Shevchuk: “L’Ucraina teme un’invasione”

Esclusivo: l’arcivescovo della Chiesa Greco-cattolica dopo l’appello di ieri del Papa “Sarebbe un disastro”

Ucraina Shevchuk
L'arcivescovo Svatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina

Il giorno dopo il drammatico appello di Papa Francesco per la pace nell’est dell’Ucraina, dato l’acuirsi della tensione, il capo della Chiesa Greco-cattolica ucraina, l’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, dice ad Exaudi che il suo paese teme un’invasione, stante il pericoloso allargarsi delle ambizioni della Russia.

In questa intervista esclusiva, sua Beatitudine commenta i recenti eventi che hanno indotto Papa Francesco ad alzare la voce con forza di fronte al deteriorarsi della situazione, e si appella alla comunità internazionale; “questa eventualità sarebbe davvero un disastro, non solo per l’Ucraina ma per tutta questa area del mondo,” dice.

L’arcivescovo sottolinea inoltre che tutti i cittadini ucraini, senza distinzioni di appartenenza o di identità nazionale, religiosa, etnica, desiderano che il conflitto non degeneri in uno scontro militare più grave: “Vogliamo dichiararlo ad una sola voce, uniti; per favore, deponete le armi!”

Infine Shevchuk discute il ruolo delle chiese nel non fomentare le tensioni, ma superarle, e come la Chiesa cattolica sta soccorrendo le vittime del conflitto. “E’ un peccato, un disastro, alimentare, programmare, pianificare la guerra proprio nel tempo pasquale! Vogliamo che il canto pasquale sovrasti il fragore delle armi, che suonino solo le campane, e non i cannoni, in Ucraina. Vogliamo che il sangue smetta di scorrere nella nostra terra addolorata!”

Ecco la conversazione di Sua Beatitudine con Exaudi:

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EXAUDI: Ieri al Regina Coeli il Papa ha fatto un forte appello per l’Ucraina. Secondo Lei, Sua Beatitudine, perché il Papa ha ritenuto di fare questo appello proprio adesso? Che sta succedendo in questi giorni?

SUA BEATITUDINE: Noi in Ucraina, la gente, la gente semplice, siamo tutti davvero molto riconoscenti al Santo Padre per la sua attenzione verso di noi, in questo momento di forte dolore, di forte paura, che stiamo vivendo in Ucraina. Questa paura è causata da una massiccia concentrazione di armi e di truppe russe ai confini del nostro paese. Si parla della più grande concentrazione militare dal 2014, da quando è cominciato questo stato di tensione nell’est dell’Ucraina. Le fonti parlano di più di 100.000 soldati schierati, equipaggiati con armi di ultima generazione, e si teme un’invasione. Questa eventualità sarebbe davvero un disastro, non solo per l’Ucraina ma per tutta questa area del mondo.

E allora proprio nel momento in cui questa paura cresce abbiamo ascoltato una voce solidale, una voce che ha espresso solidarietà con noi, per fare arrivare il nostro dolore alle orecchie di tutto il mondo, della comunità internazionale. Diciamo che Papa Francesco è l’unico pastore di questo livello che si è messo al nostro fianco in questo momento così delicato e così doloroso. E il suo appello è stato proprio un appello di pace, un no alla guerra; e questi sono proprio la preghiera e il desiderio del popolo ucraino in questo momento.

EXAUDI: Sua Beatitudine, nella contrapposizione politica, quale ruolo devono avere le chiese nel non alimentare questi contrasti, ma, anzi, per superarli?


SUA BEATITUDINE: Adesso posso parlare anche nel nome del Consiglio pan-ucraino delle Chiese e delle comunità religiose, essendo in questo momento il presidente di questo Consiglio. Questo consiglio unisce tutte le chiese ortodosse, cattoliche e protestanti, insieme a ebrei e musulmani. Dunque rappresentiamo tante etnie, tanti gruppi etnici e nazionali, parlando ad una sola voce.

Abbiamo fatto un appello per la pace sottoscritto da tutti, perché adesso in Ucraina, c’è uno scontro che non è però è uno scontro fra quelli che si sentono ucraini e quelli che non si sentono ucraini, tra quelli che guardano più ad ovest e quelli che guardano più verso esti, no! Tutti gli ucraini, tutti i cittadini ucraini, senza distinzioni di appartenenza o di identità nazionale, religiosa, etnica, tutti esprimono il desiderio che questo conflitto non degeneri in uno scontro militare più grave. Perché come il Papa, anche noi abbiamo già detto tante volte che con la guerra si perde tutto e non si guadagna nulla.

Mai la guerra può essere uno strumento legittimo per arrivare a realizzare qualsiasi scopo, politico, geopolitico, nazionale, economico, e via dicendo. Questo è il nostro appello, la nostra preghiera. E anche questo è il modo in cui il Consiglio delle chiese sta costruendo una mentalità di pace, di riconciliazione. Ora vediamo che questa pace interreligiosa, di cui adesso godiamo in Ucraina, è il nostro bene religioso fondamentale. Vogliamo dichiararlo ad una sola voce, uniti; per favore, deponete le armi!

A tutti quelli che hanno delle responsabilità e anche il potere di dare certi ordini, abbiamo chiesto nel nostro comunicato di dichiarare almeno una tregua pasquale, perché tra due settimane noi festeggeremo Pasqua secondo il calendario giuliano. È un peccato, un disastro, alimentare, programmare, pianificare la guerra proprio nel tempo pasquale! Vogliamo che il canto pasquale sovrasti il fragore delle armi, che suonino solo le campane, e non i cannoni, in Ucraina. Vogliamo che il sangue smetta di scorrere nella nostra terra addolorata!

EXAUDI: Cosa sta facendo la chiesa cattolica in Ucraina per soccorrere le vittime del conflitto nell’est del paese?

SUA BEATITUDINE: Anzitutto stiamo pregando e collaborando con tutte le chiese. Come ho già detto, il nostro appello, un testo sottoscritto da tutti, è un esempio di questo. Ma stiamo collaborando anche nell’azione umanitaria, cercando tutte le vie percorribili per essere accanto a questa gente che soffre, intrappolata nel territorio occupato anche a causa del covid. Infatti adesso tutti i punti di transito sono chiusi, anche quelli tramite i quali potevano inviare aiuti umanitari.

Noi cerchiamo di cooperare a livello umanitario, anche a livello dei nostri incontri on le diverse rappresentanze diplomatiche. Davvero cerchiamo di promuovere la pace a tutti i livelli. Siamo convinti che non esiste una soluzione militare alla questione dell’Ucraina orientale. Esiste soltanto una soluzione diplomatica. Solo il dialogo può portare alla riconciliazione, ma all’origine di questo dialogo, per avviare questo dialogo, è necessario un autentico desiderio di pace. E allora vogliamo risvegliare questo desiderio, farlo crescere, farlo fruttificare, e vogliamo che la comunità internazionale sia informata di questo nostro desiderio di pace.  Perciò siamo grati al Santo Padre Francesco anche per quello che ha fatto per fare arrivare la nostra voce e la nostra preghiera agli orecchi dei potenti di questo mondo.

EXAUDI: Cosa vorrebbe aggiungere?

SUA BEATITUDINE: Voglio aggiungere soltanto che noi ci rivolgiamo a tutti, a tutti quelli che avvertono la coscienza imporre loro di dire no alla guerra, perché anche loro facciano appello alla fine della guerra. Perché sono convinto che la guerra si può ancora fermare, finché non comincia si può ancora fermare. Siamo convinti che con uno sforzo della comunità internazionale questa guerra può essere evitata.

EXAUDI: Grazie di nuovo, Sua Beatitudine.