Pedofilia, decisivi ascolto e sostegno alle famiglie

All’ambasciata d’Italia presso la S. Sede l’incontro promosso da Telefono Azzurro

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Il ministro della famiglia Elena Bonetti e il presidente di Telefono Azzurro Ernesto Caffo © Andrea Acali/Exaudi

L’Ambasciata d’Italia presso la S. Sede ha ospitato un incontro sulla prevenzione e il contrasto della pedofilia che ha riunito istituzioni, media, autorità ecclesiastiche, esperti nazionali e internazionali in occasione della Giornata nazionale contro la pedofilia. Un evento promosso da Telefono Azzurro il cui titolo era “Dignità dei bambini e degli adolescenti al tempo del Covid”. Quello degli abusi “è un fenomeno complesso, reso ancor più difficile dallo sviluppo digitale” ha detto il presidente dell’associazione Ernesto Caffo, che ha sottolineato la necessità di “supportare le famiglie con un impegno condiviso per una dimensione nuova di sostegno e accompagnamento”.

Ascolto e intervento rapido

In particolare, Caffo ha evidenziato il bisogno di spazi di ascolto dei minori: “Poli di segnalazione in cui chiedere aiuto”. Un’azione svolta da tempo da Telefono Azzurro e che i giovani usano sempre di più ma “il problema è come intervenire con la velocità necessaria. Abbiamo fatto accordi con i provider per togliere immagini improprie, soprattutto di sexsting e sextortion, dalla rete. La denuncia è importante ma non basta”.

Sostegno alle vittime

C’è poi l’aspetto dell’aiuto alle vittime: “Molte volte queste esperienze sono profondamente lesive della dignità dei ragazzi” e dunque “è fondamentale fornire gli strumenti necessari ai ragazzi, formarli ma anche educare gli adulti perché possano stare loro accanto e infine avere delle normative che vincolino le grandi aziende a delle regole per evitare che i bambini possano essere oggetto di situazioni a rischio”.

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Il saluto dell’ambasciatore Sebastiani © Andrea Acali/Exaudi

Anche l’ambasciatore Sebastiani, nel suo saluto, ha sottolineato l’“importanza di norme per contrastare questo fenomeno e accompagnare le vittime”.

Il ruolo della famiglia

Centrale il ruolo della famiglia, come ha evidenziato il ministro Elena Bonetti: “Bisogna riconoscere che le famiglie sono il luogo del vissuto dei più piccoli e sono chiamate a esercitare una funzione educativa alla quale però deve partecipare con corresponsabilità tutta la nostra comunità, dalla scuola al mondo dell’educazione non formale del terzo settore. Le famiglie sono purtroppo a volte il luogo della violenza subita da parte dei minori e ancora di più serve una rete di comunità che sappia prevenire e formare quelle relazioni positive tra adulti e piccoli su cui si deve fondare una nuova alleanza sociale”.

Come intervenire concretamente? “Lo stiamo facendo attraverso la riforma del Family Act – risponde il ministro – che si avvale, sul piano economico, dell’assegno unico universale, ma anche promuovendo il ruolo educativo delle famiglie garantendo servizi e reti territoriali necessari ad affiancare le famiglie nel compito educativo”. Il ministro ha annunciato a breve il varo del Piano nazionale dell’infanzia e dell’adolescenza che avrà l’educazione al centro dell’impegno collettivo.

Zuppi: poca prevenzione della pornografia

“L’isolamento ha accentuato le difficoltà di chi già subiva tanta pesantezza – ha detto in collegamento da Bologna l’arcivescovo Matteo Zuppi – ma la pandemia è un’occasione da non perdere. Dobbiamo trovare il modo di ascoltarli. I segnali di disagio sono evidenti, penso alle risse in piazza o all’aumento di casi di autolesionismo”. Il cardinale si è soffermato anche sulla piaga della pornografia “senza fare moralismo”. Un fenomeno che “condiziona scelte, atteggiamenti, modi degli adolescenti” e di fronte a questo c’è “scarsissima prevenzione”. Una “grande sfida” perché è “materiale accessibile ai minori via internet con pesanti conseguenze sulla psiche dei minori”.

L’azione della Polizia postale

La giornata ha visto numerosi interventi. Il sottosegretario Scalfarotto ha illustrato i numeri del contrasto alla pedofilia e pedopornografia on line, purtroppo in crescita. Imprescindibile l’azione della polizia postale con l monitoraggio continuo della rete. Rispetto al 2019, lo scorso anno, con la pandemia, sono aumentati del 132% i casi trattati dal Centro nazionale di contrasto alla pedopornografia. Registrato il 77% in più dei casi di cyberbullismo, adescamento, sexstortion. Preoccupante l’abbassamento dell’età delle vittime con 14 casi in una fascia inferiore a 13 anni e 4 casi minori di 9 anni. Gli episodi di adescamento on line sono aumentati da 26 a 41 casi.


La strategia di contrasto alla pedofilia si basa su 4 capisaldi: intensificazione del monitoraggio, aumento della collaborazione con i social media, progetti mirati di interventi educativi nelle scuole e rapporti più intensi con le polizie internazionali. Tra i risultati ottenuti l’aumento di oltre il 90% degli indagati e di centinaia di siti inseriti nella black list, 14 operazioni per colpire gruppi e soggetti pedofili. A questo si affianca un’azione di prevenzione, con diverse campagne formative nelle scuole e per gli adulti.

Il fenomeno delle spose bambine

Anche Carla Garlatti, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, ha posto l’accento sulla prevenzione “perché una volta subito l’abuso è difficile recuperare”. In questo quadro l’impatto della pandemia “è stato tremendo perché il 62% degli ‘orchi’ si trova in casa. E con il lockdown le vittime si sono trovate a convivere con i loro carcerieri senza valvole di sfogo”.

L’ex giudice minorile ha inserito in questa situazione anche il fenomeno delle “spose bambine: non riesco a non vedere in questo una forma di pedofilia”. Fenomeno che “non riguarda solo paesi stranieri ma anche l’Italia”. Per l’immigrazione (e ha citato il caso di una bambina del Bangladesh che sarebbe dovuta andare in sposa a un quarantenne del suo Paese d’origine) ma anche per le baraccopoli delle città in cui “bambine di 10-12 anni vengono fatte sposare e ritengono questa una forma di protezione che non pensano di trovare nell’istruzione”.

Il saluto di Parolin

La seconda parte del meeting è stata dedicata alle principali azioni messe in campo a livello internazionale per rafforzare la lotta contro gli abusi offline e online. Ad aprirla un messaggio del Segretario di Stato vaticano.

Il cardinale Parolin ha espresso compiacimento per un’iniziativa che punta a riaffermare “il valore inestimabile della vita e della dignità dei più piccoli e dei più indifesi” e il “dovere di un approccio più incisivo nell’educazione delle giovani generazioni, per un radicale rifiuto di ogni violenza e sopraffazione a danno dei minori e ad un uso sempre più corretto dei mezzi di comunicazione”.

Il resto dei lavori, in inglese, ha visto i contributi, tra gli altri, del cardinale Sean O’Malley, membro della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, e di Monsignor Lorenzo Ghizzoni, Arcivescovo di Ravenna e Cervia, Presidente del Servizio Nazionale per la tutela dei minori della Cei.