Il Giorno della memoria sia monito per una cultura di pace

L’appello della Chiesa italiana a trasmettere ai più giovani l’impegno a non dimenticare la tragedia della Shoah

Giorno della memoria
Il campo di sterminio di Auschwitz (ph. Dnalor_01, Wikimedia)

In apertura della Conferenza stampa di presentazione del Comunicato finale del Consiglio Episcopale Permanente, Mons. Stefano Russo, Segretario Generale della CEI, ha dato lettura di una Dichiarazione firmata con il Cardinale Presidente Bassetti in occasione del Giorno della Memoria. Di seguito il testo.

Il 27 gennaio, data in cui, nel 1945, fu liberato il campo di Auschwitz, è per noi il Giorno della memoria. Il giorno in cui ricordiamo la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché tutte le vittime di un progetto di sterminio.

Non una semplice ricorrenza

Questo giorno non vuole essere una semplice ricorrenza che si ripete di anno in anno, ma è anche e soprattutto un impegno per il futuro. Perché ciò che è avvenuto, non avvenga mai più. La memoria, infatti, è profondamente legata con il presente e con il futuro. Per questo è importante legarla con il racconto, soprattutto per i più giovani: ignorare una tragedia così grande per l’umanità porta all’indifferenza e al proliferare di quella cultura dello scarto, più volte denunciata da Papa Francesco.

Pace, rispetto e fratellanza

L’appello della Chiesa che è in Italia è che il Giorno della memoria sia monito per una cultura di pace, di rispetto e di fratellanza. Purtroppo, nonostante un passato così drammatico, ancora oggi facciamo esperienza quotidiana di minacce e manifestazioni di violenza. Guerre, genocidi, persecuzioni, fanatismi vari continuano a verificarsi, anche se la storia insegna che la violenza non porta mai alla pace. Oggi ribadiamo: mai più crimini così grandi per l’umanità!


Anche Papa Francesco, nell’udienza generale di ieri, aveva fatto riferimento dalla ricorrenza odierna: “Non deve più ripetersi questa indicibile crudeltà! “