Riflessione di Mons. Enrique Díaz: Cristo è la forza e la saggezza di Dio

Terza domenica di Quaresima

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Mons. Enrique Díaz Díaz condivide con i lettori di Exaudi la sua riflessione sul Vangelo di questa domenica, 3 marzo 2024, dal titolo: “Cristo è la forza e la sapienza di Dio”

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Esodo 20,1-7: “Io sono il Signore tuo Dio, che ti ho fatto uscire dall’Egitto”

Salmo 18: “Tu hai parole di vita eterna”

I Corinzi 1,22-25: “Cristo è la forza e la sapienza di Dio”

San Giovanni 2,13-35: “Distruggete questo tempio e in tre giorni lo ricostruirò”


Nella celebrazione del 20° anniversario della nostra diocesi, proclamiamo ancora una volta che il centro della nostra vita, della nostra missione e di tutti i nostri sforzi è Cristo, nella nostra diocesi, reso volto misericordioso a immagine del Cristo Nero, Signore dell’Ospedale . Di fronte alla crisi antropologica dove l’uomo non sa chi è né dove va e si ritrova smarrito e segnato da valori e beni effimeri, proclamiamo insieme a San Paolo: «Noi predichiamo Cristo Crocifisso, che è scandalo… che è follia… in invece per noi è la forza e la saggezza di Dio”. Annunciando Cristo scopriamo di riconoscere anche la dignità e il valore della persona umana. Quando ignoriamo Cristo, distruggiamo anche l’uomo.

Nonostante tutta la confusione economica, siamo ancora nell’era del “mercato totale”, in cui la cosa decisiva è vincere, acquisire prestigio e benessere, accumulare beni. Appare come una nuova religione, con il suo credo e i suoi comandamenti, con i suoi fedeli e i suoi sacrifici, con i suoi templi e i suoi riti, con le sue promesse di felicità completa. Abbiamo trasformato il mercato in una religione e spesso le religioni sono state trasformate in un mercato, dove vendiamo, compriamo, inganniamo, vinciamo e perdiamo. Viviamo in una civiltà il cui centro di pensiero e criterio di azione è il desiderio di guadagnare e avere denaro. Il gringo che dice “il tempo è denaro” è entrato, prima di nascosto e poi platealmente, nei nostri cuori, fino a pervertire il senso della vita, del tempo, della persona; valutare tutto in segni monetari. Per il denaro si è capaci di sacrifici, di rinunce, di cambiare criteri. E viene profanata la cosa più sacra: il “tempio di Dio”

Si dimentica che la persona è tempio di Dio e si compra e si vende; Ci sono mercanti di bambini e mercanti di sesso; C’è chi negozia con la vita, con gli organi umani, con i sogni e i desideri più profondi. Appaiono i trafficanti di droga che uccidono l’anima e il corpo, che negoziano con armi e anime, che distruggono città e uccidono famiglie nella loro folle ambizione per sempre più denaro. Vive della fame e della sete, dei bisogni primari della persona. Si ottengono profitti uccidendo gli innocenti e i piccoli che hanno appena iniziato la vita vengono distrutti. Tutto viene fatto per amore di un nuovo dio chiamato denaro, dollaro o euro. E questo non è lontano, è nelle nostre famiglie, con i semplici, con i governanti, tra gli amici, tra i conoscenti, nella casa stessa, tempio sacro della famiglia e della vita. Viene così profanato il tempio materiale, ma soprattutto viene profanato il tempio sacro e recinto di Dio che è ogni persona. Quando una persona viene profanata, Dio stesso viene attaccato.

Raramente troviamo Gesù così arrabbiato e adirato. Alcuni pensano addirittura che sia una scena che dovremmo togliere dal vangelo per non scandalizzare… ma forse dovremmo pensare il contrario e vedere se anche oggi Gesù dovrebbe prendere la sua frusta e buttare via tutti coloro che profanano e distruggere i suoi sacri templi. Non siamo abituati all’immagine violenta di un Messia che picchia le persone con un flagello in mano, tuttavia, questa è la reazione di Gesù quando facciamo della sua casa non un luogo di preghiera e di incontro, ma un mercato dove vengono manipolate le cose, sacre. e il divino non è rispettato. E, soprattutto, questa è la reazione di Gesù quando la dignità della persona viene pervertita e manipolata commercialmente, quando viene vista con un segno di pesos, quando viene trasformata in un altro oggetto di trattativa.

Giovanni colloca questa cacciata dei mercanti dal tempio all’inizio del suo Vangelo, come a presentarci, fin dall’inizio, il programma di Gesù: si inaugura un tempo nuovo e un tempio nuovo. Il Signore sarà adorato con uno spirito nuovo e con un cuore nuovo. Cristo stesso dice che è Lui il tempio che distruggeranno e che risorgerà il terzo giorno. E ora ci dà davvero l’opportunità di rivedere a fondo la nostra vita e il nostro programma. Dovremo vedere se l’interno di ciascuno di noi è diventato un santuario per Dio, dove è adorato nella giustizia e nella verità, dove i valori sono il suo amore e la sua misericordia, dove il fratello è accolto per condividere e servire. È un invito serio di Gesù, divorato dallo zelo per la Casa del Padre suo, che esige da noi rispetto per il suo tempio materiale e la sua dignità, per il tempio sacro che è ogni persona e che anche ognuno di noi è. Riflessione profonda oggi: su cosa basiamo la nostra dignità? Non siamo diventati pervertiti, corrotti dal denaro e dall’ambizione? Consideriamo i nostri fratelli come templi di Dio o siamo diventati ladri della loro dignità? Cosa ci dice Gesù oggi nel nostro modo di vivere e di relazionarci con Dio e con gli altri? Partecipiamo alle celebrazioni per incontrare il Padre e i fratelli, o solo per ritualità e consuetudine?

Grazie, Padre buono, che fai della nostra umile persona un tempio colmo della tua presenza, donaci la saggezza e l’amore per rispettare e valorizzare ogni tempio vivente e fai della tua casa un luogo di preghiera, di incontro e di armonia. Amen