Le quattro stagioni della tua vita: molto più della musica
Vivaldi ci ha lasciato un'opera eterna, ma oggi voglio parlarvi delle stagioni che scandiscono la vostra esistenza

Quando parliamo delle Quattro Stagioni, molti di noi pensano subito a Vivaldi, il grande compositore italiano che più di 250 anni fa creò uno dei brani più famosi della storia della musica: Primavera, Estate, Autunno e Inverno. Il suo lavoro sopravvive ancora oggi, ascoltato in concerti, film ed eventi in tutto il mondo.
Ma oggi voglio proporvi un cambio di prospettiva: parlarvi di altre quattro stagioni. Non sono brani musicali o spartiti, ma i momenti che attraversano la nostra vita, quegli attimi che ci trasformano.
Si racconta che un uomo, proprietario di un enorme appezzamento di terra, fosse indeciso se tenerlo o venderlo. Per prendere una decisione, portò con sé i suoi quattro figli a esplorarla, ma in stagioni diverse dell’anno.
- Il primo visitò la terra in inverno. Tutto era freddo, nevoso, umido e infruttuoso. Il suo consiglio fu: “Papà, vendilo. Non serve a niente”.
- Il secondo, viaggiò in primavera. Sebbene non ci fossero ancora frutti, il verde, i fiori e il canto degli uccelli riempivano il paesaggio di speranza. Questo figlio gli disse: “Papà, forse dovresti pensarci”.
- Il terzo visitò la terra d’estate. Nonostante il caldo soffocante, trovò alberi carichi di mele e pere, erba alta e ombra fresca. La sua risposta fu chiara: “Papà, tienilo. Guarda quanti frutti porta”.
- Il quarto, in autunno, ha visto le foglie cambiare colore, cadere e ricoprire il terreno, creando uno spettacolo di serena bellezza. Consigliò anche di conservarlo: “Papà, non ci sono frutti, ma che paesaggio meraviglioso”.
Il padre allora radunò i figli e disse loro: “Figli miei, era la stessa terra. L’avete solo vista in stagioni diverse”.
Questa è la nostra vita
Tutti noi, senza eccezioni, attraversiamo primavere, estati, autunni e inverni. A volte viviamo inverni freddi, pieni di solitudine, tristezza, malattia, perdita. Momenti in cui sembra che non ci siano frutti o speranze. Ma non dimenticatelo: dopo l’inverno arriva sempre la primavera.
La primavera porta con sé germogli di speranza, nuovi sogni, rinnovate speranze. Poi arriva l’estate, quando vediamo i frutti dei nostri sforzi: figli, nipoti, progetti, progetti completati. L’autunno ci invita quindi a guardare indietro, ad essere grati e a contemplare la bellezza di tutto ciò che abbiamo vissuto.
E sì, a volte l’inverno ritorna. Malattie, perdite inaspettate, dolori che ci scuotono. Ma ricordate: le stagioni sono cicliche. Non disperare e non giudicare la tua vita solo in base a una brutta stagione. Arriveranno nuovi inizi, nuove primavere.
Non tutti noi viviamo le stagioni in blocchi di vent’anni. In alcuni casi si verificano più stagioni nello stesso anno o addirittura in un solo mese. La vita prende svolte inaspettate.
Conosco storie di persone che hanno vissuto decenni di estati e primavere finché, all’improvviso, una tragedia le ha fatte precipitare in un inverno gelido. E anche storie di persone nate nel dolore, nella disabilità o nella povertà, e che sono state abbracciate dalla speranza e dall’amore di Dio fin dall’inizio.
Pertanto, nessuno dovrebbe definirsi completamente felice o completamente infelice fino alla fine della propria vita. La vita è un ottovolante di stagioni e la cosa importante non è evitare l’inverno, ma sapere che non durerà per sempre.
Pensiamo a san Giovanni Paolo II, che ha vissuto tutto: una giovinezza felice, guerre, persecuzioni, malattie, e tuttavia ha saputo restare saldo nella sua fede, nella sua speranza e nel suo amore.
Oggi vi invito a vedere la vostra vita come quel terreno: a volte desolato, a volte pieno di frutti, a volte ricoperto di bellezza, a volte di tristezza. Ma sempre prezioso.
Non giudicare la tua vita in base a una stagione. Aspetta, abbi fiducia, lavora e ama. Perché dopo ogni inverno, Dio prepara per te una nuova primavera.
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