Papa Francesco: “Nella guerra mondiale ‘a pezzi’, la diplomazia è l’unica speranza”

Le Lettere Credenziali degli Ambasciatori di Kuwait, Nuova Zelanda, Malawi, Guinea, Svezia, Ciad

Vatican News

Questa mattina, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza gli Ambasciatori di Kuwait, Nuova Zelanda, Malawi, Guinea, Svezia e Ciad presso la Santa Sede, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali.

L’udienza di Papa Francesco con gli ambasciatori di Kuwait, Nuova Zelanda, Malawi, Guinea, Svezia e Ciad, tenutasi il 7 dicembre 2023, è stata l’occasione per il Pontefice di riaffermare il suo impegno per la pace e la cooperazione internazionale.

Nel suo discorso, Papa Francesco ha sottolineato l’importanza della diplomazia multilaterale per prevenire e risolvere i conflitti. Ha inoltre sottolineato che la diplomazia deve perseguire non solo la pace, ma anche lo sviluppo umano dei popoli.

In particolare, Papa Francesco ha fatto riferimento all’attuale situazione mondiale, che ha descritto come una “guerra mondiale a pezzi”. In questo contesto, il Papa ha sottolineato la necessità di una diplomazia che lavori per la costruzione di un mondo più

Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa ha rivolto ai nuovi Ambasciatori nonché i cenni biografici essenziali di ciascuno:

Discorso del Santo Padre


Eccellenze!

Sono lieto di accogliervi per la presentazione delle Lettere che vi accreditano come Ambasciatori Straordinari e Plenipotenziari presso la Santa Sede dei vostri Paesi: Kuwait, Nuova Zelanda, Malawi, Guinea, Svezia e Ciad. Vi chiedo gentilmente di trasmettere ai vostri rispettivi Capi di Stato i miei sentimenti di stima, assicurando al tempo stesso il mio ricordo nella preghiera per loro e per tutti i vostri concittadini.

Voi cominciate la vostra missione in un momento particolarmente tribolato, segnato dal moltiplicarsi di conflitti armati, in quella che da tempo ho chiamato una terza guerra mondiale combattuta a pezzi. Alla luce della portata globale dei conflitti in corso, la Comunità internazionale si trova a dover affrontare, attraverso gli strumenti pacifici della diplomazia, la sfida della ricerca di soluzioni complessive alle gravi ingiustizie che tanto spesso ne sono causa.

Nella recente Esortazione apostolica Laudate Deum, ho osservato che per affrontare questa sfida c’è urgente bisogno di una riconfigurazione della diplomazia multilaterale, al fine di dare risposte concrete ai problemi emergenti e di ideare meccanismi globali capaci di far fronte ai cambiamenti ambientali, sanitari, culturali e sociali attualmente in corso (cfr nn. 37-43). Il nobile e paziente lavoro diplomatico, a cui vi dedicate, deve non solo cercare di prevenire e risolvere i conflitti, ma anche consolidare la pacifica convivenza e lo sviluppo umano dei popoli, favorendo il rispetto della dignità umana, difendendo i diritti inalienabili di ogni uomo, donna e bambino e promuovendo modelli di sviluppo integrale economico e umano.

In proposito, la Santa Sede esprime la sua particolare preoccupazione per il futuro della nostra casa comune, specificamente per gli effetti che il cambiamento climatico e la devastazione degli ambienti naturali possono avere sui membri più vulnerabili della famiglia umana. La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, COP28, che in questi giorni si svolge a Dubai e alla quale intendevo essere presente, possa costituire uno storico passo avanti nel rispondere con sapienza e lungimiranza a queste chiare e presenti minacce al bene comune universale. Come ho affermato nel Discorso indirizzato alla Conferenza, «l’ora è urgente. […] il futuro di tutti dipende dal presente che scegliamo». Preghiamo che i responsabili delle nazioni si uniscano nell’adottare misure concrete che ci permettano di consegnare alle generazioni future un mondo più simile al fertile giardino che il Creatore ha affidato alla nostra cura e amministrazione.

Cari Ambasciatori, la presenza e l’attività della Santa Sede all’interno della Comunità internazionale è ispirata dal desiderio di promuovere la fraternità umana e quella pace che, come annuncia il Profeta Isaia, è “frutto della giustizia” (cfr Is 32,17). Mentre intraprendete la vostra missione, vi offro i migliori auspici, accompagnati dalla preghiera, per i vostri sforzi a servizio di questo grande ideale, e vi assicuro la costante disponibilità degli uffici della Curia ad assistervi nell’adempimento delle vostre responsabilità. Che Dio benedica in abbondanza voi, le vostre famiglie, i vostri collaboratori e i connazionali.