Cardinale Arizmendi: soldi della mafia

Avere la coscienza pulita, vivere secondo la Parola di Dio, vale più di tutto il denaro del mondo

Il cardinale Felipe Arizmendi, vescovo emerito di San Cristóbal de Las Casas e responsabile della Dottrina della fede presso la Conferenza dell’Episcopato messicano (CEM), offre ai lettori di Exaudi il suo articolo settimanale intitolato “I soldi della mafia”.

***

ASPETTO

Il leader locale di un gruppo armato dedito all’estorsione ai danni dei piccoli produttori rurali e di tutti i tipi di commercianti, ha acquistato case e terreni, non perché gli vengono offerti, ma perché gli piacciono e chiede che gli vengano venduti ; Non gli importa quale prezzo gli attribuiscono in milioni; Paga subito in contanti. Ciò che ti interessa è avere sempre più beni. E tutti quelli che conoscono il suo passato dicono che da giovane andò negli Stati Uniti, ma da lì fu espulso più volte perché vagabondo, ubriaco e tossicodipendente. Tornò nella sua città senza soldi; Si è unito a gruppi criminali regionali e ora guida ottimi veicoli, organizza feste rumorose e si sente molto potente. Si è arricchito con i soldi della mafia, non grazie al suo lavoro onesto e costante.

È risaputo che diversi cartelli nel paese hanno influenzato i processi elettorali, investendo molto denaro nelle campagne, in modo che le autorità che poi gestiranno rimangano. È molto difficile verificarlo, ma quando il fiume rumoreggia… Anni fa, durante le campagne per le presidenziali comunali, uno dei candidati chiese di parlare con me. Tra l’altro gli ho raccontato che diverse persone mi avevano riferito che era sostenuto da gruppi criminali armati; lo negò categoricamente. Ne uscì trionfante e, qualche mese dopo, mi confidò che aveva dovuto negoziare con loro, perché altrimenti non lo avrebbero lasciato governare. Quanti candidati e leader hanno assassinato perché non accettavano le loro condizioni! Il governo federale nega che ciò accada, ma disponiamo di altri dati. Il denaro della mafia è molto potente, e poiché possiede armi di grosso calibro, guai a chi non si piega alle sue richieste!

I vescovi della Sicilia e del Sud Italia hanno sospeso l’obbligo dei padrini per il battesimo e la cresima, perché i genitori sceglievano come padrini i boss mafiosi italiani, come un modo per proteggersi, senza tener conto del loro stile di vita corrotto dal traffico di droga e dagli omicidi che commettevano. Impegnarsi ad avere soldi.

Potrebbero esserci soldi della mafia anche negli affari, nei gruppi di potere politici e governativi. Come Chiesa, non siamo esentati. Fanno alleanze per guadagnare più soldi, per avere più beni, per raggiungere determinate posizioni. È molto difficile resistere alla tentazione di arricchirsi in modo immorale!

DISCERNERE

Papa Francesco ha rivolto a quelle mafie queste dure parole: “Agli uomini e alle donne mafiose: per favore cambiate vita, convertitevi, smettete di fare il male, noi preghiamo per voi, convertitevi. Lo chiedo in ginocchio e per il vostro bene. Questa vita che vivi adesso non ti darà piacere, non ti darà gioia, non ti darà felicità.Il potere, i soldi che hai adesso, da tanti affari sporchi, da tanti delitti di mafia, sono cruenti, “È un potere maledetto e non potrai portarlo all’altra vita. Convertiti, c’è ancora tempo per non finire all’inferno, che è ciò che ti aspetta se prosegui su questa strada. Hai avuto un padre, una madre, pensate a loro. Piangete un po’ e convertitevi” (21 marzo 2014).


Durante la sua visita in Messico, nel discorso rivolto ai vescovi nella cattedrale metropolitana di Città del Messico, ha detto:

“Mi preoccupano soprattutto tanti che, sedotti dal vuoto potere del mondo, esaltano chimere e si vestono dei loro macabri simboli per vendere invece la morte in monete che, alla fine, “la tarma e la ruggine guastano, e quindi i ladri forano i muri e rubano» (Mt 6,20). Vi chiedo per favore di non sottovalutare la sfida etica e anticivica che il traffico di droga rappresenta per i giovani e per l’intera società messicana, compresa la Chiesa.

La proporzione del fenomeno, la complessità delle sue cause, l’immensità della sua estensione, come una metastasi che divora, la gravità della violenza che disgrega e le sue connessioni disturbate, non permettono a noi, Pastori della Chiesa, di rifugiarci in condanne generiche, ma richiedono piuttosto un coraggio profetico e un progetto pastorale serio e qualificato per contribuire gradualmente a tessere quella delicata rete umana, senza la quale saremmo tutti sconfitti in partenza da una minaccia così insidiosa. Proprio a cominciare dalle famiglie; avvicinarsi e abbracciare la periferia umana ed esistenziale dei territori desolati delle nostre città; coinvolgendo le comunità parrocchiali, le scuole, le istituzioni comunitarie, le comunità politiche, le strutture di sicurezza; Solo così sarà possibile liberarsi completamente dalle acque in cui purtroppo sono annegate tante vite, sia quella di chi muore vittima, sia quella di chi davanti a Dio avrà sempre le mani sporche di sangue, anche se hanno le tasche piene di sordidi soldi e la coscienza anestetizzata (II-13-2016).

ATTO

Invece di limitarci a lamentarci e denunciare questi eventi, facciamo tutto il possibile per educarci ed educarci al valore del lavoro onesto, anche se non siamo molto ricchi. Avere la coscienza pulita, vivere secondo la Parola di Dio, vale più di tutto il denaro del mondo.