Coparenting: un nuovo modello familiare o un rischio per i figli?

Sfide etiche e benessere dei bambini

Unsplash

Il Comitato spagnolo di bioetica ha messo in guardia in un rapporto sul pericolo della co-genitorialità o della co-genitorialità, per cui due persone (o talvolta più di due) hanno un figlio senza mantenere una relazione emotiva o sessuale.

L’organismo consultivo sulle implicazioni etiche e sociali, presso il Ministero della Salute e rinnovato nel 2023, ha messo in aumento i possibili rischi bioetici di questa pratica familiare in paesi come Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Canada riflettori, in cui due persone, che non hanno una relazione, decidono di avere un figlio insieme.

In Spagna è ancora molto raro, ma si sta facendo strada attraverso agenzie intermediarie come Copaping, Modamily o Lullamate, che, ovviamente, fanno pagare i loro servizi. Oltre a mettere in contatto donne e uomini che desiderano avere figli senza avere una relazione, queste società supervisionano l’accordo di co-genitorialità. “In nessun caso la logica di mercato in cui sono inserite le agenzie intermediarie, secondo la quale tutto può essere scambiato con un prezzo, dovrebbe offuscare la responsabilità genitoriale o trasformare il figlio o la figlia in un bene di consumo”, riprende uno dei punti dello scritto .

I bambini come oggetti

In questo modo, i tredici membri del comitato mettono in guardia anche sulla necessità di dare priorità al benessere e all’interesse superiore del minore, mettendo in discussione alcune pratiche legate alla co-genitorialità.

Uno dei punti si concentra sulla commercializzazione che ne può derivare, soprattutto quando si utilizzano agenzie intermediarie, mettendo in guardia dal rischio di trasformare i bambini in “prodotti” soggetti ad accordi contrattuali, dove la logica del mercato prevale sul benessere. sviluppo emotivo e globale del minore.

In questo senso si evidenzia l’importanza di evitare l’oggettivazione dei bambini, che non dovrebbero essere visti come oggetti del desiderio o strumenti per soddisfare le aspettative dei genitori. Il Comitato insiste sul fatto che “tutti gli accordi di co-genitorialità devono basarsi sulla dignità del minore, considerandolo come un essere dotato di diritti propri e non come un mezzo per soddisfare i desideri degli adulti”.


Allo stesso modo, gli esperti sottolineano la necessità di rafforzare la responsabilità dei genitori negli accordi. Si ricorda che il “miglior interesse del bambino” deve essere il principio guida in ogni rapporto genitore-figlio, motivo per cui è necessaria un’adeguata tutela sociale e giuridica per garantire il benessere dei bambini nati in questo tipo di famiglie.

In breve, questa organizzazione sollecita una profonda riflessione sulla co-genitorialità, insistendo sulla necessità di regolamentare questa pratica in modo etico e responsabile, dando sempre priorità al benessere e allo sviluppo integrale dei bambini e rispettando i diritti fondamentali dei minori.

La nostra valutazione

Analogamente a quanto accade nella maternità surrogata, il bambino diventa un mero oggetto di desiderio invece che un bene in sé da tutelare. La presenza paterna e materna nell’ambiente familiare costituisce l’ambiente naturale dell’educazione, che offre la ricchezza e l’equilibrio delle differenze e della complementarità all’educazione responsabile dei figli. Rinunciare a essa in un disegno di paternità o maternità incentrato sull’interesse egoistico del genitore che fa del figlio un oggetto del desiderio costituisce un attentato alla sua dignità e una manipolazione intollerabile di cui non giova alcuna delle parti.

Come abbiamo precedentemente affermato, non esiste un diritto al figlio, che costituisce un dono per chi lo riceve responsabilmente, ricercando il meglio per la sua educazione, rispettando la sua dignità e i suoi diritti.

Julio Tudela – Cristina Castillo – Osservatorio di Bioetica – Istituto di Scienze della Vita – Università Cattolica di Valencia

CO-GENITORIALITÀ
Un nuovo modello di famiglia o
un’abbeverata per i bambini?
Sfide etiche e benessere dei bambini
Voci – Julio Tudela e Cristina Castillo – Osservatorio di Bioetica