L’incontro in Vaticano tra il Papa e il Sultano Al Jaber

Audizione per affrontare la crisi climatica

Vatican News

I media vaticani hanno intervistato oggi Sultan Al Jaber mentre veniva ricevuto da Papa Francesco, una settimana dopo la pubblicazione dell’esortazione apostolica “Laudate Deum”.

S.E. Sultan Ahmed Al Jaber (Emirati Arabi Uniti, 1973) è ministro dell’Industria e delle Tecnologie avanzate degli Emirati Arabi Uniti e amministratore delegato della Abu Dhabi National Oil Company (Adnoc).

L’udienza di Papa Francesco e S.E. Sultan Ahmed Al Jaber, Presidente designato della COP 28, e dei sostenitori, è un evento significativo che riflette la crescente importanza della crisi climatica nell’agenda globale.

Papa Francesco è stato uno dei leader della lotta contro il cambiamento climatico e l’udienza con Al Jaber è un segno del suo impegno su questo tema. Il Papa ha chiesto un’azione urgente per affrontare il cambiamento climatico e ha sottolineato la necessità di una giusta transizione verso un futuro di energia pulita.

Da parte sua, Al Jaber è un importante uomo d’affari e politico degli Emirati Arabi Uniti, nominato presidente della COP 28, che si terrà a Dubai nel 2024. Al Jaber ha promesso che la COP 28 sarà un evento trasformativo che guiderà l’azione per il clima.


Durante l’udienza, Papa Francesco e Al Jaber hanno discusso una serie di questioni relative al cambiamento climatico, tra cui la necessità di una maggiore cooperazione internazionale, gli investimenti nelle energie rinnovabili e l’adattamento al cambiamento climatico.

L’udienza è un passo positivo nella lotta al cambiamento climatico. È un riconoscimento dell’importanza di questo problema e della necessità di unire le forze per affrontarlo.

Nel complesso, l’udienza di Papa Francesco e S.E. Sultan Ahmed Al Jaber è un evento positivo che riflette la crescente importanza della crisi climatica nell’agenda globale.

Gli Emirati Arabi Uniti hanno investito 50 miliardi di dollari in energie rinnovabili in 70 Paesi e si sono impegnati a investire più di 50 miliardi di dollari in patria e all’estero nel prossimo decennio. Questo è il tipo di obiettivo che stiamo incoraggiando tutti ad adottare per accelerare una transizione energetica giusta e ordinata e non perdere di vista il limite di 1,5 gradi Celsius. I progressi degli Emirati Arabi Uniti sono dovuti al fatto che hanno cercato di collaborare sinceramente con partner che la pensano allo stesso modo in tutto il mondo.