Pio XII uomo di pace

Convegno promosso dal Comitato Papa Pacelli

Pio XII

Si è svolto nei giorni scorsi il convegno “Il secolo di Pio XII”, durante il quale il cardinale Dominique Mamberti, prefetto della Signatura Apostolica, e gli storici Johan Ickx e Agostino Giovagnoli hanno discusso dell’omonimo libro del professor Matteo Luigi Napolitano. L’incontro è stato organizzato dal Comitato Papa Pacelli, presieduto dall’avvocato Emilio Artiglieri: “Un titolo impegnativo che mi ha affascinato – ha esordito introducendo il convegno – È il secolo in cui Pio XII ha vissuto ed ha esercitato le sue funzioni oppure, nel senso più alto, è il secolo di Pio XII perché il XX secolo è stato in qualche modo segnato da questa figura, soprattutto negli anni del suo pontificato? Quale altro personaggio potremmo individuare per dire che è stato il suo secolo? Hitler, Stalin, Mao? In tal caso sarebbe stato il secolo del male. Ma alla fine il male non ha vinto. Pio XII è una luce che splende nelle tenebre del XX secolo e le tenebre non l’hanno vinto”.

Mamberti: la sofferenza di Pio XII

Il cardinale Mamberti ha sottolineato le ricorrenze legate alla Seconda Guerra Mondiale: “L’anno scorso abbiamo ricordato il bombardamento di Roma nel 1943, quest’anno ci sono altri eventi di cui ricorre l’80º anniversario: lo sbarco di Anzio, il fronte a Cassino, le Fosse Ardeatine, l’ingresso degli Alleati a Roma. Quanto ha sofferto Pio XII per quei fatti e quanto ha voluto fare per alleviare le sofferenze della popolazione”.

Ma il libro analizza un panorama più ampio. “Si legge come un romanzo e ha il grande merito di contestualizzare i recenti documenti emersi dall’apertura degli archivi e di rispondere in modo convincente alle polemiche e a certe prese di posizione” ha affermato il porporato francese.

Gli uomini di Pio XII

“Napolitano mostra l’azione della S. Sede in ambito diplomatico e umanitario. Emergono gli uomini accanto a Pio XII, in particolare Maglione, Montini e Tardini. Mostra come la S. Sede fosse consapevole di cosa si stava giocando in Europa e nel mondo. La grande diffidenza nei confronti dei regimi totalitari”. Da non sottovalutare “alcune osservazioni sulla visita di Ribbentrop in Vaticano che non era dettata da simpatia ma dalla voglia del regime nazista di racimolare qualche vantaggio a suo favore”.

Altro capitolo importante: “L’atteggiamento delle istituzioni cattoliche e del papa nei confronti degli ebrei perseguitati in particolare a Roma. È ormai assodato che le istituzioni cattoliche hanno aperto cuore e porte agli ebrei. Qualcosa si muove ma ciò che rimane controverso è il cosiddetto silenzio di Pio XII. Eppure è un dramma che lui stesso ha vissuto, se ne confidò anche con Roncalli ma era una decisione che doveva prendere valutando le conseguenze di una presa di posizione forte. Quello che non si può negare è l’interesse che il papa e le istituzioni cattoliche hanno mostrato per i perseguitati, non solo in Italia” ha concluso Mamberti.

La “democrazia digitale” della S. Sede

“È un’opera monumentale perché è l’opera di una vita intellettuale e di anni di lavoro e di servizio alla S. Sede” ha invece sottolineato Ickx. Il direttore dell’Archivio Storico della Sezione Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato vaticana ha ricordato anche la “democrazia digitale inaugurata dalla S. Sede da alcuni anni, grazie all’allora segretario Mamberti e al suo successore mons. Gallagher. Grazie a loro, infatti, si è iniziato un lavoro di digitalizzazione dei documenti di archivio che consente a chiunque di accedervi tramite il web.


Quanto al libro, Ickx ha definito “Pacelli coraggioso al limite del temerario e nel libro si ritrovano tanti esempi di questo atteggiamento. Questo coraggio viene fuori anche sulla stampa francese” che nel 1939 definì “Pio XII nemico del razzismo e amico della libertà di coscienza e della dignità umana”.

Pio XII e la scelta democratica

Una linea ripresa dal prof. Giovagnoli, docente di Storia contemporanea alla Cattolica di Milano. “Pio XII ha rappresentato l’opposto dei totalitarismi e della guerra. Quando morì i giornali italiani titolarono ‘È morto il papa della pace’. E direi della democrazia. C’è un documento interessante, il radiomessaggio natalizio del 1944, in cui Pio XII affermò per la prima volta che la democrazia è un sistema politico preferibile a tutti gli altri. Una dichiarazione impegnativa. Mai in precedenza i papi avevano espresso preferenze per una forma politica. Pacelli ha innovato rispetto alla tradizione per un motivo profondo: la consapevolezza che la democrazia più difficilmente porta alla guerra rispetto ad altri sistemi”.

Quanto alla polemica iniziata con “Il Vicario” di Hochhuth nel 1963, Giovagnoli ha ricordato che “non è bastato pubblicare i documenti come volle Paolo VI. E nemmeno l’apertura degli archivi.  Dobbiamo rassegnarci a convivere con la polemica. Il libro di Napolitano opera una chiarificazione su tante questioni controverse, non le esaurisce ma è importante chiarire per dare possibilità di andare avanti eliminando ostacoli dal terreno della discussione”.

I rapporti con il nazismo

Con il nazismo, ha sottolineato Giovagnoli, era “impossibile negoziare perché da parte nazista non c’era la volontà di negoziare. Ma questo lo sappiamo oggi. All’epoca la diplomazia vaticana lo intuiva ma era impossibilitata a fare di più. Non c’è solo il dramma degli ebrei. Pensiamo alla Polonia cattolica. Fu impedito a Maglione di mandare un rappresentante pontificio mentre circolava la falsa notizia che il papa li aveva abbandonati. Era una strategia calcolata”.

“Il libro aiuta ad affrontare le questioni vere intorno a Pio XII. Per esempio, i limiti dell’azione diplomatica della S. Sede in tempo di guerra, perché l’obiettivo della pace è quanto di meno desiderato dai belligeranti. Anche oggi vediamo le posizioni di papa Francesco fraintese perché sono assolute sulla pace e mal si conciliano con chi della pace non ne vuole sapere” ha aggiunto Giovagnoli.

L’azione di Pio XII nei documenti

“Quella su Pio XII sarà una ricerca intergenerazionale” ha infine affermato Napolitano nel suo intervento. E ha sottolineato come “il non silenzio del Papa si trova nei documenti. Non era tempo di parlare ma di agire, e questo si trova nei documenti. Pio XII fu papa di guerra e uomo di pace. Si è fatto molto riferimento al suo anticomunismo. Ma si trascura di citare la sua esperienza americana. Il suo è un anticomunismo di stampo occidentale; era anticomunista, è vero, ma non per questo era filonazista” ha concluso.