Afghanistan: un dramma che chiede solidarietà

Intervento dell’arcivescovo di Ferrara mons. Perego, presidente della Commissione per le Migrazioni e Fondazione Migrantes della Cei

Afghanistan

Il presidente della Commissione per le Migrazioni e Fondazione Migrantes​ della Conferenza episcopale italiana, mons. Gian Carlo Perego, ha scritto una riflessione sulla situazione che sta vivendo l’Afghanistan dopo la conquista del potere da parte dei talebani, definendolo un “dramma che chiede solidarietà”. Ecco le sue parole:

Le ore drammatiche che vivono le persone nelle città e nei paesi in Afghanistan sono sotto gli occhi di tutti. E’ un dramma che dura da anni e che si aggrava in queste ore e che ha portato molti afghani a fuggire dal proprio paese con ogni mezzo e a raggiungere anche l’Italia – dove la comunità afgana è formata da 15.000 persone – e l’Europa. Mille afgani sono sbarcati lo scorso anno in Italia, altrettanti quest’anno; alcuni sono stati accolti, molti di loro hanno continuato il viaggio in Europa. Altri sono stati respinti nei campi e nelle carceri libiche.

Un’azione comune dell’Europa

Il dramma di queste ore dell’Afghanistan ripropone un’azione comune europea nel Mediterraneo che unisca ai controlli, il salvataggio, il riconoscimento e la tutela di coloro che hanno diritto a una protezione internazionale, nelle diverse forme, e la loro accoglienza in tutti i Paesi europei.

Favorire i ricongiungimenti

Al tempo stesso, è necessario favorire e accelerare il ricongiungimento familiare per gli afgani in Italia che hanno nel loro paese i propri familiari. In Afghanistan, oltre a donne e bambini sono presenti anziani, disabili che non possono, come altri, mettersi in fuga e in cammino, ma hanno bisogno da subito di un ponte aereo e poi di corridoi umanitari che possano dare loro accoglienza sicurezza in uno dei Paesi dell’Europa e del mondo che fino ad ora erano stati presenti in Afghanistan.


Come ha comunicato la Presidenza della CEI, le Chiese in Italia continueranno l’accoglienza degli afgani e di tutti coloro che chiedono una protezione internazionale, collaborando con le istituzioni, ma anche continuando a sollecitare una politica migratoria che esca dalle pieghe ideologiche e si apra alla concretezza dell’accoglienza, della tutela, della promozione e dell’integrazione di ogni migrante.