‘Davanti all’eucarestia ho capito il sogno di Gesù per me!’

Parla uno dei novelli sacerdoti ordinati oggi da papa Francesco a san Pietro

Fr. Salvatore Marco Montone- Copyright: Exaudi - Deborah Castellano Lubov
Fr. Salvatore Marco Montone- Copyright: Exaudi - Deborah Castellano Lubov

Oggi nella Basilica di san Pietro, alle 9, Papa Francesco ordinerà sacerdoti nove diaconi di varie età e provenienze, per la diocesi di Roma. Sono sei italiani e un rumeno, un brasiliano, un colombiano, chiamati da lassù – raccontano – chi leggendo la vita di san Giovanni Bosco, chi adorando di notte il santissimo, chi da volontario in un carcere minorile, anche se nelle loro vite c’erano tante altre cose; fidanzate, progetti di studi e di lavoro, sogni di diventare calciatori, o medici, o studiosi di filosofia.

Salvatore Lucchesi di Acireale, in Sicilia, 43 anni, il più anziano dei nove, del suo lavoro di barista amava molto il contatto con la gente, rimasta poi stupita, non vedendolo più dietro il bancone: “’ma tu prete? Oddio! Ma che fai…?’ Ma quando poi la gente vede la tua felicità, la tua gioia, allora dice: ‘se tu felice così allora…,’” racconta adesso riferendo i commenti di amici e conoscenti quando entrò in seminario.

Diego Armando Barrera Parra invece  viene dalla Colombia: “ero fidanzato e facevo anche parte di un’Accademia di ballo in Colombia, viaggiavo,  partecipavo  alle gare… quindi per la vita che facevo la scelta del seminario è stata difficile! E poi, finito il liceo, volevo studiare medicina, avevo anche passato il test di ingresso all’università… Ma la grazia va oltre i nostri limiti, le nostre resistenze… e alla fine ha vinto Lui!”.

La celebrazione si terrà all’altare della confessione, sotto il maestoso baldacchino del Bernini, quello delle liturgie più solenni, dove da tempo, a causa della pandemia, non si vedeva il Papa celebrare.

Un altro nuovo prete è Salvatore Marco Montone, 32 anni, arrivato a Roma da studente universitario di filosofia, proveniente dalla Calabria: “scegliere di diventare prete è stata “sicuramente una scelta non difficile’ ma impegnativa sì”, ricorda oggi; “avevo iniziato la carriera universitaria, ero laureato in storia e filosofia, specializzato… avevo davanti una carriera importante… ma ho lasciato tutto”. EXAUDI ha rivolto a lui alcune domande.

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Quali sono le emozioni più forti di queste ultime ore prima di essere ordinato sacerdote dal Papa? 

Sicuramente un’emozione grande! Essere qui nel centro della Chiesa universale con papa Francesco e dire da qui un sì per sempre al Signore riempie il cuore di gioia. Quindi direi che la prima emozione è sicuramente la gioia. Poi nel cuore c’è anche tanta trepidazione, davanti ad una chiamata così grande a cui non si è mai del tutto pronti. Guai a noi anzi se ci sentissimo pronti! In realtà è il Signore che “lavora” noi ogni giorno. Quindi, anche se pronti non siamo mai, è Gesù che ci prepara giorno dopo giorno. Un’altra cosa bella che Francesco ci ricorda sempre è che è il popolo di Dio – lui lo chiama il santo popolo di Dio – che “lavora” noi. Noi siamo solo chiamati ad ascoltare questo popolo di Dio, che ci chiede di diventare santi. Ma vedete, la cosa più bella è che tutti i cristiani, mediante il battesimo, sono chiamati a diventare santi, e il Signore suscita per ognuno un desiderio di seguire una certa via. Ecco, nel mio caso il Signore ha suscitato il desiderio del sacerdozio, con una storia che parla di amore fin dall’inizio. Io sono nato nel venerdì santo del 1989, dunque un giorno particolare, il giorno in cui Gesù dà la vita per amore per noi. E quando fui battezzato, siccome le vesti bianche erano finite il sacerdote mi rivestì con la stola sacerdotale. Oggi, ripensando a quei momenti, vedo l’opera che Dio ha compiuto su di me.


C’è una parola che il Papa dice durante l’ordinazione: “Il Signore che ha iniziato in te  la sua opera da bambino…”. E’ bello, perché davvero il Signore inizia in noi un’opera fin da quando siamo bambini, un progetto d’amore a cui con la nostra pochezza possiamo dire sì e collaborare a questo progetto.

Hai mai avuto momenti di difficoltà o ripensamento sulla strada del sacerdozio?

I momenti di difficoltà ci sono stati, però attenzione! Non ho mai pensato che questa non fosse la strada giusta, semmai mi sono messo nella disposizione del cuore per capire se era volontà di Dio quello che dovevo fare. Il segreto  – come mi ha insegnato il mio direttore spirituale – non è chiedersi perché ci succedono certe cose, ma chiederci come il Signore vuole entrare con potenza nelle cose che ci succedono. Gesù non vuole il nostro male, ma se lo permette è perché in quel male lui vuole entrare con potenza. Allora in tutte le vocazioni l’opera di Dio va cercata chiedendosi come Dio vuole agire nella nostra vita. E quando capisci questo, allora sei felice e il dubbio svanisce, e ai tuoi occhi si apre la certezza che Gesù sta camminando con te e ti conduce. Se ti abbandoni in Gesù anche i momenti difficili – non dico momenti di crisi, ma momenti difficili – si possono superare. E poi è importante volere bene alla Chiesa come una madre, anche quando non la capiamo: una madre può anche sbagliare, a volte, ma bisogna amarla ancora di più proprio per questo. Papa Francesco ce lo insegna.

C’è stato un momento in cui hai capito davvero di essere chiamato a diventare sacerdote? E qual è stato, questo momento?

E’ successo davanti all’eucarestia. Ero studente universitario, in quel periodo, durante un’adorazione eucaristica notturna, sentii un grande desiderio di pregare. Sapevo che potevo trovare Gesù vivo e vero nel sacramento dell’eucarestia. Mi sono messo in ascolto e durante la notte Gesù ha manifestato la sua luce. E’ stato proprio durante quell’adorazione che ho capito che Gesù mi stava chiamando. Allora sono esploso in un pianto di gioia perché ero felice, avevo capito il sogno di Gesù per me!

E ai giovani in cerca della loro strada cosa diresti oggi?

Io dico ai giovani; cercate la felicità, quella che io ho trovato in Gesù. Ma non cercate una felicità che passa. Cercate una felicità che dura per sempre. Il Signore quando accoglie il nostro desiderio di felicità ne fa una cosa più grande anche di quel che potevamo pensare. Io non pensavo che adesso sarei stato qui a parlare con voi giornalisti. Nel lasciare tutto ho ritrovato molto di più. E’ bello pensare che chi segue il Signore è felice ed è felice per sempre. Io lo sono! E allora, cari giovani, cercate la felicità e non abbiate paura di trovarla in Gesù!