El Greco torna a Roma con tre capolavori

Inaugurata la mostra allestita a S. Agnese nell’ambito del programma “Il Giubileo è cultura”

El Greco
Mons. Fisichella davanti alle opere di El Greco (C) Acali/Exaudi

È stata inaugurata questa sera nella splendida chiesa di Sant’Agnese in Agone, uno dei luoghi di fede e di arte più significativi nel cuore di Roma, a piazza Navona, la mostra “I cieli aperti. El Greco a Roma”. Sono esposti tre capolavori dell’artista, mai usciti prima d’ora dalla Spagna, in quanto appartenenti a collezioni private. Sono La Sacra Famiglia con Sant’Anna (Toledo, Hospital de Tavera), Il Battesimo di Cristo (Toledo, Hospital de Tavera), Cristo abbracciato alla Croce (El Bonillo, Museo Paroquial). La mostra sarà visitabile tutti i giorni dalle 9 alle 21 fino al 5 ottobre, con ingresso libero.

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S. Famiglia con S. Anna (C) Acali/Exaudi

L’iniziativa si inserisce all’interno del programma “Il Giubileo è cultura”, ricco di eventi culturali in preparazione al Giubileo 2025. L’organizzazione è affidata alla Sezione per le questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo del Dicastero per l’evangelizzazione, guidata dal proprefetto mons. Rino Fisichella.

L’inaugurazione è avvenuta alla presenza, tra gli altri, dell’ambasciatrice di Spagna presso la S. Sede, María Isabel Celaá Diéguez, di quello italiano, Francesco Di Nitto, e dell’assessore alla cultura del Comune di Roma, Miguel Gotor, in rappresentanza del commissario per il Giubileo, il sindaco Gualtieri.

El Greco, i motivi della scelta

“Il mio primo pensiero – ha esordito mons. Fisichella – è di ringraziamento a don Alessio Geretti, curatore mostra, all’ambasciatrice Celaá per il supporto che ci ha offerto nel consentire che queste opere arrivassero a Roma e all’assessore alla cultura del Comune di Roma, con cui proprio ieri abbiamo firmato il protocollo d’intesa per un contributo della S. Sede nella preparazione e nella celebrazione del Giubileo”.


L’arcivescovo ha spiegato che la scelta di El Greco è legata anche a un fatto personale: “Quando vengo ricevuto dal S. Padre nel palazzo apostolico – ha detto – prima di entrare nello studio c’è un volto di Cristo di El Greco e mi chiedo sempre quando potremo farlo vedere al grande pubblico. Nell’attesa ho pensato a un evento che veda protagonista il pittore che torna a Roma dove fu ospite per sei anni, proveniente da Venezia”.

Contemplare il mistero

Cristo abbracciato alla Croce (C) Acali/Exaudi

A quel tempo (era il 1572) non c’era ancora la chiesa del Borromini. “C’erano però le catacombe dove Agnese ha dato testimonianza di amore di Cristo e di fede. El Greco porta nel nome, Theotokópoulos, la realtà che esprime. Significa l’uomo toccato da Dio. E un uomo toccato da Dio riesce a esprimere la bellezza del mistero, che resta tale ma va contemplato. La prima reazione davanti al mistero è il silenzio che contempla. Penso che i visitatori potranno vedere come un uomo toccato da Dio ha vissuto l’esperienza della fede mettendola a disposizione di tutti”.

Sguardo al cielo

Il Battesimo di Cristo (C) Acali/Exaudi

Fisichella ha spiegato che nel pittore nativo di Candia c’è una “sintesi tra Oriente e Occidente. Il ‘verticalismo’ di El Greco punta alla trascendenza e ci spinge per alcuni momenti a muovere il nostro sguardo, spesso incatenato al terreno, verso il cielo. In preparazione al Giubileo questo primo evento artistico vuole far percepire la bellezza dell’esperienza di fede ma anche della cultura, come si è sempre verificato: il pellegrino diventava turista per la curiosità di apprendere le arti che incontrava. Spero – ha concluso – che il turista possa diventare pellegrino e ammirando la bellezza diventi annunciatore di speranza”.