Santo subito: anche per Benedetto XVI il grido dei fedeli

Francesco nell’omelia ha definito il Papa emerito “fedele amico dello Sposo”

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I funerali di Benedetto XVI (C) Acali / Exaudi

Un lungo applauso, accompagnato dal grido “Santo subito”, ha salutato il feretro di Benedetto XVI mentre sostava sul sagrato di San Pietro per ricevere l’ultimo saluto dal suo successore, Francesco, che ha presieduto il funerale del Papa emerito. Poi la salma è stata portata nella Basilica vaticana e nelle Grotte per essere tumulata.

50.000 fedeli in piazza per Benedetto

Migliaia di persone si sono messe in fila ancor prima dell’alba per entrare in piazza San Pietro e partecipare ai funerali. La Gendarmeria vaticana stima che alla fine ci fossero circa 50.000 fedeli. La salma è stata trasportata sul sagrato alle 8.50 ed è poi iniziata la recita del S. Rosario. Erano presenti le delegazioni ufficiali dell’Italia, con il presidente Mattarella e la premier Meloni, con accanto il segretario per i rapporti con gli Stati mons. Gallagher, e della Germania, con il presidente Steinmeier e il cancelliere Scholz.

Numerosi i capi di Stato, i reali e i rappresentanti di governo di altri Paesi, oltre che di varie confessioni religiose che hanno partecipato alle esequi. Presente anche una delegazione della Baviera, terra d’origine di Ratzinger, con il governatore Soder.

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Mons. Gaenswein accanto al feretro di Benedetto (C) Acali / Exaudi

All’altare ha celebrato il cardinale decano del S. Collegio Giovan Battista Re. Hanno concelebrato 125 cardinali, numerosi vescovi e circa 3700 sacerdoti. Prima della celebrazione un commosso mons. Gaenswein ha posto l’Evangeliario sulla bara dell’amato Benedetto.

L’omelia del Papa

«Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Il suo ultimo sospiro – potremmo dire –, capace di confermare ciò che caratterizzò tutta la sua vita: un continuo consegnarsi nelle mani del Padre suo. Mani di perdono e di compassione, di guarigione e di misericordia, mani di unzione e benedizione, che lo spinsero a consegnarsi anche nelle mani dei suoi fratelli. Il Signore, aperto alle storie che incontrava lungo il cammino, si lasciò cesellare dalla volontà di Dio, prendendo sulle spalle tutte le conseguenze e le difficoltà del Vangelo fino a vedere le sue mani piagate per amore: «Guarda le mie mani», disse a Tommaso, e lo dice ad ognuno di noi.

Mani piagate che vanno incontro e non cessano di offrirsi, affinché conosciamo l’amore che Dio ha per noi e crediamo in esso. «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito» è l’invito e il programma di vita che sussurra e vuole modellare come un vasaio il cuore del pastore, fino a che palpitino in esso i medesimi sentimenti di Cristo Gesù.

Dedizione grata

Il cardinale Re incensa la salma (C) Acali / Exaudi

Dedizione grata di servizio al Signore e al suo Popolo che nasce dall’aver accolto un dono totalmente gratuito: “Tu mi appartieni… tu appartieni a loro”, sussurra il Signore; “tu stai sotto la protezione delle mie mani, sotto la protezione del mio cuore. Rimani nel cavo delle mie mani e dammi le tue”. È la condiscendenza di Dio e la sua vicinanza capace di porsi nelle mani fragili dei suoi discepoli per nutrire il suo popolo e dire con Lui: prendete e mangiate, prendete e bevete, questo è il mio corpo che si offre per voi.


Dedizione orante

Dedizione orante, che si plasma e si affina silenziosamente tra i crocevia e le contraddizioni che il pastore deve affrontare e l’invito fiducioso a pascere il gregge. Come il Maestro, porta sulle spalle la stanchezza dell’intercessione e il logoramento dell’unzione per il suo popolo, specialmente là dove la bontà deve lottare e i fratelli vedono minacciata la loro dignità.

Amore per le pecore

In questo incontro di intercessione il Signore va generando la mitezza capace di capire, accogliere, sperare e scommettere al di là delle incomprensioni che ciò può suscitare. Fecondità invisibile e inafferrabile, che nasce dal sapere in quali mani si è posta la fiducia. Fiducia orante e adoratrice, capace di interpretare le azioni del pastore e adattare il suo cuore e le sue decisioni ai tempi di Dio: «Pascere vuol dire amare, e amare vuol dire anche essere pronti a soffrire. Amare significa: dare alle pecore il vero bene, il nutrimento della verità di Dio, della parola di Dio, il nutrimento della sua presenza».

Le delegazioni presenti alle esequie (C) Acali/Exaudi

Dedizione sostenuta dalla consolazione dello Spirito, che sempre lo precede nella missione: nella ricerca appassionata di comunicare la bellezza e la gioia del Vangelo, nella testimonianza feconda di coloro che, come Maria, rimangono in molti modi ai piedi della croce, in quella pace dolorosa ma robusta che non aggredisce né assoggetta; e nella speranza ostinata ma paziente che il Signore compirà la sua promessa, come aveva promesso ai nostri padri e alla sua discendenza per sempre.

La testimonianza di Benedetto XVI

Anche noi, saldamente legati alle ultime parole del Signore e alla testimonianza che marcò la sua vita, vogliamo, come comunità ecclesiale, seguire le sue orme e affidare il nostro fratello alle mani del Padre: che queste mani di misericordia trovino la sua lampada accesa con l’olio del Vangelo, che egli ha sparso e testimoniato durante la sua vita.

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L’ultimo saluto di Francesco al predecessore (C) Acali/Exaudi

San Gregorio Magno, al termine della Regola pastorale, invitava ed esortava un amico a offrirgli questa compagnia spirituale: «In mezzo alle tempeste della mia vita, mi conforta la fiducia che tu mi terrai a galla sulla tavola delle tue preghiere, e che, se il peso delle mie colpe mi abbatte e mi umilia, tu mi presterai l’aiuto dei tuoi meriti per sollevarmi». È la consapevolezza del Pastore che non può portare da solo quello che, in realtà, mai potrebbe sostenere da solo e, perciò, sa abbandonarsi alla preghiera e alla cura del popolo che gli è stato affidato.

Benedetto fedele amico dello Sposo

È il Popolo fedele di Dio che, riunito, accompagna e affida la vita di chi è stato suo pastore. Come le donne del Vangelo al sepolcro, siamo qui con il profumo della gratitudine e l’unguento della speranza per dimostrargli, ancora una volta, l’amore che non si perde; vogliamo farlo con la stessa unzione, sapienza, delicatezza e dedizione che egli ha saputo elargire nel corso degli anni. Vogliamo dire insieme: “Padre, nelle tue mani consegniamo il suo spirito”. Benedetto, fedele amico dello Sposo, che la tua gioia sia perfetta nell’udire definitivamente e per sempre la sua voce!