13 Maggio, 2025

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Sentimenti, sentimenti

Sentimento, pensiero e desiderio: il triangolo della condizione umana

Sentimenti, sentimenti

Sentirsi bene, sentirsi male. Lo sentiamo nel corpo e nell’anima e lo vediamo sul nostro viso: cosa c’è che non va? Cos’hai che non va? Gioia, tristezza, angoscia, ansia, serenità, irrequietezza, gioia e un lungo eccetera. Tutte queste emozioni possono essere raggruppate nel verbo sentire, che non può essere ridotto agli altri due verbi, ugualmente caratteristici della condizione umana: pensare e volere. E come il bardo può dire che «è poeta anche quando si allaccia le scarpe», si può anche dire – con le parole di Theodor Haecker (Metafisica del sentimento. Rialp, 1959) – che qualunque degli innumerevoli atti singolari che lo spirito compie costituisce una simile unità di pensiero, sentimento e volere, intrecciati in modo prodigioso (cfr. p. 81).

Questo libro di Haecker (1879-1945), pubblicato postumo, è stata una piacevole sorpresa. Erano tempi in cui l’intelligenza e la forza di volontà erano sufficienti per comprendere l’essere umano. Rendere visibili i sentimenti e porli sullo stesso piano delle altre due facoltà poteva sembrare un po’ pretenzioso negli anni Cinquanta. Ecco perché Haecker è un pioniere in questa rivalutazione dell’affettività. Egli afferma: “il sentimento è (…) la profondità abissale e primordiale della soggettività di ogni essere, la manifestazione originaria e mutevole dell’essere come soggettività, movimento perpetuo, l’essenza dell’inquietudine (…). Qui non siamo lontani dal raggiungere un’unità di quiete e movimento: come il mare. E come il mare, che è la massima potenza elementare di questo pianeta, il sentimento riempie e appaga, penetra e impregna, estesamente e intensamente, quasi l’intero continente della sostanza umana (p. 84).”

Riposo e movimento, irrequietezza e serenità. Emozioni fugaci, sentimenti profondi. I sentimenti, un mare che inonda ogni essere umano con diversa intensità, senza ovviamente annullare le altre facoltà. Pensare, sentire e volere sono strettamente interconnessi. Dobbiamo distinguerli senza separarli; insieme plasmano il nostro carattere. Quanto di ciascuno? La misura, una questione difficile. A causa di difetti o carenze si giunge alla superficialità, all’impassibilità o alla pusillanimità. L’uso eccessivo porta al freddo razionalismo, al sentimentalismo traboccante o al rigido volontarismo. Trovare la dimensione giusta è molto simile al giardinaggio: potare qua e là, armonizzare dimensioni e colori, prendersi cura di luci e ombre; semina e aspetta.È difficile organizzare i propri pensieri, è ancora più difficile organizzare i propri sentimenti. Senti il ​​corpo, senti l’umore, senti lo spirito. E non tutti i sentimenti sono facilmente comunicabili. Ci sono quelli i cui occhi sono visibili, e ci sono anche quelli le cui espressioni riusciamo a malapena a decifrare.

La ragione pensa, la volontà vuole e il sentimento sente. E la cosa normale è che, finché non entriamo nell’automatico, la nostra intera persona appare in ogni atto. Le tre cose non vanno sempre di pari passo: so, voglio e sento all’unisono. Ci piacerebbe molto raggiungere questa simmetria fondamentale. Tuttavia, a volte lo sappiamo, ma non vogliamo; altre volte vorremmo, ma non ne abbiamo voglia. Di tutto, come in farmacia. Raggiungere l’armonia tra chiarezza di pensiero e calore del cuore, ferma determinazione e cordialità nei rapporti con gli altri è l’essenza dell’avventura esistenziale. In ogni caso, i sentimenti svolgono un ruolo cruciale nell’arte di essere felici. Haecker è molto chiaro su questo punto e afferma che “la forma pura e originaria del sentimento è la felicità”. Nei sentimenti, intesi in tutta la loro portata e profondità, mettiamo in scena la felicità o la sfortuna della nostra narrazione personale.

In ogni caso, i sentimenti non sono il retroscena dell’essere umano. Sono nel fisico e nell’emotivo; Sono anche nello spirito. Hanno la loro carta di cittadinanza e dobbiamo tenerne conto. Ad esempio, l’idea di un voto informato alle urne va bene, ma gli elettori non sono pura ragione; anche i sentimenti votano. Il paradigma spesso ripetuto del consumatore razionale, che prende decisioni di mercato (politica, economia, cultura, affari) cercando di massimizzare i propri benefici, è un riduzionismo metodologico che ignora l’integrità dell’essere umano. Ci sono Le ragioni del cuore che la ragione non comprende di Pascal e Il buon amore nell’anima per pensare bene di Carlos Cardona per ricordarci quanto siano interconnesse tutte le dimensioni della condizione umana.

Francisco Bobadilla

Francisco Bobadilla es profesor principal de la Universidad de Piura, donde dicta clases para el pre-grado y posgrado. Interesado en las Humanidades y en la dimensión ética de la conducta humana. Lector habitual, de cuyas lecturas se nutre en gran parte este blog. Es autor, entre otros, de los libros “Pasión por la Excelencia”, “Empresas con alma”, «Progreso económico y desarrollo humano», «El Código da Vinci: de la ficción a la realidad»; «La disponibilidad de los derechos de la personalidad». Abogado y Master en Derecho Civil por la PUCP, doctor en Derecho por la Universidad de Zaragoza; Licenciado en Ciencias de la Información por la Universidad de Piura. Sus temas: pensamiento político y social, ética y cultura, derechos de la persona.