“Per voi sono vescovo, tra voi sono cristiano”
"Leone XIV: un Papa chiamato a guidare la Chiesa verso la pace, la giustizia e l'unità in tempi di sfide globali"

Habemus Papam! L’8 maggio il Collegio dei Cardinali Elettori ci ha dato questa bella notizia: abbiamo un nuovo Papa! Un’elezione e un evento che assicura la millenaria successione apostolica della Chiesa cattolica nel ministero petrino. Abbiamo un Papa! Una buona notizia che ci riempie di gioia e speranza.
I suoi principali dati biografici e pastorali, la sua spiritualità agostiniana, il nome scelto per esercitare il suo papato, il suo messaggio iniziale dal balcone della Basilica di San Pietro e i pochi tratti del profilo, della figura e della personalità del nuovo Papa che stiamo appena iniziando a conoscere, possono darci indizi o intuizioni su quale potrebbe essere il percorso che intraprenderà nell’esercizio del suo ministero pastorale come guida universale del cattolicesimo e come guida spirituale dell’umanità.
ROBERT FRANCIS PREVOST MARTÍNEZ è nato il 14 settembre 1955 a Chicago, Illinois, Stati Uniti, diventando il primo Papa americano e il 267° nella storia della Chiesa cattolica.
Dai suoi genitori, Louis Marius Prevost e Mildred Martínez, ereditò un mix razziale e culturale di origini italiane, francesi, africane e spagnole. Robert Prevost ha studiato matematica, teologia e diritto canonico. La sua vita e il suo noviziato come membro dell’Ordine di Sant’Agostino iniziarono nel 1977, fino a quando divenne – per due mandati – Priore Generale degli Agostiniani, diventando anche il primo Papa proveniente da questa comunità religiosa, presente in più di 50 Paesi.
Come sacerdote agostiniano, esercitò per molti anni il suo ministero pastorale e missionario in Perù, fino a quando fu nominato vescovo della diocesi di Chiclayo e acquisì lì la cittadinanza peruviana. Doppia cittadinanza che lo rende anche il primo papa peruviano e il secondo latinoamericano. Infine, nella Curia vaticana, ricoprì la carica di capo del Dicastero per i vescovi.
La sua vita spirituale e religiosa è guidata e segnata dall’influsso evangelico e cristiano di sant’Agostino d’Ippona, caratterizzata soprattutto da una ricerca instancabile di Dio nell’uomo e a partire dall’uomo interiore. Una ricerca che si svolge nella vita comunitaria, con l’amore al centro di tutto. L’amore è la grazia di Dio che trasforma, sostiene e guida gli esseri umani, nell’umiltà, verso la verità piena: quella di saperci figli di Dio, servendo tutti come fratelli e sorelle.
Nel suo primo messaggio, il Papa appena nominato ha parlato della pace come del primo saluto del Signore Risorto ai primi discepoli e come della più grande urgenza dell’umanità e del mondo di oggi. Ci ha ricordato che l’amore incondizionato di Dio scaccia ogni paura e ci assicura che il bene trionfa sul male e che Cristo, Luce del mondo, ci precede per costruire ponti e unità attraverso il vincolo dell’amore, “cercando sempre la pace, la giustizia, cercando sempre di lavorare come uomini e donne fedeli a Gesù Cristo, senza paura, per annunciare il Vangelo, per essere missionari”, per una Chiesa “del dialogo, sempre aperta ad accogliere, come questa piazza, con le braccia aperte a tutti. Tutti coloro che hanno bisogno della carità, della nostra presenza, del dialogo e dell’amore… Vogliamo essere una Chiesa sinodale, una Chiesa che cammina, una Chiesa che cerca sempre la pace, che cerca sempre la carità, che cerca sempre di essere vicina, soprattutto a coloro che soffrono”.
Con questa ricchezza di talenti e di esperienza, il nuovo Papa è ben equipaggiato per affrontare le grandi sfide che il mondo di oggi pone all’essere e all’operare della Chiesa, alla sua stessa identità e al compito evangelizzatore della Chiesa, che siamo tutti noi battezzati. Che questa ricchezza di esperienze e di doni possa ispirare tutti i cittadini del mondo e quanti, mediante la fede e il battesimo in Cristo, hanno l’impegno di essere e costruire la Chiesa.
Sono molti i gravi problemi che oggi condizionano la vita umana e la convivenza sociale: conflitti armati, cambiamenti climatici, iniqua distribuzione della ricchezza e della giustizia, impoverimento della stragrande maggioranza e disuguaglianza sociale, insicurezza alimentare, violazioni dei diritti umani, massicce migrazioni umane, ascesa di regimi dittatoriali, perdita di biodiversità, iniqua distribuzione delle opportunità tecnologiche e così via.
E all’interno della Chiesa: la secolarizzazione, le tendenze “culturali” del postmodernismo, la “cultura della morte”, i crimini sessuali commessi dal clero, la polarizzazione interna e le tensioni tra blocchi ideologici, generazionali o ideologici, la crisi delle vocazioni sacerdotali e religiose, ecc., mettono in discussione o ostacolano la capacità della Chiesa di adempiere pienamente e autenticamente al compito affidatole da Gesù nel mondo.
Tutti questi problemi diventano oggi grida e sfide alla missione della Chiesa nel mondo, guidata da Leone XIV.
Un uomo, un religioso, un cristiano, un pastore, la cui mescolanza razziale e culturale, la conoscenza di diverse lingue, la sua formazione accademica, la sua spiritualità agostiniana, la sua esperienza pastorale missionaria nelle comunità dei più poveri, il suo servizio come Generale degli Agostiniani e come capo del Dicastero per i Vescovi di tutto il mondo, ecc., lo qualificano come un Papa la cui testa e il cui cuore abbracciano l’umanità intera, come un pastore di pace, capace di conciliare e riconciliare i nord con i sud della terra, capace di guidare la Chiesa come una casa dalle porte aperte a tutti, una casa di compassione e di misericordia, come esige il Vangelo e che ci entusiasma per la possibile continuità del ministero svolto dal suo predecessore Francesco, ma – soprattutto – con la logica stessa del Vangelo.
Come Presidente dell’Academy of Catholic Leaders, presente in ventidue Paesi, mi congratulo con tutti noi che formiamo questa istituzione al servizio e a sostegno dell’evangelizzazione della Chiesa nella società, per la scelta del nome per il pontificato del nuovo Papa: LEONE XIV. Leone XIII passò alla storia come il padre della Dottrina
sociale della Chiesa, soprattutto con la pubblicazione della sua Enciclica
Rerum Novarum, nel 1891.
Il nome di Leone XIV significa dunque un rinnovato interesse per la missione della Chiesa nel mondo, che si sforza di illuminare e di tentare di risolvere i gravi problemi sociali che oggi affliggono tanti, soprattutto gli «scartati» della terra.
La Dottrina sociale della Chiesa è il fondamento della visione e della missione dell’Accademia che presiedo, e Leone XIV ci incoraggia, pertanto, a proseguire nella ricerca di una Chiesa migliore e di un mondo migliore, secondo i criteri del Vangelo. Tutto ciò, in questo Anno Giubilare della Speranza, rinnova la nostra speranza in tempi migliori per tutti.
Buon vento e buon mare alla barca di Pietro con Leone XIV come capitano e timoniere! Addio per tanti anni!
Mario J. Paredes – Presidente dell’Accademia Internazionale dei Leader Cattolici