“La Santa Sede e la crisi in Ucraina: Un impegno per la pace nel mondo”

Dichiarazione dell’arcivescovo Gallagher al dibattito aperto del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite

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Gallagher: Mantenimento della pace e della sicurezza in Ucraina © Vatican Media

Il Segretario per i Rapporti con gli Stati ha parlato al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a New York, sottolineando la necessità che tutti gli Stati membri lavorino insieme per trovare una soluzione giusta e stabilire una pace duratura. Ha inoltre sottolineato che investire nella pace è più conveniente.

Pubblichiamo di seguito la dichiarazione di Sua Eccellenza Mons. Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, al Dibattito Aperto del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite
“Sostenere gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite attraverso un multilateralismo efficace: mantenere la pace e la sicurezza dell’Ucraina”.

Discorso di S.E. Mons. Paul Richard Gallagher

Signor Presidente,
Signor Segretario generale,

questo dibattito aperto del Consiglio di Sicurezza si svolge nel contesto della guerra crudele e insensata contro l’Ucraina che, con grande sacrificio, sta difendendo la propria sovranità e l’inviolabilità dei propri confini riconosciuti a livello internazionale. Sono gli stessi valori promossi e condivisi fin dalla fondazione di questa nobile Organizzazione. Di fronte alla tragedia in corso, sorge spontanea una domanda: contro chi viene condotta questa guerra? È sotto gli occhi di tutti che a pagare il prezzo più alto sono i civili, le persone semplici e, soprattutto, i bambini, i giovani e gli anziani.

La guerra è un grande male e attualmente possiamo constatare che si sta espandendo sempre di più, oltre i confini ucraini, coprendo con la sua fitta ombra non solo l’Europa, ma anche altri continenti e, soprattutto, infiltrandosi nel cuore degli uomini, rendendoli contenitori di una “logica di guerra”. In verità, come ricorda Papa Francesco, stiamo assistendo alla Terza Guerra Mondiale, che viene “combattuta in modo frammentario”.

È innegabile che l’attacco russo all’Ucraina abbia messo a rischio l’intero ordine globale, sorto dopo la Seconda guerra mondiale. Le sue conseguenze negative si possono già intravedere in ambito umanitario, demografico, alimentare, socio-politico, legale, economico, ecologico, militare, nucleare, energetico, sanitario, educativo, religioso, migratorio e in altri ambiti, che sono complessivamente elementi fondamentali dell’architettura della sicurezza mondiale. Il male non è in grado di generare il bene. L’aggressione può solo generare nuova aggressione. Se non si ferma questa guerra e non si cerca la pace in ogni occasione, il mondo intero rischia di sprofondare in una crisi ancora più profonda.


La soluzione alla guerra in Ucraina non è solo una questione che riguarda l’Ucraina stessa. Di fronte alla tragedia che si sta svolgendo sotto i nostri occhi, è tempo di porsi alcune delle domande di Papa Francesco: “Cosa sto facendo oggi per il popolo ucraino? Sto facendo qualcosa?”. Oggi più che mai l’intera comunità internazionale non può arrendersi e lasciare che questo problema passi sotto silenzio. Per avere un futuro pacifico e sicuro, tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite, e in particolare quelli di questo Consiglio di Sicurezza, sono chiamati a unire gli sforzi nella ricerca di una pace giusta e duratura per l’Ucraina, come elemento importante della pace globale di cui il mondo ha bisogno. È meglio e più conveniente per tutti investire nella pace invece che nella guerra!

La Santa Sede, da parte sua, è vicina all’Ucraina e ne sostiene pienamente l’integrità territoriale e, inoltre, continua a impegnarsi in iniziative umanitarie volte ad alleviare le sofferenze della popolazione ucraina, soprattutto di quella parte più debole e vulnerabile e, allo stesso tempo, esorta tutti gli Stati e le Organizzazioni Internazionali competenti a diventare creativi e coraggiosi artigiani di pace e tessitori di dialogo costruttivo.

La pace non è una realtà di cui non si conoscono le caratteristiche e le proprietà. Tutti sanno cos’è la pace. Arriverà sicuramente quando ci sarà un impegno comune per attuarla non solo a livello internazionale e istituzionale, ma anche nei nostri cuori e nelle nostre case.

A tutti voi, e in particolare alla martoriata Ucraina, desidero rivolgere il mio più sentito augurio affinché l’auspicata pace possa tornare ad allietare il mondo intero.

Grazie, signor Presidente.

[Testo originale: inglese]