“Il futuro si costruisce insieme attraverso lo scambio di esperienze”

Le parole del Papa dopo l’Angelus nella Messa per i nonni e gli anziani

Vatican Media

Dopo l’Angelus

Cari fratelli e sorelle!

Oggi, mentre molti giovani si apprestano a partire per la Giornata Mondiale della Gioventù, si celebra la Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani. Per questo sono accanto a me un giovane e una nonna: il nipote e la nonna. Un applauso ad ambedue! La vicinanza tra le due Giornate sia d’invito a promuovere un’alleanza tra le generazioni, di cui c’è tanto bisogno, perché il futuro si costruisce insieme, nella condivisione di esperienze e nella cura reciproca tra i giovani e gli anziani. Non dimentichiamoci di loro. E facciamo un applauso a tutti i nonni e a tutte le nonne! Forte!

Si stanno sperimentando, qui e in molti Paesi, eventi climatici estremi: da una parte varie regioni sono interessate da ondate anomale di caldo e colpite da devastanti incendi; dall’altra, in non pochi luoghi vi sono nubifragi e inondazioni, come quelle che hanno flagellato nei giorni scorsi la Corea del Sud: sono vicino a quanti soffrono e a coloro che stanno assistendo le vittime e gli sfollati. E, per favore, rinnovo il mio appello ai responsabili delle Nazioni, perché si faccia qualcosa di più concreto per limitare le emissioni inquinanti: è una sfida urgente e non si può rimandare, riguarda tutti. Proteggiamo la nostra casa comune!

E adesso desidero attirare l’attenzione sul dramma che continua a consumarsi per i migranti nella parte settentrionale dell’Africa. Migliaia di essi, tra indicibili sofferenze, da settimane sono intrappolati e abbandonati in aree desertiche. Rivolgo il mio appello, in particolare ai capi di Stato e di Governo europei e africani, affinché si presti urgente soccorso e assistenza a questi fratelli e sorelle. Il Mediterraneo non sia mai più teatro di morte e di  disumanità. Il Signore illumini le menti e i cuori di tutti, suscitando sentimenti di fraternità, solidarietà e accoglienza.


E continuiamo a pregare per la pace, in modo speciale per la cara Ucraina, che continua a subire morte e distruzione, come purtroppo è accaduto anche questa notte a Odessa.

Saluto tutti voi, romani e pellegrini d’Italia e di tanti Paesi, in particolare quelli provenienti dal Brasile, dalla Polonia, dall’Uruguay… Sono tanti! Anche le studentesse di Buenos Aires e i fedeli della diocesi di Legnica, in Polonia. Saluto anche il gruppo cicloturistico “Quarant’anni dopo” di Cogorno, i partecipanti all’iniziativa “Pedalar pela Paz” e i bambini accolti da alcune comunità del Lazio.

A tutti voi auguro una buona domenica e, per favore, non dimenticatevi di pregare per me. E anche preghiamo per questa nonna e questo nipote, e con tutti i nonni e con i nipoti.

Buon pranzo e arrivederci!