“Erudire et edocere”: La ricerca della verità attraverso il dialogo e l’apertura

Udienza ai Docenti e agli Alunni del Collegio Rotondi di Gorla Minore (Varese)

Vatican Media

Questa mattina, nell’Aula Paolo VI, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza i Docenti e gli Alunni del Collegio Rotondi di Gorla Minore (Varese).

Il motto del Collegio Rotondi, “Erudire et edocere”, significa “insegnare e imparare”. Questo motto riflette l’importanza del dialogo e della collaborazione nel processo educativo. Impariamo non solo dai nostri insegnanti, ma anche dai nostri compagni di classe, dai nostri genitori e dalla società in generale.

Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa ha rivolto ai presenti all’incontro:

Discorso del Santo Padre

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!


Do il benvenuto a tutti voi, ragazzi, genitori e docenti del Collegio Rotondi di Gorla. Saluto in particolare il vostro Rettore, don Andrea Cattaneo. State celebrando il 425° anniversario di fondazione della vostra scuola, nata nel lontano 1599: più di quattro secoli di storia, e mi sembra che li portate bene!

È un piacere vedervi qui. Soprattutto voi, ragazzi, che con i vostri volti giovani e pieni di vita, con i sogni, i progetti e i desideri che portate nel cuore date senso e valore a una eredità così antica. Con la vostra presenza, testimoniate come il Collegio Rotondi, fedele alla sua tradizione educativa, è cresciuto nel tempo, cambiando e adattandosi tante volte di fronte alle necessità di diversi momenti storici: dalle origini, con la donazione del Canonico Giovanni Terzaghi, alle trasformazioni avvenute sotto i governi austriaco e sabaudo, quest’ultima ad opera del Rettore Rotondi – da cui prendete il nome attuale –, al travaglio delle due guerre mondiali, alle sfide del dopo-guerra, fino ad essere oggi la più antica scuola cattolica “paritaria” d’Italia. E tutto questo contiene un messaggio importante, su cui vi invito a riflettere: è necessario saper cambiare per rimanere fedeli alla propria identità e missione.

Vi incoraggio a impegnarvi intensamente nelle vostre attività scolastiche, ma sempre con una mente aperta alla novità. In particolare voi, ragazzi, ricercate in tutto la verità, senza lasciarvi condizionare dalle mode del momento o dal pensare comune, dai like o dal consenso dei followers: non sono queste le cose più importanti, anzi dipendere troppo da esse ci può togliere la libertà. Al tempo stesso però, non temete, quando necessario, di cambiare e di accettare opinioni e modi di pensare diversi dal vostro in tutto quello che non è essenziale: siate veri amanti della verità, e per questo sempre disponibili all’ascolto e al confronto.

Gesù ci ha insegnato che la verità ci rende liberi (cfr Gv 8,32), e lo diceva a persone che facevano fatica ad accogliere il suo modo nuovo di leggere le Scritture, perché in realtà non le conoscevano abbastanza (cfr Mc 12,24-27) e avevano paura di mutare i propri schemi. Vedete? L’ignoranza genera paura e la paura genera intolleranza. Voi non fate così. Studiate facendo “squadra”, insieme, e sempre in allegria! La conoscenza, infatti, cresce nella condivisione con gli altri. Si studia per crescere, e crescere vuol dire maturare insieme, dialogare: dialogare con Dio, con gli insegnanti e gli altri educatori, con i genitori; dialogare tra di voi e anche con chi la pensa in modo diverso, per imparare sempre cose nuove e permettere a tutti di dare il meglio di sé. Del resto, questo dice il motto della vostra scuola: «Erudire et edocere», cioè fornire a ciascuno gli strumenti necessari a leggere la realtà e ad esprimersi con libertà creativa.

Carissimi, grazie di essere venuti, e grazie per l’impegno che mettete nel portare avanti la vostra comunità educativa. Continuate così, custodendo e attualizzando l’eredità che avete ricevuto. Vi benedico tutti cuore. E vi raccomando, non dimenticatevi di pregare per me! Grazie!