La Fondazione Giovanni Paolo I e l’archivio di papa Luciani

Stefania Falasca, Vice presidente della Fondazione: “Sono le carte di una vita, un patrimonio fondamentale”

Papa Luciani
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La morte improvvisa sopraggiunse nel sonno, nella tarda serata di giovedì 28 settembre 1978. Albino Luciani, l’ultimo papa italiano, nato a Forno di Canale il 17 ottobre 1912, aveva 65 anni. Le ultime parole scritte sull’agenda dove appuntava tutto sono “Che io vi ami sempre più”.

Quell’agenda, piena di appunti scritti con calligrafia minuta, e un block notes rimasto in gran parte bianco sono gli unici documenti personali redatti da Albino Luciani durante i suoi 33 giorni di pontificato. Presto perciò, trattandosi di una fonte così preziosa, la Fondazione Giovanni Paolo I li trascriverà e li pubblicherà entrambi, raccogliendo insieme ad essi in un unico volume tutti i discorsi e le omelie del pontificato. Una scelta non casuale, perché è proprio nelle agende, come era solito fare da sempre, che Luciani – il Patriarca di Venezia eletto papa il 26 agosto 1978 – buttava giù le prime bozze di omelie, interventi e pubblicazioni varie.

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Ad esempio, poche pagine prima delle ultime annotazioni messe nere su bianco, si leggono parole non improvvisate spontaneamente come invece sembrò all’Angelus del 10 settembre 1978 in piazza san Pietro, forse le parole del pontificato Luciani rimaste più impresse nella memoria di tanti: “siamo oggetto di un amore intramontabile da parte di Dio, non vuol farci alcun male, ma solo del bene… è un papà, anzi, una madre…”.

Al block notes invece Luciani si affidò anche per appuntarsi qualche pro-memoria, riguardo sia incombenze che spettano al successore di Pietro, sia spicciole necessità quotidiane. Tra i punti di un elenco di faccende da sbrigare, capita così di leggere sia dell’anello papale, con l’idea di farvi ritrarre la venerata Madonna di Guadalupe, sia del “barbiere” da procurarsi anche a Roma, non potendosi più servire di quello veneziano. Ma anche “ottimismo” e “umiltà” (come il motto episcopale “humilitas”) si legge poco oltre, come fossero moniti che il neoeletto pontefice, in chissà quale turbinio di pensieri e sentimenti, indirizzava severo a se stesso.

Quel pontificato, uno dei più brevi della bimillenaria storia del Papato, durò appena un mese e poco più. Ma l’importanza, disse poi il successore Karol Wojtyla venuto dalla Polonia, è inversamente proporzionale alla sua durata. Perciò Francesco ha istituito un anno fa, con un solenne “Rescriptum ex audientia sanctissimi” datato 17 febbraio 2020, la Fondazione vaticana Giovanni Paolo I, che il 28 aprile festeggia ufficialmente il suo compleanno. Il suo scopo dichiarato, per volontà di Bergoglio, non è altro che “la valorizzazione e la diffusione della conoscenza del pensiero, delle opere e dell’esempio di Papa Giovanni Paolo I”, riferisce il rescritto stesso.

Anche il primo anno di attività della Fondazione è stato condizionato dalla pandemia. Ma almeno un risultato importante è stato raggiunto; la Fondazione ha acquisito l’intero archivio privato di Papa Luciani, ora disposto con ordine sugli scaffali delle due stanze di via della Conciliazione 3 dove la Fondazione ha la sua sede operativa.

Si tratta di 64 faldoni contenenti fogli manoscritti, carte, lettere, materiale a stampa, fotografie, risalenti al periodo compreso tra 1929 e 1978. Una fondamentale fonte di informazioni per approfondire la figura del “papa del sorriso”, come Luciani fu ben presto soprannominato non appena eletto Papa.

Non si tratta, riferisce chi li ha potuti visionare finora, di fogli a cui lo scrivente affida confidenze strettamente personali. Ma le curiosità non mancano certo, ad iniziare dai ricordi, appuntati su un semplice quadernetto di scuola, dell’udienza concessa il 21 dicembre ’58 da Giovanni XXIII a Luciani, che papa Roncalli stesso, sei giorni dopo, avrebbe ordinato vescovo. “Più efficaci sono le parole semplici”, è in particolare il consiglio, ricevuto dal Papa, che Luciani mostrerà poi di avere bene assimilato.

Papa Luciani
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La Fondazione Giovanni Paolo I ha incaricato un’archivista di riordinare e inventariare tutto il materiale. Nel frattempo, il personale specializzato di una ditta sta provvedendo a digitalizzare i documenti più importanti. Una volta completate queste due operazioni, l’intento è dare accesso a tutti gli studiosi a questo prezioso materiale.

I primi faldoni contengono quaderni e appunti scolastici di Albino Luciani seminarista del Seminario Gregoriano di Belluno. Il futuro Papa, attraverso quelle carte, mostra di essere stato uno studente brillante e intelligente, capace di far tesoro fin dagli anni della scuola di ogni esperienza utile ad ampliare le sue conoscenze.

L’archivio si ingrandì col passare del tempo e il succedersi delle diverse tappe della biografia di Luciani: nel 1935 è ordinato sacerdote, nel 1937 è vice Rettore del Gregoriano di Belluno, nel 1947 laureato in teologia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma. Nel 1958, quando Luciani era Pro-Vicario generale della Diocesi di Belluno, Giovanni XXIII lo nomina vescovo di Vittorio Veneto. Tra 1962 e 1965 Luciani partecipa ai lavori del Concilio Vaticano II. Nel 1969 diventa Patriarca di Venezia e nel 1973 cardinale, fino all’elezione a Pontefice alla morte di Paolo VI.

Quanto all’importanza che per lui avevano quelle carte, basti riferire che ad ogni trasloco, fino a quello in Vaticano, nelle stanze dell’appartamento pontificio, Albino Luciani volle portarsi sempre l’archivio con sé, per tener tutto a portata di mano accanto alla scrivania.

E facile intuire che si tratta di una documentazione che, una volta studiata, sarà una fonte preziosa per gli storici della Chiesa del ‘900. Ma servirà anche a delineare ancora meglio la figura di Luciani, già passata al vaglio della causa di beatificazione. L’ultima tappa raggiunta è la proclamazione delle virtù eroiche del venerabile Giovanni Paolo I, il 9 novembre 2017. Ora manca solo un miracolo attribuito all’intercessione di Giovanni Paolo I, per proclamarlo beato.

Intanto, per rispondere meglio ancora ai suoi fini istituzionali, promuovere cioè studio, ricerca e diffusione dell’opera e del pensiero del papa a cui è intitolata, la Fondazione da oggi ha anche un suo sito web, molto elegante nella grafica e ricco di contenuti: www.fondazionevaticanagpI.va, con testi in italiano e in inglese.

Dell’archivio privato di Luciani e delle attività della Fondazione Giovanni Paolo I, EXAUDI ha parlato con Stefania Falasca, vicepresidente e coordinatrice del Comitato scientifico della Fondazione.

Stefania Falasca

EXAUDI: Dottoressa Falasca, ci descrive brevemente il contenuto dell’arcihvio privato di papa Luciani? Di quali materiali è composto? E perché è importante per la Fondazione Giovanni Paolo I averlo acquisito?


Stefania Falasca: Si tratta di una ricchissima raccolta di materiale documentale eterogeneo che abbraccia mezzo secolo: dal 1929 al 28 settembre 1978: scritti autografi, quaderni, notes, agende, materiale a stampa e fotografico, corrispondenza… Un totale di 64 faldoni, dai quaderni di appunti di lezioni presi da studente presso il Seminario Gregoriano di Belluno fino alle 66 agende del suo episcopato dal 1960 al 1978, tra cui l’agenda in similpelle blu che continuò ad usare durante i 34 giorni di pontificato, dove sono impresse le sue ultime parole scritte. Sono le carte di una vita, della cui esistenza si venne a conoscenza solo agli inizi del Duemila.

EXAUDI: E poi cosa successe?

Stefania Falasca: Quando il vescovo di Belluno-Feltre, nel 2007, dispose una Inquisitio dioecesana suppletiva, per la causa di canonizzazione di Luciani, fui io la persona incaricata di una ricognizione dell’archivio privato. In una prima disamina si poté così identificare la natura degli scritti e ricostruire la genesi, lo sviluppo e il complesso percorso di questo archivio privato, che dal Palazzo apostolico della Santa Sede, dopo la morte di Giovanni Paolo I, il 28 settembre 1978, era tornato presso la sede patriarcale di Venezia. Diciamo che si tratta principalmente di uno schedario personale da dove prendevano forma interventi, lezioni, conferenze, omelie, articoli, pubblicazioni.

EXAUDI: Ma ci sono scritti contenenti annotazioni più personali?

Stefania Falasca: Seppure eccezionalmente sono presenti anche appunti in forma diaristica, come quelli sulla partecipazione al Concilio Vaticano II o sull’udienza privata con Giovanni XXIII, in occasione della sua consacrazione episcopale. Ma Luciani appare estraneo alla forma del “diario” intimo e privato. Agli scritti dell’Archivio si univa, come parte integrante, anche una fornita biblioteca. Nel loro insieme funzionavano come laboratorio, cioè l’officina di lavoro di Luciani. Sono carte che perciò raccontano molto, nel loro insieme e nelle singole parti, del profilo di chi le ha redatte e conservate. Sono una fonte privilegiata per studiare il farsi di un pensiero e di un tema e le sue oscillazioni, nelle molteplici varianti della stesura dei suoi interventi, e per capire la figura di Luciani in relazione alle circostanze da lui vissute e attraversate. Si tratta di un ‘patrimonio’ della Fondazione di fondamentale importanza, anche per realizzare il progetto della pubblicazione dell’“opera omnia”.

EXAUDI: Albino Luciani volle portarsi sempre con sé tutto questo materiale, in tutti i suoi traslochi, fino a Roma, è vero?

Stefania Falasca: Sì, come ho detto era questa la sua “officina di lavoro”, una sorta di cantiere aperto work in progress, indispensabile per Luciani, dove continuamente attingere e aggiungere. Anche la sera prima di morire era immerso in questa “officina di lavoro” di letture riprendendo suoi passati interventi per preparare l’udienza generale. Era il suo modus operandi, a cui era abituato fin da quando era professore in seminario: portarsi il lavoro di studio anche a letto e leggere prima di addormentarsi.

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EXAUDI: Quali saranno i prossimi passi della Fondazione Vaticana Giovanni Paolo? Quali iniziative state programmando?

Stefania Falasca: In questo primo anno abbiamo gettato le basi per realizzare gli scopi che la Fondazione si prefigge. Il 1 marzo 2021, sotto la guida del Prefetto dell’Archivio apostolico vaticano, monsignor Sergio Pagano, è iniziato il lavoro di inventariazione e contemporaneamente digitalizzazione – con la collaborazione della Biblioteca apostolica vaticana – dell’archivio. Per l’inventariazione è previsto un tempo di sei mesi. Abbiamo istituito borse di studio per questo lavoro e ne istituiremo altre.

EXAUDI: E dopo?

Stefania Falasca: Una volta terminata la catalogazione, il Comitato scientifico stabilirà sia il lavoro a lungo termine da intraprendere sulle carte dell’Archivio che devono essere trascritte e vagliate con metodo filologico, sia il progetto di realizzazione dell’“Opera omnia”. Presto sarà pubblicata l’edizione critica degli insegnamenti di Giovanni Paolo I, con la sinossi completa degli interventi scritti e pronunciati da Pontefice e le trascrizioni dell’agenda autografa e del block notes personale dei 33 giorni di pontificato. Poi seguirà l’edizione critica del testo di “Illustrissimi” (la famosa raccolta di “lettere aperte” scritte da Luciani a personaggi della storia e della letteratura, pubblicate la prima volta dal Messaggero di sant’Antonio tra 1971 e 1975, NDR).

EXAUDI: Lei ha parlato anche di libri della biblioteca privata di Luciani…

Stefania Falasca: Considerato che all’archivio privato era unita all’origine, come parte integrante di esso, una fornita biblioteca, tra i progetti già approvati dalla Fondazione c’è anche la ricostituzione della biblioteca personale di Luciani, a Venezia, presso la biblioteca diocesana del seminario patriarcale.

Parlando di Libri, aggiungo anche che per la collana dedicata a Giovanni Paolo I avviata dalla Fondazione insieme alla Libreria editrice vaticana, sta per essere pubblicato anche in inglese e spagnolo il volume sulla morte di papa Luciani (titolo italiano “Papa Luciani. Cronaca di una morte”, di Stefania Falasca, uscito nel 2017, NDR) che con metodo storico-critico, sulla base della documentazione processuale acquisita, restituisce alla verità storica le circostanze della morte di papa Luciani. Infine, tra i progetti avviati e in fase di prossima realizzazione c’è anche la preparazione di un convegno sul magistero di Giovanni Paolo I con i lavori del Comitato scientifico, previsto per la primavera del 2022.