Pasqua per la vita nella speranza
Oltre il coaching e le terapie: la Pasqua come cammino di trasformazione, nuova vita e speranza per tutta l’umanità

Oggigiorno, le terapie per il successo, la felicità, l’introspezione, ecc. abbondano in tutti i media. Stanno proliferando tutti i tipi di coaching, formazione, mentoring, discorsi motivazionali, libri e programmi ispiratori, cliniche, esperti e metodologie per migliorare la vita umana. E allo stesso tempo aumenta il numero di problemi legati alla salute mentale, all’ansia e all’insensatezza.
Queste attività e questi problemi aumentano perché gli esseri umani avvertono un costante bisogno di miglioramento, di progresso, di una vita migliore e perché – oltretutto – sembra difficile trovare ragioni per sperare in un futuro migliore.
La vocazione primaria di ogni essere umano è il bisogno di umanizzarsi ogni giorno, di essere migliore, vivendo i valori iscritti nel cuore di ogni persona, come il desiderio di vita, di libertà, di giustizia, di verità, di solidarietà, di pace…
Anche nella dimensione sociale e della convivenza, tutti sperimentiamo la necessità di crescere, migliorando le relazioni interpersonali, le strutture sociali e le organizzazioni.
Proprio la famiglia, la scuola e tutte le istituzioni e gli organismi sociali, in particolare le religioni, esistono per impregnare di valori la vita sociale, per aiutare ogni essere umano a sviluppare e praticare i migliori valori umani, o per rimproverare, se necessario, chiunque li violi.
Questa esigenza di umanizzazione e di perfezione è proprio il messaggio fondamentale che la celebrazione liturgica della Pasqua cristiana ci trasmette in questi giorni.
“Pasqua” è una parola di origine ebraica che significa “passo”. La Pasqua cristiana commemora – in modo remoto – il “passaggio” del popolo dell’Antico Testamento dalla schiavitù egizia alla libertà. Ma, intimamente, confessiamo e celebriamo il “passaggio” del Crocifisso dalla morte alla vita, il “passaggio” dall’apparente fallimento del progetto di vita e del Vangelo di Gesù sulla croce alla vittoria sul male, al trionfo su ogni forma di schiavitù e di morte.
Dopo la morte di Gesù, la prima esperienza che i primi discepoli del Maestro di Nazaret vissero e condivisero fu quella di una trasformazione della loro mente (Rm 12,2), per vivere secondo la logica e la sapienza di Dio (1 Cor 1,18-25). Trasformazione che consiste in una vita nuova (2 Cor 5,17) grazie alla quale ora possono chiamare Dio «Padre» (Gal 4,6) e possono, pertanto, vivere amando e servendo tutti come fratelli.
Questa esperienza di cambiamento, di trasformazione, di vita nuova dei primi cristiani è il fondamento storico della risurrezione. Vita nuova con cui confessano i morti come vivi, il Crocifisso come Vivente, come Risorto, come presente in mezzo a loro.
Da allora, la testimonianza e la presenza migliore del Risorto nel mondo è la vita nuova di un uomo, di una donna, che – proprio per questo – confessa l’incontro con il Crocifisso-Risorto come causa di questa vita nuova, fino a gridare come Paolo: «Non vivo più io, ma Cristo vive in me» (Gal 2,20).
Questa vita nuova, gioiosa, senza paura, che costruisce la pace, attraverso il perdono e attraverso il pane spezzato e condiviso, vita e speranza in abbondanza mediante il comandamento fraterno dell’amore, sono i frutti descritti nei resoconti evangelici delle apparizioni.
Il messaggio fondamentale della Pasqua cristiana, che celebra la risurrezione del Crocifisso, è dunque un’esortazione e un invito a tutta l’umanità a “passare” da forme di morte a forme di vita, da una cultura violenta e fratricida a una civiltà dell’amore, a una cultura della solidarietà e della speranza.
La Pasqua, quindi, non è una commemorazione, una celebrazione riservata esclusivamente ai cristiani. Si tratta, al contrario, di una parola definitiva e definitiva di Dio sulla vita e la morte dell’uomo e dell’intera umanità. Grazie alla risurrezione di Cristo, possiamo vivere nella gioiosa speranza, con la certezza che siamo chiamati alla salvezza e non al fallimento o al trionfo del male.
La risurrezione canta e proclama la possibilità della vita piena a cui tutti aneliamo, non solo i discepoli di Cristo. Perché «Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati…» (1 Tm 2,4). Attraverso la risurrezione, crediamo e confessiamo che la vita piena, felice ed eterna che tutti speriamo è una possibilità, o meglio, una certezza nel Dio di Gesù Cristo.
Pertanto, la celebrazione della Pasqua, sinonimo della celebrazione della vita abbondante a cui aneliamo, è un contributo insuperabile della fede cristiana alla speranza di tutta l’umanità e “rappresenta un nobile sforzo per continuare ad affermare la vita anche quando soccombe alla sconfitta della morte“. (Manuel Fraijó – Citato in: Pagola, José Antonio, Il cammino aperto da Gesù, Matteo 1, Pagina 301).
Celebriamo la Pasqua compiendo dei “passi” verso una vita e una storia personale, familiare e sociale migliori. Possiamo vivere la Pasqua ogni giorno compiendo “passi” verso relazioni e istituzioni migliori. In mezzo al male quotidiano, possiamo superarlo costruendo e muovendoci verso spazi di vita e di speranza.
Buona Pasqua!
Related

Esiste la coppia ideale?
José María Contreras
24 Maggio, 2025
2 min

Sono cattivi o sono stupidi?
Padre Antonio María Domenech
23 Maggio, 2025
5 min

Pietro ha parlato attraverso la bocca di Leone
Luis Francisco Eguiguren
23 Maggio, 2025
3 min

Come diventare un leader migliore?
Hugo Saldaña Estrada
22 Maggio, 2025
2 min