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Alfons Gea

Testimoni , Voci

09 Maggio, 2025

3 min

Leone XIV un papa globale

Il nuovo volto globale della Chiesa cattolica

Leone XIV un papa globale

Ancora sconvolti dall’elezione papale, ora rilassati, vedendo che il nostro amato cugino, monsignor Cristóbal López Romero, si è liberato da un tale peso, che, secondo lui, bisognerebbe essere pazzi a dirlo, non possiamo fare a meno di rallegrarci, non per il suo sollievo dalle responsabilità, perché ora che lo conoscono sono sicuro che qualcosa gli toccherà, ma piuttosto per la gioia come cattolico e come sacerdote, per il seguito e l’impatto che la morte di Francesco e l’elezione di Leone XVI hanno avuto in tutto il mondo. È in prima pagina, la prima notizia da molti giorni. Parole come conclave, strane nel linguaggio colloquiale, oggi sono familiari.

Come dice il vescovo Cristóbal, la potenza dello Spirito Santo è evidente nell’elezione. Semplicemente osservando che nel mondo politico, ad esempio, sarebbe impossibile raggiungere in un giorno i due terzi dei voti per eleggere un candidato, senza conoscersi quasi del tutto. Secondo lui. Il cardinale Prevost ha superato di gran lunga questa percentuale.

Papa Francesco ha voluto universalizzare la Chiesa, nominando cardinali provenienti da tutto il mondo cristiano. L’Europa, e più specificatamente l’Italia, come era consuetudine in passato, ha cessato di essere il centro della cristianità, sia dal punto di vista demografico che governativo.

Questa globalità, propria degli istituti religiosi, a differenza dei monaci e dei diocesani, che sono più legati al territorio, ha fatto sì che un religioso agostiniano fosse il nostro papa.

Perché Leon? A quanto pare, secondo il nuovo papa, oltre a essere stato l’iniziatore della dottrina sociale della Chiesa – Rerum Novarum -, indicando così una continuità con le riforme intraprese da Francesco, è stato anche il papa che ha fatto molto per il cattolicesimo negli Stati Uniti.

Ma c’è sempre qualcosa di più emotivo che il collegamento con il nome precedente può suggerirci. È il piccolo paese dove nacque Gioacchino Pecci, il Papa dei poveri, Carpineto Romano, paese di meno di mille abitanti e dove si trova la chiesa di Sant’Agostino, edificio del XIII secolo appartenuto all’ordine estinto degli Antoniani e che nel XIV secolo fu abitato dagli eremiti di Sant’Agostino, che furono, come movimento, la genesi dell’attuale congregazione a cui appartiene il Papa. Un luogo caro all’ordine mendicante, immerso nel verde dei boschi, che Papa Leone XIII fece restaurare e volle trasformare in ospedale. Pare che fosse stato acquisito dalla famiglia del Papa dopo la confisca napoleonica e Leone XIII volle far rivivere il complesso. Considerate le difficoltà nel dare nuova vita all’edificio, lo affidò agli Agostiniani. Sia la città che il monastero sono permeati dalla figura di Papa Leone XIII. Sono conservate immagini e l’organo donato dal Papa alla Rerum Novarum.

Chi è Leone XIV? Abbiamo consultato un grafologo sulla sua personalità. Come puoi immaginare, non è uno che fa rumore; in effetti, ancora una volta, è stata una sorpresa. Era uno di quei cardinali che non facevano rumore, non lasciava entrare i papi e non lasciava uscire i cardinali. I suoi testi indicano che è una persona trasparente e sincera, con convinzioni ferme, aperta agli altri, empatica e comunicativa, gentile ed equilibrata. Si tratta più di vicinanza che di gesti grandiosi e spettacolari. Serenità e autostima non elevate come quelle degli argentini, come ha detto Papa Francesco spiegando una barzelletta sull’ego, ma con sufficiente autostima per non sentirsi inferiori a nessuno.

Per lui la norma viene rispettata, mantenendo un sufficiente equilibrio tra ciò che è stabilito e l’impulso alla cura che accompagna il suo carattere.

Nel suo primo saluto si è rivolto alla sua diocesi peruviana, Chiclayo, dimostrando così la sua fedeltà a ciò che ama. E avendo condiviso la sua vita con così tante persone provenienti da contesti diversi, è altamente qualificato per essere un pastore della Chiesa universale.

La nostra famiglia avrebbe voluto un padre con il cognome Romero come secondo cognome, ma questo si chiama Martínez. Sono nello stesso campo.

Alfons Gea

Licenciado en Teología en Facultad de Teología de Barcelona (1988). Diplomado en Magisterio – profesor EGB. Universidad de Barcelona (1990). Licenciado en Psicopedagogia. Universidad Ramón Llull, (1994). Responsable del Servicio de Atención al Duelo de Funeraria Municipal de Terrassa (2001-2022). Terapeuta en Gabinete Gedi - Psicología aplicada (2022). Párroco de St. Viucente de Jonquereas, de Sabadell (2012). Articulista en revistas especializadas y prensa comarcal. Formador en atención al duelo de profesionales sanitarios y sociosanitarios: Trabajadoras sociales, psicólogas/os, médicas, enfermería, maestras (1995). Ha participado en varios programas de opinión y debate de televisiones y radios nacionales. Anteriormente ejerció como asistente espiritual de los hospitales en Terrassa: San Lázaro, Mutua, y Hospital de Terrassa (1997-2018. Fue párroco de la parroquia Virgen de Montserrat de Terrassa (1997-2013) y responsable de Formación de la Delegación de Pastoral de la Salud de la diócesis de Barcelona (1995-2005). Delegado episcopal de Pastoral de la salud de la diócesis de Terrassa (2005-2012). Coordinador de la Pastoral de la Salud de la Conferencia episcopal catalana. Maestro de EGB, Coordinador de secundaria, subdirector de escuela, jefe de gabinete psicopedagógico, fundador y director del Centro Sara – casa de acogida para enfermos de SIDA, educador en situaciones de riesgo social, Fundador del Taller Solidario – centro de inserción laboral.