Francesco: sono figlio di migranti, al tempo in cui andavano in Argentina

In un’intervista a N+ de México, il Santo Padre annuncia il suo viaggio in Bulgaria, la sua vicinanza alla devozione mariana e il desiderio di essere sepolto nella Basilica Santa Maria Maggiore

Durante la entrevista con N+
Durante l'intervista con N+

“Il popolo messicano merita una madre. Ha scelto il Messico per un motivo”, ha dichiarato Papa Francesco al media messicano N+ in un’intervista trasmessa in occasione della festa di Nostra Signora di Guadalupe. Nella conversazione con la giornalista Valentina Alazraki, ha espresso il suo grande apprezzamento per il popolo messicano, ha annunciato un prossimo viaggio apostolico in Belgio e il suo desiderio di essere sepolto nella Basilica Santa Maria Maggiore.

“Il Signore è stato grande con noi nel darci una madre così, e dobbiamo ripetere questa frase nei momenti di tristezza, di amore. “Sono qui, sono tua madre, perché dubiti, non sono qui, sono tua madre, e questo deve darci la forza di andare avanti”, ha detto il Papa a proposito dell’amore materno della Vergine di Guadalupe e della devozione del popolo.

“Queste tre realtà della Vergine, l’indio, la tilma, le rose, ci parlano della nostra identità latinoamericana. E poi ha fatto la promessa, no? È incinta… di ogni promessa. Ed è tutta un’inculturazione, perché è per metà nera e questo è molto bello”, ha detto il Papa quando gli è stato chiesto della sua devozione alla Guadalupana.

La sofferenza dei migranti

Alla domanda sulla situazione dei migranti in Messico, ha risposto: “È un problema che mi sta molto a cuore, ma so che non tutti sono d’accordo, giusto? C’è una legge umana e cristiana: il migrante deve essere accolto, accompagnato, promosso e integrato. Quello che il migrante subisce… quello che subisce… Io sono figlio di migranti, quando andavano in Argentina per diventare americani… il migrante deve essere accolto. Gesù era un migrante”.

La salute del Papa

Valentina Alazraki gli ha detto che in Messico pregano per la sua salute, cosa di cui lui è stato grato e ha detto: “Ho bisogno che preghino per la mia salute. E la vecchiaia non arriva da sola. La vecchiaia non si trucca, si presenta da sola, si presenta così com’è. E, d’altra parte, saper accettare i doni della vecchiaia. Bisogna accettare di poter fare molto bene da una prospettiva diversa.

“Mi sento bene, mi sento migliorato. A volte mi dicono che sono spericolato perché ho voglia di fare e di muovermi. Quindi questi sono segnali positivi”, ha detto.

In questa intervista Francesco ha anche commentato il coraggio di Benedetto VI: “di dire basta, e questo mi fa bene come esempio, e chiedo al Signore di dire basta, a un certo punto, ma quando vuole Lui”.

Semplificazione del rito funebre di un Papa

Ha anche riferito di essere stato “con il cerimoniere a preparare il rito per il funerale del Papa. Li abbiamo semplificati parecchio. E ha espresso il desiderio di essere sepolto nella Basilica mariana di Roma: “Come ho sempre promesso alla Madonna, il luogo è già stato preparato. Voglio essere sepolto a Basilica Santa Maria Maggiore”.


“Sì, perché è la mia grande devozione, la mia grande devozione. E prima, quando venivo qui, ci andavo sempre la domenica mattina quando ero a Roma, ci andavo per un po’. Sì, c’è un legame molto forte”, ha detto.

Benedetto XVI “un uomo umile”

E ricordando il suo rapporto con Benedetto XVI, ha osservato che “era molto stretto. A volte andavo a consultarlo. E lui, con grande saggezza, mi diceva la sua opinione, ma diceva… ‘Vedi’, lasciava tutto nelle mie mani. Mi ha sempre aiutato. Era molto generoso in questo. E ho avuto la grazia di poterlo salutare perché ho saputo da un’infermiera che era malato e gliel’ho detto mercoledì all’udienza e sono andato a trovarlo. Era lucido, ma non poteva più parlare e mi teneva la mano, così. È stato un bell’addio. È stato bello. E poi, tre giorni dopo, è morto. Un grande uomo, Benedetto era un grande uomo, un uomo umile e semplice che, quando si è reso conto dei suoi limiti, ha avuto il coraggio di dire basta. Ammiro quest’uomo.

Viaggi apostolici

Alla domanda sui suoi prossimi viaggi apostolici, il Papa ha annunciato che si recherà in Belgio: “Quello è già assicurato e ce ne sono due, naturalmente, in sospeso, uno in Polinesia e l’altro in Argentina, che sono ancora in sospeso. Vedremo come andranno le cose. Ma con il passare del tempo, rimetterò le cose in carreggiata”.

Riguardo al recente colloquio con il nuovo presidente argentino, ha detto: “Bisogna distinguere tra quello che un politico dice in campagna elettorale e quello che farà veramente dopo, perché poi arriva il momento della concretezza, delle decisioni, di queste cose”.

Ha anche assicurato di essere già stato invitato nel suo Paese dalle nuove autorità: “Sì, e ho sempre fiducia nei politici. Ho fiducia in loro… perché credo che la politica, come ha detto un Papa prima di me, sia la più alta forma di carità, cioè l’amore per il popolo, l’amore politico, la polis…”.

Il dramma della guerra

Sui continui appelli alla pace, il Pontefice ha ribadito che: “la guerra è sempre una sconfitta, sempre, gli unici che vincono in guerra sono i produttori di armi. L’economo mi ha detto che una persona che non ha morale e che vuole investire, i migliori investimenti sono le fabbriche di armi, quelle che danno più profitto”.

Francesco ha commentato le sue telefonate quotidiane alla parrocchia di Gaza: “Ogni giorno chiamo la parrocchia. Ci sono 600 persone. I piccoli preti e le piccole suore si occupano di tutte queste persone e mi dicono cosa succede lì. Cosa otteniamo dalla guerra: distruzione, niente di più”.

Infine, Papa Francesco ha assicurato le sue preghiere per il popolo messicano: “E che la piccola Vergine Maria vi sorrida, che si prenda cura di voi. Avete una madre, non dimenticatela e abbiate cura di lei. Che possiate avere un santo Natale per tutto il popolo messicano”.