionario Monfortano, morto per aver accolto in comunità un uomo che aveva sbagliato, una persona molto problematica, a cui però voleva donare un tetto e una speranza per il futuro. La sua generosità e il suo coraggio gli sono costati la vita, per un gesto folle e inspiegabile, e mentre mi stringo ai suoi genitori e parenti, qui presenti, invito tutti voi a far tesoro del suo esempio: ha accolto un fratello perdonando il suo passato e abbracciandolo senza fare calcoli, desiderando solo di donargli amore, con tenerezza. Abbiamo tanto bisogno di imparare ad amare così, di crescere in questo amore, di essere vicini, compassionevoli e teneri.

Per questa ragione lo scorso anno ho voluto consacrare al Cuore Immacolato di Maria la Chiesa e il mondo intero, specialmente l’Ucraina e la Russia. E a voi, che siete la Compagnia di Maria, chiedo di rinnovare questo atto di affidamento e questa supplica. La Madre Celeste ci aiuti tutti a cercare con coraggio e creatività cammini di perdono, di dialogo, di accoglienza e di pace per tutta l’umanità. Vi benedico di cuore e vi chiedo, per favore, di pregare per me.