“Santissima Signora di Gerusalemme”.

Centro di Accoglienza e Spiritualità Fraternité St Alphonse

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Lungo la strada di ritorno dal Santuario Nazionale di Sainte-Anne-de-Beaupré, Papa Francesco si è fermato ad incontrare gli ospiti del Centro di accoglienza e spiritualità Fraternité St Alphonse.

Accolto nel giardino della struttura dagli ospiti permanenti e da coloro che frequentano abitualmente il centro, in totale circa 50 persone, tra cui anziani, persone che soffrono di varie dipendenze e malati di HIV/AIDS, e dal Direttore responsabile, il P. André Morency, il Papa si è intrattenuto informalmente con loro, ascoltando le loro storie e raccogliendo le loro preghiere.

Al termine, nel salutarli, ha donato loro un’icona della vergine “Santissima Signora di Gerusalemme”.

Dono del Santo Padre

Panagia Ierosolymitissa (“Santissima Signora di Gerusalemme”) – Realizzata nell’ambito della moderna manifattura religiosa, quest’elegante edicola mariana rappresenta la Panagia Ierosolymitissa, ossia la “Santissima Signora di Gerusalemme”.

Quest’icona della Theotokos (la Madre di Dio) è molto popolare tra i pellegrini di Terra Santa, perché l’originale è posta su un veneratissimo altare all’interno della Chiesa dell’Assunzione di Maria, che liturgicamente viene festeggiata il 15 agosto.


Scavata nella roccia viva già nel I secolo d.C. ed ampliata nel IV secolo fino ad assumere la forma di croce, la Chiesa che conserva al suo interno il Sepolcro vuoto dove secondo la tradizione gli Apostoli si sono radunati per deporre il corpo purissimo della Madre di Dio subito dopo la “dormizione” è il primo monumento che si vede sul lato sinistro dopo aver attraversato il ponte sul torrente Cedron, poco prima della Basilica del Getsemani nei pressi del Monte degli Ulivi, dove spesso il Salvatore pregava con i suoi discepoli.

Tradizionalmente attribuita alla mano dell’evangelista Luca, che l’avrebbe realizzata quindici anni dopo inizialmente trasferita a Costantinopoli nell’anno 463, per poi essere ancora una volta trasferita a Korsun, dove nel 988 venne data in dono al principe san Vladimir di Kiev, al quale si deve la cristianizzazione del suo popolo.

Trasferita ancora una volta nel 1571 dallo zar Ivan il Terribile nella cattedrale della Dormizione di Mosca, l’antichissima icona della Panagia Ierosolymitissa scomparve durante l’invasione napoleonica del 1812, così che quella oggi venerata a Gerusalemme non è che una copia fedele dell’originale.

Storicamente la festa dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, ossia il giorno nel quale la madre di Gesù, raggiunse il figlio nel Regno dei Cieli al termine della sua vita terrena, ha una tradizione molto antica, dato che si hanno sue testimonianze già dal V secolo d.C.; seppure la sua proclamazione ufficiale si deve a papa Pio XII, che nell’Anno Santo del 1950 la inserì ufficialmente all’interno del calendario romano a seguito della proclamazione del dogma.

La festa dell’Assunzione della Beata Vergine Maria – afferma Papa Francesco – altro non è che «un richiamo per tutti, specialmente per quanti sono afflitti da dubbi e tristezze, e vivono con lo sguardo rivolto in basso». Già, perché se l’Assunzione ci richiama a non perseguire «i piccoli appagamenti del mondo», ma ad alzare lo sguardo «verso le grandi gioie del cielo», al contempo significa lasciarsi prendere per mano da Maria: «La Vergine Santa ci aiuti a guardare ogni giorno con fiducia e gioia là, dove è la nostra vera casa». Perché come «Madre della Speranza» bisogna sempre ricordarsi di invocare «la sua intercessione per tutte le situazioni nel mondo che più hanno sete di speranza: speranza di pace, di giustizia, di una vita dignitosa».