Padre Jorge Miró condivide con i lettori di Exaudi il suo commento al Vangelo di questa domenica, 10 novembre 2024, intitolato “Questa povera vedova ha dato più di chiunque altro”.
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La Parola di Dio oggi ci invita a vivere nella fiducia in Dio, che mantiene perpetuamente la sua fedeltà (cfr Sal 145).
Per questo abbiamo cantato nell’Alleluia: Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
La scena del Vangelo è commovente. In profondo contrasto con l’immagine presentata dai maestri della legge, una povera vedova si avvicina al tempio e offre il miglior esempio di quella che dovrebbe essere la vera religiosità. È Lei che noi discepoli siamo chiamati a imitare. Le sue due monetine portano il sigillo di quella donazione totale che esige il primo comandamento e che ogni vero atto di culto esige: il Signore, nostro Dio, è l’unico Signore: amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il tuo cuore.
L’incontro con Dio non si realizza attraverso riti esteriori, più o meno appariscenti, ma attraverso quei gesti semplici e silenziosi, che possono anche passare inosservati, ma nei quali l’uomo dà tutta la sua sicurezza per abbandonarsi completamente nelle mani di Dio.
Ciò che conta è un cuore generoso, distaccato e fiducioso nell’azione di Dio, perché Dio non si concentra tanto su ciò che diamo, ma piuttosto su ciò che riserviamo per noi stessi. Nessuno ha dato tanto quanto lei che non ha riservato nulla per sé.
La vera pietà è un abbandono a Dio, un mettersi completamente a sua disposizione, un lasciarsi condurre dallo Spirito Santo, senza resistenze, senza riserve né condizioni. La vedova ha dato tutto a Dio e, con ciò, ha donato se stessa.
La vedova di Sarepta ha la stessa generosità della prima lettura. Su richiesta del profeta Elia, le dà l’ultimo pane che aveva da mangiare per lei e suo figlio. La sua fede era stata messa a dura prova: doveva donargliela rischiando di morire di fame insieme a suo figlio. Quel pezzo di pane che gli veniva chiesto era il suo tutto. E ha dato tutto. Il “amerai il prossimo tuo come te stesso” doveva realizzarsi alla lettera. La sua totale generosità era il suo cibo e la sua vita. E così il vaso della farina non fu svuotato né il vaso dell’olio fu esaurito.
L’adorazione a Dio consiste nell’offerta totale di sé stessi.
Uno dei segni del vivere nello Spirito è la generosità. Generosità verso Dio e verso i fratelli. Perché ha scoperto che tutto è dono, tutto è grazia e che si è più felici quando si dà che quando si riceve (cfr At 20,35).
Vieni, Spirito Santo!
Questa povera vedova ha messo più di chiunque altro: Commento P. Jorge Miró
XXXII domenica 10 novembre 2024
Padre Jorge Miró condivide con i lettori di Exaudi il suo commento al Vangelo di questa domenica, 10 novembre 2024, intitolato “Questa povera vedova ha dato più di chiunque altro”.
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La Parola di Dio oggi ci invita a vivere nella fiducia in Dio, che mantiene perpetuamente la sua fedeltà (cfr Sal 145).
Per questo abbiamo cantato nell’Alleluia: Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
La scena del Vangelo è commovente. In profondo contrasto con l’immagine presentata dai maestri della legge, una povera vedova si avvicina al tempio e offre il miglior esempio di quella che dovrebbe essere la vera religiosità. È Lei che noi discepoli siamo chiamati a imitare. Le sue due monetine portano il sigillo di quella donazione totale che esige il primo comandamento e che ogni vero atto di culto esige: il Signore, nostro Dio, è l’unico Signore: amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il tuo cuore.
L’incontro con Dio non si realizza attraverso riti esteriori, più o meno appariscenti, ma attraverso quei gesti semplici e silenziosi, che possono anche passare inosservati, ma nei quali l’uomo dà tutta la sua sicurezza per abbandonarsi completamente nelle mani di Dio.
Ciò che conta è un cuore generoso, distaccato e fiducioso nell’azione di Dio, perché Dio non si concentra tanto su ciò che diamo, ma piuttosto su ciò che riserviamo per noi stessi. Nessuno ha dato tanto quanto lei che non ha riservato nulla per sé.
La vera pietà è un abbandono a Dio, un mettersi completamente a sua disposizione, un lasciarsi condurre dallo Spirito Santo, senza resistenze, senza riserve né condizioni. La vedova ha dato tutto a Dio e, con ciò, ha donato se stessa.
La vedova di Sarepta ha la stessa generosità della prima lettura. Su richiesta del profeta Elia, le dà l’ultimo pane che aveva da mangiare per lei e suo figlio. La sua fede era stata messa a dura prova: doveva donargliela rischiando di morire di fame insieme a suo figlio. Quel pezzo di pane che gli veniva chiesto era il suo tutto. E ha dato tutto. Il “amerai il prossimo tuo come te stesso” doveva realizzarsi alla lettera. La sua totale generosità era il suo cibo e la sua vita. E così il vaso della farina non fu svuotato né il vaso dell’olio fu esaurito.
L’adorazione a Dio consiste nell’offerta totale di sé stessi.
Uno dei segni del vivere nello Spirito è la generosità. Generosità verso Dio e verso i fratelli. Perché ha scoperto che tutto è dono, tutto è grazia e che si è più felici quando si dà che quando si riceve (cfr At 20,35).
Vieni, Spirito Santo!
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