Salvare la Fraternità: una teologia aperta al dialogo

Un Appello scritto da 10 teologi coordinati dal presidente dell’Accademia per la vita mons. Paglia e dal preside dell’Istituto Giovanni Paolo II mons. Sequeri

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Mons. Paglia © Vatican Media

Si intitola “Salvare la Fraternità – Insieme” l’appello, scritto da dieci teologhe e teologi, convocati da mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontifica accademia per la Vita, e da mons. Pierangelo Sequeri, preside dell’Istituto San Giovanni Paolo II, per una teologia capace di dialogare col mondo contemporaneo. “È un appello alla Chiesa in tutte le sue componenti, e ai Saggi, uomini e donne di buona volontà – spiega un comunicato – È un appello con il quale confrontarsi, non un’analisi da accogliere o respingere. Non è un “direttorio” di tesi alle quali è chiesto di aderire, ma un “repertorio” di temi sui quali ci appare decisivo riflettere e discutere”.

“L’appello – affermano i promotori – scaturisce direttamente dalla provocazione dell’Enciclica di papa Francesco Fratelli tutti. La proposta è raccogliere il senso profondo di questa definitiva provocazione – rivolta ad una Chiesa sollecitata ad aprirsi e a un mondo tentato di chiudersi – inaugurando il clima di una “fraternità intellettuale” che riabiliti il senso alto del “servizio intellettuale” di cui i professionisti della cultura – teologica e non teologica – sono in debito nei confronti della comunità”.

La Chiesa tenda ospitale

L’iniziativa Salvare la Fraternità «è un appassionato invito alla teologia professionale – e in generale ad ogni credente – perché offra uno spazio privilegiato e comune all’impegno di decostruzione del duplice dualismo che ci tiene attualmente in ostaggio: fra la comunità ecclesiale e la comunità secolare; fra mondo creato e il mondo salvato. La Chiesa non è un’aristocrazia spirituale degli eletti, ma una tenda ospitale che custodisce l’arcobaleno dell’alleanza fra Dio e la creatura umana. La fede imparerà ad abitare i linguaggi del mondo secolare, senza pregiudizio per il suo annuncio della vicinanza di Dio. E la prossimità ecclesiale della fede sarà abitabile anche per la Cananea, la Samaritana, Zaccheo, il Centurione. Senza pregiudizio per la loro distanza».

Un appello per i saggi

«Noi vi proponiamo un’inversione di tendenza nel pensiero dell’epoca – affermano i promotori rivolti ai “saggi” del nostro tempo – Non disprezzate il Nome di Dio, al quale l’invocazione dei credenti sinceri si rivolge per tutti gli uomini e le donne del pianeta, e per il quale gli stessi credenti si rendono disponibili ad intercedere per tutti i poveri e gli abbandonati. Criticate noi, quando dovete – e persino quando non dovreste – ma custodite con rispetto il mistero – anche per voi insondabile – del Nome di Dio».

Promuovere il dialogo

Come spiega mons. Vincenzo Paglia nella Postfazione che chiude l’Appello, «le istituzioni ecclesiali sono chiamate a fare la loro parte nella promozione di un dialogo più profondo e assiduo fra l’intelligenza della fede e il pensiero dell’umano. In questo rinnovamento, la teologia e la pastorale convergono, come le due facce dell’identica azione.


La recente enciclica Fratelli tutti incoraggia ad immaginare la nuova prospettiva di questo dialogo come la declinazione efficace e necessaria di una fraternità intellettuale al servizio dell’intera comunità umana. L’impulso alla riscoperta della prospettiva inter-disciplinare e trans-disciplinare, da parte della stessa teologia va in questa direzione (Veritatis Gaudium)».

Gli autori

Il gruppo delle teologhe e teologi che ha elaborato l’Appello su invito e coordinamento di mons. Vincenzo Paglia e di mons. Pierangelo Sequeri sono: Kurt Appell, Carlo Casalone SJ, don Dario Cornati, João Manuel Duque, Isabella Guanzini, padre Marcello Neri, don Giovanni Cesare Pagazzi, Vincenzo Rosito, Gemma Serrano, Lucia Vantini.