Abusi, Benedetto XVI respinge le accuse del rapporto tedesco

Lo stesso dossier riconosce che da Pontefice ha preso provvedimenti utili alla lotta contro la pedofilia

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Benedetto XVI © Cathopic. Angelo Senchuke

Un nuovo rapporto sostiene che il Papa emerito Benedetto XVI ha gestito male quattro casi di abusi quando era arcivescovo di Monaco e Frisinga tra il 1977 e il 1982, prima di essere chiamato in Vaticano a capo della Congregazione per la Dottrina della fede. Benedetto XVI ha presentato un memoriale di 82 pagine agli investigatori che hanno messo insieme il dossier di oltre 1.000 pagine. Il rapporto, prodotto da uno studio legale indipendente in Germania, ha documentato 497 casi nel periodo 1945-2019 mal gestiti dagli arcivescovi di Monaco e Frisinga. Il rapporto è stato presentato nel corso di una conferenza stampa il 20 gennaio 2021.

La Santa Sede ribadisce la necessità di tutelare i minori

Il Vaticano ha reagito attraverso il direttore della Sala stampa della Santa Sede. Matteo Bruni ha spiegato come la Santa Sede sia addolorata dagli abusi nella Chiesa, sia vicina alle vittime e abbia bisogno di tempo per esaminare il documento.

“La Santa Sede ritiene che si debba prestare la dovuta attenzione al documento, il cui contenuto è attualmente sconosciuto”, ha spiegato. “Nei prossimi giorni – ha aggiunto – la Santa Sede potrà fare un esame attento e approfondito”.

“Ribadendo la vergogna e il rimorso per gli abusi commessi dai chierici contro i minori”, ha sottolineato il portavoce vaticano, “la Santa Sede esprime la sua vicinanza a tutte le vittime e ribadisce gli sforzi compiuti per proteggere i minori e garantire loro un ambiente sicuro”.

Il rapporto documenta 497 casi di abusi nell’arcidiocesi contro minori, il 60% dei quali aveva un’età compresa tra gli 8 e i 14 anni. Quattro casi, secondo gli investigatori, risalgono al tempo in cui Ratzinger era arcivescovo. Hanno a che fare con due sacerdoti, sanzionati dai tribunali ma che hanno continuato nelle loro funzioni pastorali, e con il famigerato padre Peter Hullermann, che ha abusato di più di 20 bambini, in un periodo molto più lungo di quello in cui Ratzinger è stato arcivescovo. Altri due dei casi ritenuti mal gestiti nel rapporto sono avvenuti sotto la gestione del cardinale Reinhard Marx, divenuto arcivescovo nel 2007.

Benedetto sempre vicino, pregando per le vittime

L’arcivescovo Georg Gaenswein, segretario personale di Benedetto, ha detto di non essere a conoscenza del contenuto del rapporto dello studio legale Westpfahl-Spilker-Wastl. Nei prossimi giorni il Papa emerito “esaminerà il testo” con la dovuta attenzione.

“Il Papa emerito, come ha già ripetuto più volte negli anni del suo pontificato, esprime il suo disgusto e la sua vergogna per gli abusi dei chierici sui minori, ed esprime la sua personale vicinanza e la sua preghiera per tutte le vittime, alcune delle quali ha conosciuto in occasione dei suoi viaggi apostolici”.

Tuttavia, il rapporto riconosce anche che Ratzinger, una volta eletto Papa, ha adottato provvedimenti utili alla lotta contro la pedofilia nella Chiesa.

Tuttavia, il rapporto riconosce anche che Ratzinger, una volta eletto Papa, ha preso misure importanti nella lotta contro la pedofilia nella Chiesa.

E già in precedenza, come Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale Ratzinger compì il monumentale passo di cambiare la legge della Chiesa per stabilire una corsia preferenziale di dimissioni allo stato clericale per coloro che abusano di minori, per far sì che tutti gli abusi al di sotto dei 18 anni fossero trattati come abusi sessuali su minori e per perseguire anche chiunque commetta reati relativi alla pedopornografia.

L’ex arcivescovo di Vienna, Han Hermann Groer, fu accusato di abusi sessuali e il cardinale Ratzinger fece pressione su Giovanni Paolo II affinché si indagasse, fino alle dimissioni di Groer.

L’attuale arcivescovo di Vienna, il cardinale Christoph Schonborn, ha dichiarato  che Ratzinger “ha fatto sforzi del tutto chiari non per coprire le cose, ma per affrontarle e indagare…”


Benedetto XVI, durante il suo pontificato,  ha dimesso dallo stato clericale per abusi sessuali su minori  molti sacerdoti, di cui 400 solo negli ultimi due anni.

Sono rimaste famose le parole del cardinale Ratzinger alla via Crucis al colosseo del 2005, poco prima di essere eletto papa alla morte di san Giovanni Paolo II: “Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui! […] Il tradimento dei discepoli, la ricezione indegna del suo Corpo e del suo Sangue è certamente il più grande dolore del Redentore, quello che gli trafigge il cuore”

Il dossier rivela un capitolo triste della Chiesa quando gli abusi spesso passavano inosservati. Sfortunatamente, molti paesi hanno dovuto attraversare periodi di shock e crisi per cambiare mentalità, istituire linee guida e controlli e proteggere le vittime. Gli Stati Uniti e l’Irlanda, ad esempio, sono due buoni esempi di nazioni che hanno sperimentato questa realtà. Con l’attuazione della Carta di Dallas e di altre linee guida negli ultimi anni, i casi di abusi sono diminuiti drasticamente.

Gli attuali sforzi della Chiesa per garantire la sicurezza dei bambini e mettere dietro gli scandali

Papa Francesco ha chiesto con forza a tutti di lottare in ogni momento contro gli abusi sessuali da parte del clero. L’ultima occasione è stata questa mattina, con il discorso alla plenaria della Congregazione per la Dottrina della Fede.

Ammettere e affrontare gli scandali degli abusi da parte di chierici, persino di cardinali o vescovi, è stato un capitolo triste durante tutto il pontificato di Francesco. Anche il Papa argentino ha dovuto ammettere di aver sbagliato a credere che qualcuno fosse diffamato, piuttosto che fosse colpevole di insabbiamento. Tuttavia, dopo informazioni adeguate, ha accettato le dimissioni del vescovo Barros di Osorno, in Cile, per aver insabbiato il caso di un prete predatore.

Papa Francesco ha convocato un vertice mondiale senza precedenti sulla protezione dei minori nel 2019. Ha prima privato della berretta rossa e poi disposto la riduzione allo stato laicale del cardinale Theodore McCarrick, a lungo molto potente, e disponendo un rapporto per indagare su come sia stato in grado di fare carriera nella Chiesa nonostante i suoi squallidi precedenti e le voci note su di lui.

Inoltre, ha firmato il fondamentale motu proprio Vos Estis Lux Mundi, per dimostrare che tutti devono rendere conto in caso di abusi e insabbiamenti, compresi vescovi e cardinali, e ha chiesto una maggiore considerazione degli adulti vulnerabili. Inoltre, ha chiesto a tutti gli organi ecclesiastici competenti di collaborare con le autorità civili, una richiesta avanzata per la prima volta da un Pontefice.