Venerdì Santo, commemorazione della Passione

Come vivere bene il Venerdì Santo. La Confessione

Venerdì Santo

Si potrebbe dire che il Venerdì Santo è il culmine della Settimana Santa, non appena si verifica l’evento che viene ricordato: la morte di Dio in soccorso dell’umanità.

Ecco perchè il Venerdì Santo è un giorno che ruota attorno alla croce, un giorno di penitenza. Dal terzo secolo ci sono prove tra i cristiani della pratica del digiuno il venerdì e il sabato prima della veglia pasquale. Ciò si riflette nella cosiddetta Traditio Apostolica di Sant’Ippolito e nella Didaskalia Apostolorum.

Dal IV secolo inizieranno a svolgersi a Gerusalemme le prime celebrazioni liturgiche della Passione del Signore. All’inizio era una giornata dedicata alla prghiera itinerante: i fedeli si trasferivano dal Cenacolo al Golgota dove il vescovo presentava il legno della croce per la venerazione. Mentre gli assistenti leggevano la Sacra Scrittura nei brani in riferimenti alla Passione, venivano cantati i salmi e recitate varie preghiere.

Assenza di celebrazione dell’Eucaristia

La Chiesa non celebra la Santa Messa in questo giorno, cioè non c’è liturgia eucaristica o consacrazione del pane e del vino.

Si osserva la liturgia della parola, con la lettura integrale della Passione del Signore e la recita della preghiera universale, che acquista in questo giorno un significato speciale, poiché la morte di Cristo rappresenta un gesto di redenzione universale.

L’intera liturgia è incentrata sul mistero della Croce e si svolge con grande sobrietà, come dimostra il fatto che la musica liturgica non sia ammessa, per facilitare il raccoglimento e la contemplazione della Passione del Redentore.

Adorazione della Croce

Nella celebrazione liturgica del Venerdì Santo spicca il rito dell’adorazione della Croce, che viene presentata al popolo do Dio recitando la preghiera “Guarda l’albero della Croce dove pende la salvezza del mondo”. Gli assistenti rispondono adorando e baciando la Croce.


Al termine della celebrazione comune, l’altare è nudo, senza ornamenti, in segno di lutto perché Gesù Cristo è morto per noi. Solo la Croce è evidenziata, come segno di redenzione.

Come vivere meglio Venerdì Santo

Poiché questo Venerdì Santo ci troviamo ancora in un periodo di pandemia, il modo migliore per viverlo sarà rispettare, con senso di civismo e in solidarietà, le misure di igiene prudenziali che devono essere osservate.

Sono previsti digiuno e astinenza. Inoltre, viene promossa una raccolta speciale di fondi per il sostegno dei Luoghi Santi in Terra Santa.

La mattina del Venerdì Santo può essere dedicata alla visita di quelli che prima popolarmente venivano detti “Sepolcri”, cioè di quei luoghi dei templi dove è stato deposto il Santissimo Sacramento il Giovedì Santo dopo la Massa in coena Domini.

Una buona confessione

Oltre ad adorare il Signore e tenergli compagnia durante le ore della Sua Passione – che si commemora Venerdì Santo – è un buon momento per avvicinarsi al sacramento della gioia o del perdono di Dio, la Confessione. Non invano questo sacramento viene chiamato “Penitenza”, in quanto una delle condizioni per una confessione ben fatta è proprio il dolore – penitente, e solo d’amore – dei peccati, che può essere promosso più facilmente il Venerdì Santo.

La Chiesa obbliga a confessare i peccati mortali almeno una volta all’anno. Un gesto in più della sua maternità, sempre attenta al bene di noi suoi figli, cattolici. E quale momento migliore della Quaresima o del giorno stesso in cui è morto Gesù Cristo – Venerdì Santo – proprio per liberarci dal peccato?

Vivere il raccoglimento

Per tutta la giornata, con grande naturalezza, cercheremo di raccoglierci, evitando dispersioni e “rumori”, affinché sia possibile la contemplazione del mistero della morte del Figlio di Dio, che insieme alla Risurrezione già in atto, realizzerà la salvezza dell’intera umanità.