Una nuova comprensione dell’universo primordiale

Ricercatori dell’Osservatorio Vaticano

Credits: ESA – C. Carreau

Due ricercatori della Specola Vaticana – l’osservatorio astronomico del Vaticano hanno proposto una comprensione matematica radicalmente nuova del momento iniziale del Big Bang. Essi hanno indicato una nuova promettente tecnica per capire come la gravità si è comportata nei primi istanti dell’universo.

All’inizio dei tempi, si pensa infatti che l’universo si sia espanso in modo esponenziale da uno stato ad altissima densità – “l’inflazione cosmica”. Questo sorprendente fenomeno può essere spiegato supponendo che le leggi della gravità siano molto più complicate in quella fase iniziale, rispetto a come sono descritte dalla relatività generale di Einstein del 1915.


Questa nuova prospettiva potrebbe innescare una rivoluzione nella nostra comprensione dell’Universo primordiale. In particolare, questi risultati offrono una nuova chiave di lettura per le teorie precedentemente formulate sulla fase iniziale di espansione esponenziale dell’universo, in particolare quelle dello scienziato russo Alexei Starobinsky. Inoltre, potrebbero favorire la ricerca di una più generale teoria di gravità quantistica.

Nel perseguire questa ricerca p. Gionti e d. Galaverni stanno seguendo le orme di tanti altri scienziati cattolici. Si pensi ad esempio come nel XVII secolo p. Giovanni Battista Riccioli e Francesco Maria Grimaldi eseguirono i primi studi di precisione della gravità. Cronometrando gli oggetti in caduta libera dalla Torre degli Asinelli a Bologna determinarono con precisione l’”accelerazione dovuta alla gravità” o “g”. Oppure come nel secolo scorso il belga p. Georges Lemaître, lavorando sulle idee di Einstein, sviluppò la teoria che oggi è conosciuta come “ teoria del Big Bang”. Le idee di Lemaître furono in seguito confermate dalle osservazioni dell’astronomo americano Edwin Hubble, la relazione che descrive la velocità di recessione delle galassie si chiama infatti “legge di Hubble-Lemaître”.