“Turismo e pellegrinaggio: Percorsi di speranza”

Il cardinale Michael Czerny “Ripensare il turismo”

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Pubblichiamo di seguito il Messaggio che il Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, Em.mo Card. Michael Czerny, S.I., ha inviato in occasione della Giornata Mondiale del Turismo, che si celebra ogni anno il 27 settembre:

Messaggio

“Ripensare il turismo”

La Giornata Mondiale del Turismo 2022 è dedicata a: “Ripensare il turismo”. La crisi sanitaria, iniziata a fine 2019 e non ancora conclusa, ha messo tutti di fronte a problemi che vengono da lontano e ne ha evidenziati di nuovi e inaspettati. Sicuramente ci ha colto di sorpresa. Il turismo è stato una delle attività umane più gravemente colpite da questa crisi, ma, paradossalmente, può diventare ora uno dei motori della ricostruzione di un mondo più giusto, sostenibile e integrale. La Chiesa, quindi, guarda alla rinascita e al rinnovamento anche del turismo con gli occhi della speranza.

Un turismo più giusto

La ripartenza del turismo può avere un riferimento nei principi che hanno ispirato ilCodice mondiale di Etica del Turismo, che hanno inteso tale attività, tra l’altro, come “una forza vitale al servizio della pace e un fattore di amicizia e comprensione fra i popoli del mondo”, “fattore dello sviluppo sostenibile”, “mezzo per utilizzare il patrimonio culturale dell’umanità per contribuire al suo arricchimento”, “un’attività vantaggiosa per i paesi e le comunità di accoglienza”. Si tratta di elementi fondamentali per la costruzione di fraternità e amicizia sociale, ma soprattutto per il servizio ad uno sviluppo umano integrale.

Ciò significa – e in questo è urgente un cambio di rotta, dimostrando di sapere uscire migliori da una crisi che ha rivelato tante diseguaglianze e ingiustizie – che l’attività turistica, quale vera e propria industria economica, va svolta secondo princìpi di equità e di trasformazione sociale. Ciò avviene, ad esempio, quando vengono rispettati i diritti sul lavoro degli addetti del settore – a tutti i livelli e in ogni Paese – e quando il turismo stesso, come attività del tempo libero e dello svago, si svolge nel pieno rispetto dei diritti fondamentali e della dignità delle persone[1]. Giustizia è anche condividere i profitti in modo equo, vincendo una logica predatoria, soprattutto nei riguardi di popolazioni e aree geografiche particolarmente provate dalle crisi molteplici che travagliano il mondo contemporaneo[2].

Al riguardo, vogliamo esprimere la nostra vicinanza a tutti gli operatori del settore turistico che già agiscono secondo una retta coscienza e hanno costruito non solo la loro professionalità, ma le loro stesse vite attorno all’accoglienza. Non mancano imprenditori attenti ai più vulnerabili e alle lavoratrici e lavoratori esposti a sfruttamento, in particolare al personale stagionale che compie mansioni più umili a servizio dei turisti.Ancora una volta va tuttavia denunciato che“molti operano in condizioni di precarietà e talvolta di illegalità, con retribuzioni non eque, costretti ad un lavoro faticoso, spesso lontano dalla famiglia, ad alto rischio di stress e piegato alle regole di una competitività aggressiva”[3]. Ai cristiani è richiesto di fare alleanza con tutte le donne e gli uomini di buona volontà, perché questo deve cambiare.

Un turismo più sostenibile

Ripartire significa anche non dimenticare che l’impatto che il turismo ha sull’ambiente è molto rilevante. Il paradigma dominante della massimizzazione dei consumi può arrivare a deturparlo in maniera veloce e feroce[4]. Con la pandemia e con l’attuale crisi energetica è divenuto più evidente quanto sia bene anzitutto puntare al turismo di prossimità: sapersi guardare attorno, riconoscere e apprezzare i tesori di patrimonio, cucina, folklore, e persino spiritualità che le regioni vicine hanno da condividere. Le politiche locali possono oggi venire profondamente ripensate in termini di ospitalità e di qualità della vita per gli abitanti storici, i nuovi venuti, i vicini più prossimi.

Su scala planetaria, inoltre, i flussi di merci, lo spostamento di persone a fini turistici e i ritmi di consumo devono essere certamente ricalibrati nella direzione di un corretto rapporto tra esseri umani e creato. La sostenibilità del turismo, infatti, si misura non solo in termini di inquinamento, ma anche nell’impatto sulla biodiversità degli ecosistemi naturali e sociali: c’è bisogno di una sensibilità che allarghi la tutela degli ecosistemi in modo concreto, così da assicurare un armonioso passaggio dei turisti negli ambienti che non appartengono a loro, né a una sola generazione. Il cambiamento climatico, per altro, in una prospettiva a medio termine può incidere negativamente sull’attrattività di numerose mete tradizionali, con il rischio di penalizzare ulteriormente, anche sotto questo punto di vista, regioni economicamente già fragili. Tutela della biodiversità e stupore davanti alle meraviglie del creato devono dunque convivere nel turismo ‘ripensato’.

Un turismo integrale

Il turismo offre allo spirito umano e allo Spirito di Dio enormi possibilità di interagire, attivando un incontro tra le diversità[5]. Non mancano certo resistenze ed elementi di segno opposto. Si nota, ad esempio, come culturalmente si stiano riducendo gli spazi per includere modi di pensare e vivere diversi. Il sistema di produzione, anche nel settore turistico industriale, volge velocemente alla standardizzazione di contenuti, soprattutto attraverso il contingentamento dei tempi – di visita, di viaggio, di permanenza –, il che sviluppa un’esperienza più individualistica e meno collettiva. Un turismo che riparte ha bisogno di tener presente la“visione integrale della persona”, che, come sottolinea Papa Francesco, non è una teoria, ma “un modo di vivere e di agire; tale visione non si trova prima di tutto dentro un manuale, ma in persone che vivono con questo stile: con gli occhi aperti sul mondo, con le mani strette ad altre mani, con il cuore sensibile alle debolezze dei fratelli”[6]. Solo in questo modo si può incontrare una cultura diversa, chiedere conto della sua storia, scoprire i valori profondi che essa custodisce. In sintesi, anche il turismo è chiamato ad abbracciare la prospettiva dell’ecologia integrale[7]. Esso, infatti, può sostenere la capacità di “rigenerazione” di una comunità, favorendo il dialogo tra linguaggi culturali locali e stili di vita dei visitatori. L’accoglienza turistica, allora, diviene un modo di trasformare gli spazi civili, l’ambiente sociale e urbano, nella valorizzazione delle identità nel giusto bilanciamento tra conservazione delle radici e offerta di servizi.


Un turismo per coltivare la speranza

La Chiesa cattolica tiene molto a promuovere questa rinnovata visione del turismo, nell’ottica dello sviluppo umano integrale. Il processo sinodale, che in tutto il mondo essa sta vivendo, dalle comunità più periferiche sino ai più importanti centri decisionali, rappresenta una metodologia di ascolto e partecipazione, che può portare anche nella società civile e nelle organizzazioni economiche una maggiore attitudine alla composizione di interessi e punti di vista contrastanti. L’arte del discernimento e la capacità collettiva di pervenire a nuove sintesi rappresentano sfide epocali, da cui dipende un futuro a misura d’uomo per tutti. Tali prospettive saranno oggetto di ulteriori riflessioni durante i lavori dell’VIII Congresso Mondiale della Pastorale del Turismo, che avrà luogo a Santiago di Compostela dal 5 all´8 ottobre 2022.L’evento, inserito nella cornice dell’Anno Santo Compostelano, avrà per tema: “Turismo e pellegrinaggi: cammini di speranza”. Guardiamo infatti con speranza alla vivacità del settore, a tutte le persone coinvolte e a coloro che ne hanno responsabilità. Riprendendo le parole di Papa Francesco incoraggiamo tutti a “tenere accesa la fiaccola della speranza” e “fare di tutto perché ognuno riacquisti la forza e la certezza di guardare al futuro con animo aperto, cuore fiducioso e mente lungimirante”[8].

Cardinale Michael Czerny S.J.

Prefetto

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[1]Cf.Videomessagio del Santo Padre Francesco in occasione della 109maConferenza Internazionale del Lavoro, 17 giugno 2021.

[2]Cf.Congregazione per la Dottrina della Fede/Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale,Oeconomicae et Pecuniariae Quaestiones.Considerazioni per un discernimento etico circa alcuni aspetti dell’attuale sistema economico-finanziario,6 gennaio 2018, nn. 4, 8.

[3]Cf.Messaggio del Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale in occasione della Giornata Mondiale del Turismo 2019: “Il turismo e il lavoro: un futuro migliore per tutti”, 24 luglio 2019.

[4]Cf.Lettera enc.Laudato Si’, nn. 18; 203.

[5]Cf.Lettera enc.Fratelli Tutti, n. 215.

[6]Cf.Discorso ai Soci del Centro Turistico Giovanile, 22 marzo 2019.

[7]Cf. Lettera enc.Laudato Si’, cap. IV.

[8] Cf.Lettera del Santo Padre Francesco a S.E. Mons. Rino Fisichella per il Giubileo 2025, 11 febbraio 2022.