Clima, così un emigrato chiede aiuti per le Filippine

Movimento Laudato Si’: la storia di Peter Zabala, animatore a Leicester

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Zabala a Glasgow

“Anche se posso essere solo una ‘goccia nell’oceano’, mi piacerebbe dare quella ‘goccia’ in solidarietà insieme a tutti coloro che hanno a cuore la nostra casa comune”. Il clima sta cambiando e alcuni Paesi sono particolarmente esposti. È il caso delle Filippine. Peter Zabala è un animatore certificato Laudato Si’ di origine filippina che vive a Leicester, nel Regno Unito. Con grande entusiasmo, per partecipare alla Veglia di preghiera per la COP26 a Glasgow, ha viaggiato in autobus tutta la notte per poter essere presente all’incontro.

Siccome Peter lavora come postino, temeva di non riuscire a ottenere il permesso, visto che il sabato è il giorno di maggior richiesta. È riuscito, però, a far sapere ai suoi superiori il fine del suo viaggio. Qual è la ragione della lotta di Peter? L’inarrestabile crisi climatica che sta già scatenando conseguenze nelle Filippine.

Clima, i timori per le Filippine

“Si tratta dei miei cari più prossimi al mio paese d’origine, le Filippine. La mia famiglia e i miei parenti non sono stati le vittime gravi e fatali di disastri meteorologici (grazie al cielo!), ma è molto probabile che siano i prossimi. Possa il Signore avere pietà di loro e dei nostri tanti e più sfortunati compagni filippini in prima linea nella furia implacabile di nostra madre natura e in rappresaglia per l’ingiusto sfruttamento delle sue risorse da parte dell’umanità e l’abbandono e l’indifferenza per la sua salute malconcia”, afferma.

La partecipazione alla veglia

Per Peter, partecipare alla Veglia di preghiera ha significato “un misto di entusiasmo nel marciare al fianco dei miei fratelli e delle mie sorelle e i manifestanti del LSM -Movimento Laudato Si’-, del CAFOD, e di altri cattolici, fedeli che hanno a cuore il nostro pianeta”. Ma ha anche sottolineato l’importanza “per tutti noi di marciare in modo sicuro e pacifico (non violento) e che il nostro impatto si traduca in accordi concreti e sostenibili, cosa di cui la COP ha più bisogno”.


La sua conversione ecologica, secondo quanto espresso nel suo blog, si è maturata in più di dodici anni, e continua ancora. Il filippino si è formato attraverso corsi ambientali: «Tutto questo ha aperto il mio mondo, il mio cuore e la mia coscienza alla nostra ecologia abusata», racconta.

Ma ciò che lo ha colpito di più sono stati i disastri climatici nel suo paese, come il super tifone Haiyan nel 2013, che ha finito per radicare il suo impegno nella crisi climatica. Da allora, Peter ha intrapreso azioni concrete, come possedere un veicolo ibrido e prendere l’autobus per andare al lavoro, ed essere vegetariano all’85%, concedendosi di mangiare carne solo la domenica.

Nuove sfide per il clima

La pandemia Covid-19 lo ha immerso in una nuova sfida, per cui ha deciso di frequentare il corso Animatori Laudato Si’, completato nel giugno 2021, e ha poi avviato un Circolo con la sua comunità. Il filippino cerca di sensibilizzare i suoi amici e conoscenti con le pubblicazioni sui social network. Scrive ancora: “Quali altre sorprese da parte dello Spirito Santo ci sono in arrivo? Nel frattempo, continuo a fare la mia parte e continuo a seminare, in modo che le generazioni future raccolgano frutti migliori delle nostre paure”.