“Porte aperte a tutti i profughi, senza distinzioni”

La testimonianza di padre Biszko: un centro di ritiri spirituali a Leopoli trasformato in centro di accoglienza

profughi
Profughi ucraini (C) ACS

Padre Wladyslaw Biszko gestisce un centro di pellegrinaggi e ritiri spirituali a Leopoli, città dell’Ucraina occidentale, nei locali del seminario cattolico romano. In un colloquio con Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), racconta che «c’è grande andirivieni qui. Migliaia di profughi arrivano ogni giorno». Dall’inizio della guerra gli edifici, costruiti in gran parte grazie al sostegno di ACS, sono stati utilizzati per ospitare profughi provenienti da tutta l’Ucraina. Mercoledì scorso sono stati visitati dall’inviato di Papa Francesco, il cardinale polacco Konrad Krajewski.

“Non chiediamo ai profughi la loro fede”

La casa è aperta a tutti coloro che cercano rifugio, spiega il sacerdote. «Non chiediamo nulla a proposito della religione. Le persone dovrebbero tuttavia sapere che si trovano in un centro cattolico. Preghiamo prima dei pasti e ogni sera abbiamo devozioni, che sono ben accolte. Qui vivono sempre circa 120 persone» riferisce Padre Biszko. «Stanno semplicemente aspettando di sapere se possono tornare alle loro case». Si tratta soprattutto di madri con i figli o di anziani che non vogliono lasciare la propria patria, almeno non ancora. Le persone dormono in ogni spazio disponibile, anche a terra nelle sale conferenze.

I profughi non includono solo gli ucraini. Anche gli studenti internazionali in visita, provenienti ad esempio dall’India, stanno cercando rifugio. Prima della guerra, Leopoli, Kiev, Odessa e Kharkhov erano popolari tra gli studenti internazionali.


La visita del cardinale Krajewski

In qualità di inviato di Papa Francesco, il cardinale Krajewski è in Ucraina da martedì e sta cercando di rafforzare l’opera di soccorso della Chiesa. «Il Santo Padre è presente in Ucraina», ha detto durante la sua visita, «sebbene sia in Vaticano. Sta soffrendo con voi. Il Papa sta sperimentando la via della Croce che voi in Ucraina state percorrendo». Il Pontefice è impegnato per la pace «in ogni modo immaginabile», ha aggiunto il cardinale Krajewski. «Allo stesso tempo il Papa è grato a tutti coloro che stanno mostrando il loro amore verso l’Ucraina».

Gli aiuti di Acs

In risposta allo scoppio della guerra in Ucraina Aiuto alla Chiesa che Soffre sta inviando un pacchetto di aiuti che attualmente ammonta a 1,3 milioni di euro. Il denaro è destinato a sacerdoti e religiosi che lavorano in tutto il Paese nelle parrocchie, con i profughi, negli orfanotrofi e nelle case per anziani.