Guerra in Ucraina, il Papa: “Pronto a fare tutto il possibile”

La conferenza sul volo di ritorno del viaggio a Malta. Questa mattina la preghiera a S. Maria Maggiore

Guerra in Ucraina
(C) Vatican Media

Poco più di un quarto d’ora quello che il Papa ha dedicato ai giornalisti sull’aereo per Roma, a causa della brevità del volo da Malta. I migranti e soprattutto la guerra in Ucraina al centro delle domande rivolte al S. Padre.

La salute

Sulla sua salute il Papa ha risposto che è un “po’ capricciosa”, “c’e un problema a un ginocchio” e scherzando ha detto: “A una certa età non si sa come finisce la partita”.

Gli immigrati

Sugli immigrati che approdano dall’Africa alle coste europee, il Santo Padre ha considerato che si tratta di un problema “grave”, e che oltre a Malta, sia Grecia, che Spagna e Italia sono i paesi più vicini. Ha indicato che “ogni Paese dovrebbe dire quanti migranti può ricevere per vivere li” e poi mettersi d’accordo con l’Europa. Ma purtroppo “non tutti sono d’accordo per riceverli”.  Ha precisato che ci sono Paesi generosi, e Malta è uno di questi.

Si è poi riferito alla visita alla struttura di accoglienza dei profughi. “Le cose che ho sentito raccontare ai migranti sono terribili, e poi quei lager della Costa Libica, quando sono rimandati indietro, è qualcosa di criminale”.  Ha aggiunto che così come i Paesi europei stanno ricevendo gli ucraini, bisogna fare lo stesso dell’altra sponda del Mediterraneo.

Guerra in Ucraina: il viaggio a Kiev

Interrogato sul possibile viaggio a “Kiev sul tavolo”, e i probabili crimini di guerra nelle zone dove i russi si sono ritirati, come Bucha, il Papa ha risposto: “La guerra è una crudeltà, una cosa inumana che va contra lo spirito, non dico cristiano, ma umano. Io sono disposto a fare tutto quanto si possa fare. Nella diplomazia del Vaticano fanno di tutto, non si può pubblicare tutto quanto, per prudenza”. Tra le iniziative “c’è stato viaggio del cardinale Krajewski, inviato su richiesta del presidente della Polonia due volte, che ha portato una ambulanza ed è rimasto con loro”. Sul possibile viaggio a Kiev il Papa ha ribadito che “la disponibilità sempre c’è, non c’è un “no”. È una delle proposte, non so se sarà conveniente, se si potrà fare, se si può fare”.  Ha aggiunto che “si sta lavorando a un incontro con il Patriarca Kirill, si potrebbe fare in Medio Oriente”.  E “sono queste le cose che ci sono adesso” riguardo alla guerra in Ucraina.

I colloqui con Putin e Zelensky

Su cosa direbbe oggi a Putin ha risposto: “Le cose che ho detto alle autorità di ogni parte, che sono pubbliche. Nessuna l’ho riservata per me. Ho parlato con il Patriarca Kirill, e lui ha fatto una bella dichiarazione”. Ha precisato che ha “il presidente russo mi ha telefonato alla fine dell’anno per gli auguri. Il presidente dell’Ucraina l’ho sentito due volte”. Il Santo Padre ha aggiunto “sono andato all’ambasciata, a parlare con l’ambasciatore”. E che anche ha parlato al telefono con la giornalista argentina Elisabetta Piquè “quando lei stava a Leopoli, anche se ora sta a Odessa; e con un rettore del seminario di lì, e anche con un rappresentante vostro governo (il giornalista che ha fatto la domanda era americano, ndr)”.


Il Papa ha espresso poi condoglianze per i colleghi giornalisti caduti durante la guerra in Ucraina, “sia di una parte che dell’altra. Il vostro è un lavoro al servizio del bene comune, sono stati coraggiosi, io prego per loro, perché il Signore gli dia il premio per il loro lavoro”.

Incalzato su quale messaggio darebbe a Putin, il Pontefice ha risposto: “I messaggi sono pubblici a tutte le autorità, non ho un doppio linguaggio”. Ha sottolineato “che ogni guerra nasce da una ingiustizia, e non c’è uno schema di pace”. Dinanzi all’aggressione si dice “abbiamo bisogno di difenderci” per comprare armi. Francesco ha ricordato che “dopo la II Guerra Mondiale, dopo Hiroshima c’è stata grande volontà per la pace, ma 80 anni dopo l’abbiamo dimenticato”. “Non riusciamo a pensare nello schema della pace”. Siamo “testardi in quanto umanità”, non a caso lo “spirito di Caino sta all’inizio Bibbia, l’uomo ha lo spirito cainista di uccidere”.

I morti nelle Guerre Mondiali

Il Pontefice ha ricordato che “quando sono andato nel 2014 a Redipuglia ho pianto, il giorno dei defunti qualche anno dopo sono andato a pregare ad Anzio. Erano tutti ragazzi. Ma anche la commemorazione in Normandia, se non ricordo male sono morti 30 mila soldati giovani sulle spiagge”. Che “la gioventù non importi, mi fa pensare, mi dà dolore”. E ha concluso: “Non impariamo. Che il Signore abbia pietà di noi tutti, siamo colpevoli”.

Ringraziamento a S. Maria Maggiore

Il Papa a S. Maria Maggiore (C) Vatican Media

Questa mattina, come di consueto al termine di ogni Viaggio Apostolico, il Santo Padre si è recato nella Basilica di Santa Maria Maggiore, sostando in preghiera davanti all’icona della Vergine Salus Populi Romani. Al termine della visita a Santa Maria Maggiore, Papa Francesco è rientrato in Vaticano.