“Spero che il vostro lavoro sia sempre animato dal desiderio di aiutare gli altri”

Udienza del Papa ai membri dell’Ispettorato di Pubblica Sicurezza in Vaticano

Vatican Media

Questa mattina, il Santo Padre Francesco riceve in Udienza, nel Palazzo Apostolico, i Dirigenti e il Personale dell’Ispettorato di Pubblica Sicurezza presso il Vaticano.

Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa rivolge ai presenti nel corso dell’incontro:

Discorso del Santo Padre

Signor Capo della Polizia,
Signor Prefetto e Signor Dirigente,
Cari Funzionari e Agenti!

Vi do il benvenuto a questo tradizionale appuntamento, nel quale si scambiano gli auguri all’inizio del nuovo anno. Ringrazio vivamente il Capo della Polizia per le cortesi parole e saluto tutti voi, componenti dell’Ispettorato di Pubblica Sicurezza presso il Vaticano. Il mio pensiero va anche alle vostre famiglie, ai colleghi che non sono presenti, come pure, con riconoscenza, ai Cappellani, che vi accompagnano spiritualmente nel vostro cammino quotidiano.


Questo incontro mi offre l’opportunità di rinnovare a ciascuno di voi l’espressione della mia sentita gratitudine per il servizio che svolgete con abnegazione e spirito di sacrificio. E penso ai giorni di caldo, caldo, caldo e ai giorni freddi, freddi, freddi… Voi capite bene, vero? La vostra presenza in Piazza San Pietro e nell’area adiacente al Vaticano è quanto mai importante per la tutela dell’ordine pubblico. Sono ammirato per l’opera dispiegata durante i raduni dei fedeli e dei pellegrini, che giungono da tutto il mondo per incontrare il Papa e per visitare la tomba dell’Apostolo Pietro e pregare su quelle dei suoi successori, la maggior parte delle quali si trova nella Basilica Vaticana.

E non posso dimenticare, poi, il vostro impegno generoso in occasione dei miei spostamenti nella città di Roma e nelle visite pastorali in Italia. Per tutto questo ribadisco di cuore la mia stima e il mio apprezzamento per la disponibilità e per il servizio attento e qualificato. Vi confido una cosa: mi vergogno a disturbarvi tanto, vorrei andare da solo… Mi vergogno, ma grazie!, si deve fare. Questo servizio, mentre obbedisce ai vostri compiti come funzionari dello Stato Italiano, manifesta anche le buone relazioni che esistono fra l’Italia e la Santa Sede.

Cari amici, vi incoraggio a perseverare negli ideali e nei propositi che ispirano la vostra vita e il vostro comportamento nell’esercizio delle delicate mansioni a voi affidate. Auspico che il vostro lavoro, compiuto non di rado con rinunce e rischi, sia sempre animato dal desiderio di aiutare il prossimo e la collettività. La nascita del Signore Gesù, che abbiamo da poco celebrato, possa tenere sempre vivo in voi il senso cristiano della fraternità e della solidarietà. Vi invito a riscoprire la bellezza e la forza sempre nuova del Vangelo, e a farlo entrare in modo incisivo nelle vostre coscienze e nella vostra vita, testimoniando coraggiosamente l’amore di Dio in ogni ambiente, anche in quello del lavoro. La forza del Vangelo. Per capire il Vangelo bisogna leggerlo. Mi permetto di darvi un consiglio: abbiate un piccolo Vangelo, piccolino e tascabile. Portatelo in tasca, portatelo nella borsa e poi quando siete di qua, di là, e avete un po’ di tempo, ne leggete un pochettino. Tutti i giorni qualche contatto con il Vangelo. Se uno lo ha con sé, è più facile. E questo semina di cose buone l’anima e lentamente riempie l’anima delle parole di Gesù. Questo è un consiglio, voi vedrete.

Nel Messaggio in occasione della recente Giornata Mondiale della Pace ho sottolineato che, anche quando gli eventi della nostra esistenza e della storia sono purtroppo carichi di difficoltà e a volte drammatici, «siamo chiamati a tenere il cuore aperto alla speranza, fiduciosi in Dio che si fa presente, ci accompagna con tenerezza, ci sostiene nella fatica e, soprattutto, orienta il nostro cammino» (n. 1). Anche il vostro servizio può essere segno della vicinanza di Dio ai fratelli e alle sorelle che ogni giorno incontrate e che attendono da voi un gesto di cortesia e di accoglienza. Questo è un modo concreto di essere operatori di pace, “artigiani” di pace. Questo ricevere la gente, ascoltare la gente, aiutare la gente, con gentilezza. E quanto bisogno c’è oggi di persone che lavorano per la pace non con belle parole, ma con i fatti, svolgendo con cura il proprio dovere al servizio del bene comune!

Con questi auspici, desidero porgere i miei auguri per il nuovo anno a ciascuno di voi e ai vostri familiari. Affido tutti voi alla materna protezione della Vergine Santissima e di San Michele Arcangelo, perché intercedano presso il Signore e vi ottengano prosperità e concordia e vi custodiscano da ogni pericolo. Vi accompagni sempre la mia Benedizione che imparto di cuore a ognuno di voi e alle vostre famiglie. E per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Grazie!